Persuasione, la recensione: Dal romanzo di Jane Austen, una versione leggera e multietnica con Dakota Johnson

La recensione di Persuasione: la rivisitazione in chiave Bridgerton del romanzo ultimo di Jane Austen non fa fuochi d'artificio.

Persuasion Dakota Johnson
Persuasione: un'immagine di Dakota Johnson

Essendo un adattamento alla Bridgerton, multietnico e con dialoghi modernizzati, non è forse giusto procedere con la recensione di Persuasione, trasposizione Netflix del romanzo meno famoso e ultimo di Jane Austen, comparandolo con gli altri film di radice austeniana già realizzati, anche se sarà, di fatto, inevitabile. Annunciato già come un'operazione che si discosta sia dalle altre versioni della stessa storia che anche dagli altri approcci ai contenuti senza tempo nati dalla penna della cara Jane, Persuasione diretto da Carrie Cracknell ci propone due rivoluzioni nel genere: rendere la sua protagonista e i suoi comprimari più emancipati, liberi e meno schiavi dell'etichetta del tempo e abbattere la quarta parete, usando il dialogo di Anne con il pubblico come un diario interiore per la ragazza.

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Persuasione: Cosmo Jarvis in una scena del film

Se lo stile è cambiato, la storia è la stessa. Dakota Johnson è Anne Elliott, secondogenita del vanesio e superficiale Sir Walter Elliot (Richard E. Grant) che tenendo i suoi interessi economici e debiti in mente, era stato una della cause (insieme a Lady Russell, amica della madre di Anne) della rottura tra l'allora diciannovenne e il suo grande amore, Frederick Wentworth, perché il ragazzo non era abbastanza facoltoso. Otto anni dopo, diventato capitano grazie alle sue abilità nelle guerre Napoleoniche, ricco e quindi degno di ogni donna desideri sposare, Wentworth torna a essere una presenza nella cerchia di Anne, costringendola a un confronto con il passato, i rimpianti e forse la speranza di riprendere da dove si erano lasciati. Carrie Cracknell mostra di voler perseguire più i toni della commedia che del dramma e fa di Dakota Johnson la sua portavoce con lo spettatore. L'attrice che non è nuova ai film in costume, aveva già infatti recitato Shakespeare in Cymbeline, prende sulle spalle la conduzione emotiva del film e lo imposta sulla leggerezza, una sfumatura dei toni della comicità che giova al ritmo del film ma rende le vicende originariamente raccontate da Jane Austen nel 1818 meno dense di realtà, di pathos ed anche di tensione sessuale di cui spesso anche i più austeri film in costume sono pieni. Questo alleggerire il viaggio nell'era regency è sicuramente un approccio vincente con chi è digiuno di film di questo tipo e va premiato per il tentativo di raggiungere chi non sa neanche cosa sia Orgoglio e pregiudizio di Joe Wright o Ragione e Sentimento di Ang Lee, per nominare solo due delle più famose trasposizioni delle opere di Austen sul grande schermo. La fetta di pubblico invece più retrò e più legata storiograficamente a quel trionfo di emozioni che possono nascere solo da quegli sguardi rubati dentro schemi nobiliari prestabiliti, dovrà accontentarsi di un piacevole passatempo tra corsetti, panorami inglesi e bellissimi interpreti.

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La tensione sessuale

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Persuasione: Dakota Johnson in una foto

In Giovani carini e disoccupati, Ethan Hawke, guardando la serie TV Giorno per Giorno, recitava: "Se potessi imbottigliare la tensione sessuale che c'è tra Bonnie Franklin e Schneider risolverei la crisi energetica". Queste parole, sono tornate alla memoria, con potenza supersonica, quando, nel 2005, nell'Orgoglio e Pregiudizio diretto da Joe Wright, assistevamo a una scena che ha alzato l'asticella del concetto di chimica tra due personaggi al cinema: Mr Darcy dichiara il suo amore ad Elizabeth Bennett, che però lo rifiuta, al tempo stesso desiderandolo profondamente e ardentemente. Con questa energia bene in mente, torniamo ad Anne Elliott ed il suo unico e mancato amore, il Capitano Wentworth (Cosmo Jarvis). I due finalmente si confessano un po', nell'intimità di una spiaggia solitaria. Si guardano, si sorridono, si dicono frasi che sappiamo sottendono ad altro. Cerchiamo disperatamente un guizzo di quella stessa ondata di passione e amore compressi che avevamo vissuto con Elizabeth ed il suo Darcy ma non rimane molto. Cosmo Jarvis e Dakota Johnson sono come quei fuochi di artificio che fanno tante palline colorate ma senza botto finale, senza esplosione. Lo spettacolo è sempre piacevole ma non c'è trasporto.

Confidarsi con lo spettatore

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Persuasione: un'immagine di Dakota Johnson

Come anticipato, tra le varie scelte innovative che fa Carrie Cracknell per modernizzare il contenuto di Persuasione su Netflix, c'è l'abbattimento della quarta parete. In un'intervista la regista ha detto di aver fatto questa scelta per permettere allo spettatore di comprendere i tumulti interiori della protagonista che si confida, appunto, con chi guarda. Se da una parte questo escamotage porta in effetti ad una maggiore chiarezza degli intenti di Anne e dei suoi sentimenti nei confronti di chi le sta intorno, in primis l'amato e mai dimenticato Capitano Wentworth, anche qui, il troppo dichiarare toglie energia al non detto che andrebbe invece percepito, elaborato dallo spettatore ed empatizzato. Per rendere l'idea di ciò che manca, questa volta tiriamo in ballo un altro capolavoro, Orso d'Oro a Berlino, Golden Globe come miglior film drammatico nel 1995 e Premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale a Emma Thompson: Ragione e Sentimento di Ang Lee.

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Persuasione: Dakota Johnson in una scena del film

Era proprio Emma Thompson, nel ruolo di Elinor Dashwood, primogenita della famiglia, a regalarci l'esempio cardine di cosa significa veramente soffrire e sentire i tormenti di un personaggio come fossero i nostri. Dopo aver soppresso per un film (e libro) intero il suo dolore per la perdita del suo unico amore, Edward Ferrars (Hugh Grant) destinato a sposare, suo malgrado, un'altra donna, la paziente e fortissima Elinor scoppia nel pianto tra i più veri e singhiozzanti della storia del cinema, nell'apprendere che il suo Edward è invece libero da ogni obbligo e può finalmente amarla. Quei singhiozzi liberatori, cacofonici, impossibili da reprimere rimangono e rimarranno nella mente emotiva per sempre e non sarebbero stati altrettanto dirompenti se Elinor, ce li avesse declinati invece, come fa Anne in Persuasione, guardandoci in faccia, per tutto il film. Ha senso veramente paragonare un film premio Oscar con uno destinato al solo pubblico streaming di Netflix? Forse no ma bisogna sempre aspirare alla grandezza quando si ha a che fare con letteratura e cinema. Dakota Johnson per quanto molto brava, sofferente quanto basta e perfettamente in parte, non riesce a diventare del tutto l'eroina con cui possiamo immedesimarci in modo completo.

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Persuasione: Dakota Johnson, Izuka Hoyle, Nia Towle, Mia McKenna-Bruce in un'immagine

Dopo aver tanto decantato i migliori film tratti dai romanzi di Jane Austen, per sottolineare cosa non va in Persuasione di Carrie Cracknell, è arrivato il momento di riabilitare il film per sottolinearne invece ciò che va premiato. Una volta abbracciata un'ambientazione inverosimile alla Bridgerton, cioè una rappresentazione multietnica e molto più spregiudicata dell'Era Regency, il viaggio risulta degno di essere fatto, nonostante non regga il paragone con i suoi illustri predecessori. Può di sicuro andare a braccetto con l'ultima versione di Emma diretta da Autumn De Wilde, con Anya Taylor-Joy, perché entrambi calcano la commedia e approfittano di ogni occasione del testo della Austen per attualizzare l'ironia e rinfrescarla. Particolarmente esilaranti sono i siparietti che vedono protagonista Mia McKenna-Bruce nei panni di Mary Cosgrove, la sorella minore sposata di Anne, che nelle sue relazioni con marito, sorelle e cognate, è dissacrante, meravigliosamente egoista e assurdamente schietta per l'epoca. Aggiungiamo poi che, non farà le scintille che speravamo con Dakota Johnson ma Cosmo Jarvis in versione Capitano Wentworth si porta a casa la credibile definizione di buon partito. Come Netflix ha sempre saputo fare infine, la colonna sonora è anche degna di nota, suggellata da un nuovo brano originale dal titolo Quietly Yours, scritto e interpretato da Birdy per l'occasione.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Persuasione, ribadendo che risulta impossibile non pensare agli altri illustri adattamenti dai romanzi di Jane Austen quando si guarda a questa operazione, diretta da Carrie Cracknell che qui modernizza, alleggerisce e abbatte la quarta parete per avvicinarsi a tutti i pubblici possibili. Non ci sono abbastanza chimica e fuochi d'artificio tra i protagonisti, Cosmo Jarvis e Dakota Johnson, da risolvere una crisi energetica, ma, i due sono la via giusta per entrare nel meraviglioso mondo creato da Jane Austen e farla conoscere ai più giovani.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.5/5

Perché ci piace

  • Dakota Johnson e Cosmo Jarvis sono in parte e un bel vedere in abiti regency.
  • Alleggerendo e modernizzando Jane Austen, la farà conoscere al pubblico più giovane.

Cosa non va

  • Dakota Johnson e Cosmo Jarvis non fanno scintille né fuochi d’artificio e fanno rimpiangere Keira Knightley e Matthew Macfadyen di Orgoglio e Pregiudizio.
  • I tumulti interiori della protagonista vengono confidati al pubblico grazie all’abbattimento della quarta parete. Viene meno dunque il pathos dato dal silenzio di questi sentimenti soppressi.
  • Modernizzando, non riesce a rendere quanto veramente fuori dagli schemi sia il personaggio di Anne.