Polaroid, la recensione: un mix di elementi comuni e ben rodati

La recensione di Polaroid, il film di Lars Klevberg in anteprima al Comicon di Napoli e in uscita nei cinema italiani dal 9 giugno 2019.

Polaroid: la prima inquietante immagine del film
Polaroid: la prima inquietante immagine del film

In occasione del Comicon di Napoli abbiamo potuto vedere in anteprima l'horror di Lars Klevberg, Polaroid, nato da un corto sviluppato nel 2015 dall'omonimo titolo, che il regista ha deciso di sviluppare in un lungometraggio dal 6 giugno 2019 nei cinema italiani. Dal 2017, anno in cui sono iniziate le riprese, ad oggi il film ha subito varie posticipazioni nell'uscita, da agosto a dicembre dello stesso anno fino a trascinarsi nel 2019 a ben due anni dall'inizio delle riprese. Quali siano le motivazioni di tali slittamenti di data non è dato saperlo, ma è altamente probabile sia dipeso dal fallimento della The Weinstein Company da cui doveva essere inizialmente distribuito. In questa Recensione di Polaroid, ci sentiamo in dovere di trattare comunque con riguardo questa pellicola, che ripercorre fedelmente e volutamente molti dei classici stereotipi del genere teen-horror, confezionando, un prodotto efficace e divertente che non risparmia i classici salti dalla sedia allo spettatore, assicurando la giusta dose di spavento tra un sorso di cola e una manciata di pop-corn. Dopotutto per Klevberg questo è il primo lungometraggio dopo le esperienze con i corti e ci sembra che l'obbiettivo di espandere la trama mantenendo continuità e tensione sia stato raggiunto, incappando, certo, in qualche imperfezione e ingenuità comunque perdonabili e ininfluenti al fine della godibilità del film nel suo insieme.

Una trama prevedibile ma dinamica

La trama di Polaroid non brilla certo per originalità, segue uno sviluppo piuttosto classico e riscontrabile in tantissime altre pellicole di genere. Seguiamo le vicende di Bird Fitcher, un'adolescente introversa e appassionata di fotografia che, grazie al figlio del suo datore di lavoro, viene in possesso di una vecchia macchina fotografica istantanea. Si accorgerà ben presto che l'oggetto sembra essere legato alle strane morti che, da qualche giorno, interessano diverse persone a lei vicine: tutti coloro che sono stati immortalati in un'istantanea scattata con la misteriosa macchina sono in pericolo, dalla sua migliore amica al ragazzo che le piace. Bird dovrà quindi risalire al vecchio proprietario dell'oggetto, ma quello che troverà potrebbe essere qualcosa di inquietante oltre ogni immaginazione.

Film horror in uscita: i più attesi del 2019

Polaroid 5
Polaroid: Kathryn Prescott, Samantha Logan, Priscilla in Quintanauna scena del film

Personaggi: quando lo stereotipo è utile

Polaroid 11
Polaroid: un momento inquietante del film

Come già accennato questo genere di horror si muove, spesso, tra una serie di stereotipi piuttosto comuni a diverse pellicole del genere e proprio per questo i personaggi presenti in storie diverse finiscono per sembrare tutti incredibilmente simili. Polaroid non fa eccezione, i suoi protagonisti sono teenager tra i più comuni che potreste trovare che, muovendosi su binari prestabiliti, non caratterizzano particolarmente la storia ma la fanno funzionare grazie ad un meccanismo conosciuto e ben rodato. Abbiamo Bird, la ragazza introversa e intelligente, il ragazzo per cui ha una cotta, la migliore amica esuberante e socievole, la coppia del liceo e così via continuando con una serie di figure narrative rodate e ben assortite che unite al buon ritmo della trama fanno il loro dovere senza infamia ne lode.

Che tipo di film è Polaroid?

Di film come Polaroid, di certo, ne abbiamo visti tanti. Gruppetti di adolescenti perseguitati che arrancano nel tentativo di sfuggire a misteriose entità assassine; uno dei più famosi film del genere è sicuramente It Follows di David Robert, ma non dimentichiamoci della lunga saga di Final Destination che ebbe tanto successo tra i giovani dei primi duemila e la lista vi assicuriamo essere piuttosto lunga. Dove si colloca, quindi, Polaroid? Non brillando per originalità, non possiamo non inserirlo in questo folto gruppo di pellicole da "serata in compagnia", non annoverabili tra i capolavori, ma che comunque offrono allo spettatore spaventi e divertimento necessari a renderle piacevoli. Il buono di Polaroid sta infatti proprio nel mixare adeguatamente il jump scare con scene più corali, le tempistiche sono fondamentali nel genere horror e qui funzionano alla perfezione mantenendo un buon ritmo per tutto il film senza cali di tensione o momenti morti.

Conclusioni

Come affermato nella nostra recensione di Polaroid quello di Lars Klevberg è un film piacevole, che riesce a tenere un buon ritmo per tutta la sua durata. Buono l’uso dl jump scare e della suspence e riesce a funzionare pur muovendosi tra un mare di cliché non facendo di certo dell’originalità la sua forza. I personaggi risultano profondamente stereotipati allineandosi così ad una serie di pellicole molto conosciute e risentendo dell’effetto “già visto”.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Il buon ritmo della trama che tiene alta l’attenzione dello spettatore.
  • Il buon uso del Jump scare che diverte e cattura.

Cosa non va

  • Personaggi piuttosto stereotipati.
  • La trama prevedibile e con pochissime sorprese.