Occhiali neri e le scene più spaventose dei film di Dario Argento

Con l'uscita al cinema di Occhiali Neri, l'ultimo film di Dario Argento, riscopriamo le scene più spaventose della carriera del Maestro del brivido.

Occhiali Neri Ilenia Pastorelli
Occhiali neri: un primo piano di Ilenia Pastorelli

L'abbiamo atteso a lungo, ma finalmente il Maestro del brivido è tornato. Dieci anni dopo la sua ultima fatica cinematografica, Dario Argento si appresta a spaventare di nuovo la platea di appassionati con Occhiali neri. Già presentato al Festival di Berlino 2022, il film vede il ritorno di Argento al thriller che l'ha reso celebre in tutto il mondo, raccontando la storia di Diana, una prostituta cieca interpretata da Ilenia Pastorelli, inseguita da un assassino seriale. In attesa dell'uscita in sala del film, prevista per il 24 gennaio, ripercorriamo la carriera del regista romano selezionando le scene più spaventose dei film di Dario Argento.

1. L'uccello dalle piume di cristallo (1970)

Suzy Kendall in una scena del film L'uccello dalle piume di cristallo
Suzy Kendall in una scena del film L'uccello dalle piume di cristallo

L'uccello dalle piume di cristallo, film d'esordio di Dario Argento, raccoglie già molto della cifra stilistica del regista, riuscendo a creare tensione per poi farla esplodere in efferati omicidi. Una scena in particolare racchiude il puro stile argentiano, dimostrandone il virtuosismo e l'attenzione alle immagini. L'assassino, vestito con cappello e impermeabile nero, oltre che i soliti guanti, sta osservando un dipinto che raffigura un omicidio. La finestra potrebbe svelare la sua identità, se non fosse che la tenda gli nasconde il volto. Bastano poche inquadrature per costruire tensione: i dettagli del volto della vittima, la lama del coltello che brilla sotto la luce, le immagini della ragazza che da lì a poco verrà assassinata mentre cammina per strada. I tempi si fanno distesi, la fotografia di Vittorio Storaro circonda le figure nel buio. Sino ad arrivare all'esplosione di violenza, che trasuda quel legame tra eros e thanatos, coinvolgendo lo spettatore in una situazione quasi onirica. La macchina da presa quasi entra all'interno della bocca della ragazza mentre urla, concludendo la scena solo con uno schizzo di sangue sulle lenzuola. Basta questo, siamo già spaventati.

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2. 4 mosche di velluto grigio (1971)

Michael Brandon in una scena del film Quattro mosche di velluto grigio (1971)
Michael Brandon in una scena del film Quattro mosche di velluto grigio (1971)

Per anni 4 mosche di velluto grigio fu considerato il film introvabile di Argento, a causa di alcuni problemi legati ai diritti del film. Si tratta di un film che sottolinea bene il passaggio tra il primo periodo di Argento, più legato al thriller e al giallo all'italiana, e il successivo, più horror (e il successivo Profondo Rosso metterà fine a quest'evoluzione intermedia). Non possiamo parlare del film senza citare la meravigliosa scena finale, ancora una volta tecnicamente sperimentale, che conclude il film con una nota onirica. Dopo essersi svelata come l'assassina del film, Nina viene messa in fuga da un altro personaggio del film, Diomede (interpretato da Bud Spencer). La donna sale in auto e accelera. Guardandosi indietro, nella speranza di non essere seguita, Nina non si accorge che un camion le ha tagliato la strada. Prova a frenare, ma - come i sogni del protagonista hanno già dimostrato per tutta la durata del film - l'esito sarà... tagliente. Ed è qui che avviene la magia cinematografica: con una ripresa effettuata a ben 18mila fotogrammi al secondo, accompagnata dalla soave musica di Ennio Morricone, lo spettatore è costretto a vedere un incidente al ralenty dove Nina finirà decapitata. La lentezza quasi poetica del momento non dovrebbe illudere: mai una morte era stata ripresa con tale insistenza.

3. Profondo rosso (1975)

Macha Méril in una scena del film Profondo Rosso (1975)
Macha Méril in una scena del film Profondo Rosso (1975)

Sono parecchie le scene da citare in questo capolavoro del thriller. Profondo Rosso è forse il film più amato e citato di Dario Argento, ricco di sequenze indimenticabili, tra cui alcune che, grazie alla colonna sonora dei Goblin, riescono a costruire un'atmosfera particolare anche senza spargimenti di sangue. La scena che vogliamo citare, però, è una delle più classiche, che meglio definisce il talento registico (supportato poi dal ritmato montaggio di Franco Fraticelli). Si tratta dell'omicidio della medium che dà il via alla trama del film. La donna sta parlando al telefono. La macchina da presa, però, si separa da lei in maniera alterna, soffermandosi su piccoli dettagli della casa. Pochi secondi e la suspense cresce. Il campanello suona, la medium va ad aprire il portone, che si spalanca improvvisamente, lasciando entrare l'assassino del film. La musica si fa pressante, il montaggio accompagna il tutto con ritmo, i colpi della mannaia ricoprono lo schermo del liquido rosso con brutalità.

4. Suspiria (1977)

Un terrificante primo piano di Eva Axén nel film Supiria ( 1977 )
Un terrificante primo piano di Eva Axén nel film Supiria ( 1977 )

Una scena simile si replicherà con il film successivo di Dario Argento, stavolta intento a creare, nel capolavoro Suspiria, una vera e propria dimensione da incubo fiabesco. Anche in questo caso, si possono trovare molte sequenze riuscite che riescono a tenere incollato lo spettatore (e nel caso migliore, ad Argento basta solo una sagoma dietro una tenda e il suono dei sospiri), ma nulla batte una delle sequenze iniziali in cui si assiste a un doppio omicidio. Scena tra le più brutali della carriera di Argento, dove addirittura la lama del coltello penetra nel cuore della vittima in bella vista, questa caratterizza al meglio il clima misterioso e violento del film. A partire da una tensione crescente in cui due occhi si nascondono nel cuore della notte, al di là della finestra della stanza della ragazza, per poi aprire i balli di una danza macabra. Violenza esplicita ed espressiva, dove i colori di Luciano Tovoli aumentano l'effetto pauroso del momento. La scena si conclude con la macchina da presa che indugia sui corpi delle giovani ragazze: la prima impiccata, la seconda uccisa da un pezzo di vetro.

5. Inferno (1980)

La morte appare sul riflesso di uno specchio al protagonista di Inferno (1980)
La morte appare sul riflesso di uno specchio al protagonista di Inferno (1980)

Un film di quasi sola regia. Creativo, inventivo, uno showreel del pieno talento di Argento che sacrifica un po' le regole più ordinarie e canoniche della "bella" sceneggiatura per portare sullo schermo un vero e proprio incubo. In Inferno, secondo capitolo della Trilogia delle Madri, scritta da Daria Nicolodi, troviamo una narrazione totalmente onirica che dà vita a una sequenza di scene uniche nel loro genere. Tra le tante vogliamo citare quella più d'impatto, che già a una prima visione sconvolge e dimostra la creatività di Argento. Si tratta del cosiddetto "omicidio del Va' pensiero" e il motivo lo spieghiamo subito. Una coppia sta passando la serata in un appartamento. Essendo studenti di musica, i due decidono di ascoltare un vinile del Nabucco di Verdi. I continui cali di tensione elettrici, però, fanno partire e ripartire il disco, illuminando e spegnendo l'appartamento. In questa continua alternanza tra luce e oscurità, tra musica e silenzio, si compie l'omicidio. Una scena di forte impatto.

6. Tenebre (1982)

Mirella D'Angelo in una scena di Tenebre
Mirella D'Angelo in una scena di Tenebre

Dopo la parentesi puramente horror, gli anni Ottanta vedono un ritorno al thriller per Dario Argento, senza dimenticare, però, la lezione dei film precedenti. Tenebre è un mix riuscito di queste due anime argentiane. Il film fu per lungo tempo censurato, a causa della brutalità di alcune scene, e persino nel Regno Unito fu considerato uno dei video nasty, ovvero quei film talmente contrari al buon costume da venire banditi. La scena finale del film è una vera e propria orgia di sangue: a partire dalla mano mozzata del personaggio di Jane (interpretato da Veronica Lario) che, come un'onda, riempie di sangue la parete domestica, sino alla morte di Peter Neal, trafitto da una scultura. Le continue urla rimbombano nella testa dello spettatore, anche durante i titoli di coda, lasciandolo ammutolito.

7. Phenomena (1985)

Jennifer Connelly in una scena del film Phenomena (1985) di Dario Argento
Jennifer Connelly in una scena del film Phenomena (1985) di Dario Argento

La fiaba e l'orrore. Dario Argento con Phenomena ritorna alle atmosfere più sognanti replicando la struttura di Suspiria, ma facendo leva su una giovanissima ed eterea Jennifer Connelly come protagonista. Più incentrato sul ruolo della fata che della strega, Phenomena mostra un altro degli elementi più cari ad Argento: il rapporto tra uomo e natura, tra persone e animali, specialmente insetti. Anche in questo caso vogliamo soffermarci sulla sequenza finale, quasi inaspettata e degna del migliore jump scare. Jennifer sembra essersi messa in salvo e l'arrivo dell'avvocato Shapiro la rincuora. I due si stanno per abbracciare, ma all'improvviso ritorna in scena la signora Bruckner che, con un colpo di lamiera, decapiterà l'avvocato. Il tono rassicurante si trasforma rapidamente e Jennifer sembra avere la peggio. A salvare la situazione ci penserà lo scimpanzé Inga, armata di rasoio, che vendicherà la morte del suo padrone, precedentemente assassinato.

8. Opera (1987)

Uno dei corvi del film Opera (1987)
Uno dei corvi del film Opera (1987)

Anche in Opera, film successivo del regista, troviamo gli animali come forza vendicatrice delle malefatte dell'uomo. Una delle scene più celebri e spaventose è quella che vede l'ingresso dei corvi all'interno del Teatro, durante la rappresentazione del Macbeth. La macchina da presa, in una maniera quasi impossibile, diventa una soggettiva degli uccelli che volano tra il pubblico. È una scena di forte impatto che trattiene lo spettatore come in un giro sulle montagne russe e che si conclude con la ripresa di un corvo che mangia un occhio all'assassino del film. Indugiando sui dettagli, sul becco e la carne martoriata, il film regala allo spettatore un momento di puro dolore e di forte impressione. Impossibile restare indifferenti.

9. Non ho sonno (2001)

Una sequenza del thriller Nonhosonno di Dario Argento.
Una sequenza del thriller Nonhosonno di Dario Argento.

Non ho sonno ha una scena posta a inizio film che colpisce lo spettatore duramente a causa della sua incredibile violenza. Attraverso gli occhi di un giovane ragazzino, anche lo spettatore è costretto ad assistere, impotente, a un brutale omicidio, catturato con un'inquadratura che non lascia spazio alla fantasia. Un assassino sta uccidendo una donna con l'uso di un corno inglese, ripetutamente infilzato nella bocca di lei. Il sangue che scorre, il rumore della carne colpita, le guance che si rompono: un inizio che colpisce le viscere dello spettatore.

10. Occhiali neri (2022)

Occhiali Neri
Occhiali neri: Ilenia Pastorelli in una scena agghiacciante

Concludiamo la nostra rassegna con una scena tratta da Occhiali Neri, l'ultimo film del regista che ritorna alle sue atmosfere thriller degli esordi. Non scenderemo troppo nei dettagli, sia per lasciare la sorpresa al pubblico che per non rovinare la visione del film al cinema. Vi basti sapere che, a più di cinquant'anni di distanza dal suo film d'esordio, Dario Argento sa ancora come rappresentare la violenza sullo schermo, dando vita a una scena che sembra - piacevolmente - appartenere a un cinema che non si trova più molto spesso. Il misterioso killer del film darà filo da torcere a una coppia di poliziotti che stanno indagando sul suo caso. Anche in questo caso saranno una lama e un veicolo a compiere il misfatto, lasciando lo spettatore ammutolito e l'appassionato del gore piacevolmente sorpreso.