Poveri ma ricchissimi, tra nuova ricchezza e la prova del potere

I Tucci tornano in sala e alla ricchezza per un nuovo capitolo della commedia di Brizzi che permetterà loro di sperimentare un altro aspetto della ricchezza: il potere.

Poveri ma ricchissimi: Christian De Sica, Ubaldo Pantani e Anna Mazzamauro in una scena del film
Poveri ma ricchissimi: Christian De Sica, Ubaldo Pantani e Anna Mazzamauro in una scena del film

Il cinema è per lo più il regno della finzione. Per quelle due ore di film, siamo portati in un mondo diverso dal nostro, anche quando si tratta di storie che ricalcano e richiamano fedelmente la realtà. A volte, però, ci sono aspetti extra-cinematografici che è difficile tener separati da quello che è il film e dalla sua visione. Perché chi segue il mondo del cinema, chi si informa e si appassiona al dietro le quinte quanto, se non più, ai film fatti e finiti, non può impedire alla mente di andare in determinate direzioni alla lettura del nome di alcuni personaggi di questo ambiente.

Ma noi siamo costretti a farlo, a rinchiudere in un angolino della nostra mente lo scandalo che ha travolto Fausto Brizzi, le recenti dichiarazioni di Enrico Brignano, e qualunque altro aspetto legato ai personaggi coinvolti in Poveri ma ricchissimi. Quello che preme a noi è dirvi che film è il seguito di Poveri ma ricchi, se sia una commedia di buon livello, se potrà incontrare i vostri gusti o meno. Insomma terremo la realtà e la finzione ben separate, come è giusto che sia quando si tratta di cinema.

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Poveri ma ricchissimi: Lucia Ocone in una scena del film
Poveri ma ricchissimi: Lucia Ocone in una scena del film

Bentornati a Torresecca

Poveri ma ricchissimi: Christian De Sica ed Enrico Brignano in una scena del film
Poveri ma ricchissimi: Christian De Sica ed Enrico Brignano in una scena del film

Ritroviamo la famiglia Tucci al grido di "tutti per uno, uno per Tucci", ad un anno dalle montagne russe in cui erano diventati ricchi vincendo la lotteria per poi perdere nuovamente tutto, in una girandola di eventi e contrattempi sintetizzata dall'inizio di un sequel che prende le mosse da un momento drammatico: la famiglia riunita al capezzale della nonna. La svolta è dietro l'angolo, quella che risolve la questione facendo uscire nuovamente la famiglia dalla povertà. Ma questa volta c'è bisogno di ragionare, investire e far fruttare quei soldi, piuttosto che goderseli e basta, puntando sulla scelta più ovvia: cosa sanno fare i Tucci meglio di ogni altra cosa? Friggere!

Poveri ma ricchissimi: Christian De Sica e Lucia Ocone in una scena del film
Poveri ma ricchissimi: Christian De Sica e Lucia Ocone in una scena del film

Ed ecco nascere l'idea di una catena di locali per coprire tutto il territorio nazionale, e oltre. C'è solo un ostacolo da superare, ovvero come impedire al governo di mangiare una fetta consistente dei guadagni in tasse spropositate, un problema che viene aggirato nel modo più semplice ed attuale possibile: uscendo dall'Italia in una sorta di Brexit nostrana. Nasce così il Principato Indipendente di Torresecca, che permette ai Tucci di giocare secondo le proprie regole e sperimentare un'altra faccia della ricchezza che era mancata nel primo capitolo delle loro avventure: il potere.

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Da grandi poteri derivano grandi responsabilità

Poveri ma ricchissimi: Tess Masazza e Lodovica Comello in una scena del film
Poveri ma ricchissimi: Tess Masazza e Lodovica Comello in una scena del film

È la principale variazione di Poveri ma ricchissimi rispetto al suo predecessore, quella di aggiungere un ulteriore livello di lettura alle peripezie dei Tucci, cercando allo stesso tempo di rendere meno frammentaria la struttura narrativa. La trovata dello stato indipendente ha però una duplice valenza: da una parte permette agli autori di costruire un racconto più articolato e compatto attorno alle gag che impegnano i protagonisti, evitando di ripetersi e mettere in piedi una mera copia del film precedente; dall'altra di ribaltare la situazione: se un anno fa abbiamo visto una famiglia semplice e cafona catapultata in un contesto che non era il proprio, qui accade il contrario e sono piuttosto il mondo esterno a doversi confrontare con la Torresecca dei Tucci.

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Tra nuovo e vecchio

Poveri ma ricchissimi: Paolo Rossi in una scena del film
Poveri ma ricchissimi: Paolo Rossi in una scena del film

L'espediente narrativo funziona, Poveri ma ricchissimi riesce a proporre situazioni nuove, prendendo in giro il mondo che ci circonda da Cinquanta sfumature di grigio a Donald Trump, passando per le ossessioni degli italiani per fisco e calcio, riuscendo a trovare anche un paio di battute efficaci a far da contraltare a qualche altre decisamente meno di buon gusto. Ci sono anche un paio di personaggi nuovi ad assicurare freschezza, da Paolo Rossi nei panni del discutibile padre di Valentina a Tess Masazza, che riescono ad integrarsi in un cast già rodato e a proprio agio nel riproporre i rispettivi personaggi e la consolidata alchimia, in particolare Lucia Ocone, che funziona sia sola che con Christian De Sica.

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Nulla che permetta a Poveri ma ricchissimi di emergere nel panorama della commedia italiana di cui fa parte, ma di un dignitoso esponente di un genere che in Italia continua ad avere un proprio pubblico.

Movieplayer.it

2.5/5