Recensione Norte, The End of History (2013)

Non sappiamo se questa scelta proseguirà anche con le successive opere del regista, ma di certo con questo film Lav Diaz apporta delle modifiche significative al suo stile e alla sua poetica che non possono non lasciare il segno: non solo la buona fotografia ed alcuni movimenti di macchina molto ricercati e riusciti, ma sono soprattutto la compattezza della sceneggiatura e la tensione narrativa a rendere questa un'opera meno sperimentale, più chiara e potente nel suo messaggio.

Delitto e espiazione

Ad alcuni potrà certamente sembrare strano, ma questo Norte, The End Of History di Lav Diaz, una sorta di mix tra adattamento di Delitto e castigo e dramma carcerario della durata di quattro ore e dieci minuti, è il film più accessibile e "piacevole" del cineasta filippino che in passato è diventanto famoso per le sue opere fiume, per di più in bianco e nero e dal budget ridottissimo, di sei, otto e anche dieci ore.
Nonostante infatti i tanti richiami alla storia e all'attualità delle Filippine che certamente non aiutano lo spettatore straniero all'inizio del film, la storia è in realtà piuttosto lineare e semplice: Fabian, giovane intellettuale e turbolento ex studente di giurisprudenza, stanco di assistere inerme alle ingiustizie della vita e di una società che non sembra più funzionare, uccide Magda, arrogante e spregevole strozzina, e la figlioletta testimone dell'omicidio.

Fabian copre le sue tracce e fugge verso Manila, ed è qui che la storia si intreccia con quella della famiglia di Joaquin, un uomo che a causa di una gamba rotta è rimasto senza lavoro e che si è trovato così costretto a ricorrere ai servigi di Magda. La mattina prima dell'omicidio di Magda, Joaquim aveva avuto un duro e violento alterco con la donna ed era fuggito via davanti a molti testimoni, per la polizia è quindi proprio lui ad aver commesso il crimine; presto viene arrestato e condannato all'ergastolo. La moglie di Joaquim si trova così a prendersi cura da sola dei propri figli, lavorando duramente e senza pause, per quattro anni, ovvero fino al ritorno di Fabian apparentemente in cerca di redenzione.

Ma è davvero possibile espiare i propri peccati? Il regista sembra porsi questa domanda tanto per i suoi protagonisti che per il suo paese, e la riposta è nella mezz'ora finale, quando il tono del film diventa più cupo, meno realista e più simbolico.
Non sappiamo se questa scelta proseguirà anche con le successive opere del regista, ma di certo con questo film Lav Diaz apporta delle modifiche significative al suo stile e alla sua poetica che non possono non lasciare il segno: non solo la buona fotografia di Lauro Rene Manda ed alcuni movimenti di macchina molto ricercati e riusciti, ma sono soprattutto la compattezza della sceneggiatura e la tensione narrativa a rendere questo Norte, The End Of History un'opera meno sperimentale, più chiara e potente nel suo messaggio; più vicina quindi ad un cinema, comunque di nicchia come quello festivaliero, finalmente pronto ad accogliere il cineasta filippino tra i grandi nomi del panorama internazionale.

Movieplayer.it

4.0/5