Rainbow Studios: le Winx ci aprono le porte del loro mondo

In occasione del decimo anniversario della nascita delle sei Fate italiane, Iginio Straffi ci ha aperto le porte della sua sede marchigiana.

Oltre 10.000 m2 su cui si estendono uffici, laboratori, bar, mensa e una sala cinematografica adibita per il 3D capace di contenere ottanta posti. Il tutto immerso nel verde tra Loreto e Recanati grazie ad una struttura con delle pareti finestre che affaccia direttamente su vasti campi di girasoli. No, non si tratta di una villa lussuosa ma della Rainbow, gli studi di animazione fondati da Iginio Straffi e trasformati in una struttura al passo con i tempi per eco sostenibilità e attenzione al benessere dei suoi dipendenti. Così, a piscina, sauna e fitness centre si affiancano anche scelte ecologiche come pannelli solari, fotovoltaici e una struttura organizzata seguendo i principi del feng shui.

In questo spazio, dove ogni reparto è perfettamente suddiviso senza avere alcuna barriera materiale, una squadra di animatori si occupa non solo della nascita delle Winx, ma anche di tutto ciò che gira intorno al loro mondo come l'editoria e il brand d'abbigliamento, il cui scopo ultimo è di anticipare le tendenze per offrire un prodotto sempre all'ultima moda per le collezioni delle bambole come delle loro piccole fan. Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa accade in questo "regno magico" dove nascono le Winx e, in modo particolare l'ultimo lungometraggio Winx Club - Il Mistero degli Abissi, in sala dal 4 settembre.

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Scrivere, disegnare e produrre: ossia dare forma alla fantasia

Winx Club - Il mistero degli abissi: un animatore al lavoro sui fondali del film
Winx Club - Il mistero degli abissi: un animatore al lavoro sui fondali del film

Quando assistiamo alla proiezione di un'animazione tutto ci appare naturale, quasi semplice per il suo realismo e non ci chiediamo molto spesso quanto e quale lavoro c'è dietro un prodotto del genere. In realtà, fatte rare eccezioni come il caso della Pixar e dello Studio Ghibli, la professione dell'animatore è ancora avvolta da un certo mistero e non è sempre chiaro come da una idea si possa arrivare ad una creatura animata sul piccolo o grande schermo. Guida d'eccezione attraverso questi misteri, almeno per i giornalisti in visita alla Rainbow, è stata Paola Verdenelli, Senior Producer del gruppo, che ha abbracciato il progetto fin dai primi momenti, ossia quando tutto veniva realizzato da dieci persone in una villetta sempre nei pressi di Recanati. "L'inizio di un progetto è sempre il momento più lungo e difficile. Si deve trovare lo stile grafico e allo stesso tempo scrivere una storia senza trascurare il carattere del personaggio. La fase di scrittura può durare anche 5/6 mesi. Poi lo script passa sui tavoli dello storyboarding, dove lo spunto narrativo viene messo su carta. Qui è dove le parole vengono tradotte per la prima volta in immagini. "

Continuando il tour tra i tavoli degli animatori la Verdelli spiega anche le fasi successive come l'animatic, ossia il montaggio di musica e di dialoghi base nell'animazione per avere una prima idea della durata delle scene. In questo caso, naturalmente, si comincia a lavorare con Stylus e computer immaginando come sarà la singola inquadratura e il movimento di macchina. In questa fase, inoltre, si decide anche l'espressività e l'acting del personaggio determinando, oltre al tempo, lo stile della regia. A pochi tavoli di distanza, invece, si trova il team dedito alla realizzazione dei fondali che deve rispondere ad una serie di canoni ben precisi. A chiarirci i passaggi fondamentali è l'animatrice Daria Barbetta. "Le nostre linee guida vengono prima di tutto dalla sceneggiatura, poi dobbiamo tener conto di scelte estetiche ben precise, come quelle dei colori che hanno il compito di emozionare. La palette cromatica a nostra disposizione rispecchia un gusto chiaramente femminile con nuance brillanti, luminose e gioiose. Inoltre per ogni scena abbiamo il compito di "colorare" almeno tre diversi punti di vista per avere una visione d'insieme."

Creare le Winx : Il modeling

Winx Club - Il mistero degli abissi: un animatore al lavoro sui personaggi del film
Winx Club - Il mistero degli abissi: un animatore al lavoro sui personaggi del film

Terminata questa fase in cui si forma il mondo Winx è ora di dare corpo alle protagoniste assolute, ossia sei giovani Fate per cui nella sezione del modeling vengono scelte acconciature, abbigliamento e soprattutto colori, visto che ognuna di loro ne veste uno in particolare. Per il nuovo lungometraggio, però, gli animatori hanno affrontato una nuova sfida, dovendo trasformare queste eroine in sirene moderne senza coda. Da cosa hanno tratto ispirazione, dunque, per raggiungere un risultato che fosse scintillante senza cadere nell'aggressività, vista anche la giovane età delle spettatrici? I primi imput arrivano sempre dalle foto di moda, anche le più generiche. Così, dopo molti cambiamenti in cui sono stati eliminati tatoo e particolari punk, ha vinto un look marino formato dal corpetto di un trikini più castigato e da calze ispirate a dei fuseaux dal tema marino. Le ali, invece, traggono ispirazione dal pesce leone e da ciglia truccate con tanto di brillantini e mascara.

E alla fine arriva il compositing

Una volta che si è dato copro alle Winx è l'ora di affidare tutto il materiale nelle attente mani degli animatori CGI, che ha il compito di armonizzare il materiale aggiungendo gli immancabili e spesso necessari effetti speciali, come ci spiegano Marco Tomassetti, 3D&Compositing Lead Supervisor, e Francesco Mastrofini, a.d di Rainbow CGI. Anno dopo anno, questo settore riesce a sfruttare i passi avanti compiuti grazie alla realizzazione di nuovi software per superare alcuni ostacoli tecnici, ma si tratta di un lavoro in continua evoluzione e ricerca. "Gli elementi più difficili da realizzare sono la camminata e i capelli - ammette Mastrofini - soprattutto per ricreare il movimento sott'acqua. Per questo abbiamo dovuto animare la capigliatura come se fosse un personaggio a parte." E alla inevitabile domanda sui progressi e successi della Pixar risponde. "Io sono un grandissimo fan delle loro animazioni, ma più che dal punto di vista tecnico, loro ci hanno offerto un grande insegnamento per quanto riguarda la cura e la profondità della sceneggiatura. Perché, al di là di tutto, ciò che vince è la storia. E lo possiamo vedere proprio con un loro prodotto come Cars 2 che, pur essendo tecnicamente perfetto, non ha conquistato il cuore del pubblico come altre vicende."