Martin Luther King vs FBI, la recensione: un documentario evento che rivela e fa riflettere

La recensione di Martin Luther King vs FBI, il documentario di Sam Pollard che rivela lo scontro tra l'attivista per i diritti civili e l'FBI e pone domande sulla figura del mito.

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Martin Luther King VS FBI: una scena del documentario

È un'opera interessante quella che andremo ad analizzare in questa nostra recensione di Martin Luther King vs FBI. Il film è un documentario, diretto da Sam Pollard, che intende indagare e soprattutto rivelare uno scontro ideologico che avvenne per anni tra quello che, in America, tra il 1955 e il 1968, veniva considerato il "leader morale della nostra nazione", cioè Martin Luther King e uno degli uomini più potenti (e rispettati) dell'epoca, il direttore dell'FBI J. Edgar Hoover. È uno scontro che il documentario, grazie a filmati d'archivio, uniti a racconti in voice over ricostruisce, ma è anche l'occasione per indagare sulla figura del mito, riflettendo su un altro tipo di scontro: l'uomo e la sua rappresentazione.

Quasi come un thriller

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Martin Luther King VS FBI: una scena

Con la declassificazione di alcuni documenti, è possibile far conoscere al pubblico parecchie informazioni di quello che è successo tra l'FBI, nella figura di J. Edgar Hoover, e Martin Luther King negli anni Sessanta. L'attivista per i diritti degli afroamericani era mal visto dall'FBI che ha tentato in tutti i modi di umiliarlo e indebolire la sua figura, attraverso vari mezzi, molti dei quali estremamente controversi. Dalle accuse di far parte del partito comunista alle registrazioni segrete nelle camere d'albergo per mettere in pubblica piazza le vicende (anche sessuali) della vita privata del premio Nobel per la pace, Martin Luther King vs FBI racconta questa guerra segreta. Con un ritmo alto, che mantiene alta l'attenzione dello spettatore, il documentario acquista i toni di un thriller, in cui il colpo di scena è sempre dietro l'angolo. Ma è anche l'occasione per far riflettere lo spettatore sull'etica delle istituzioni governative e addentrarsi nella psicologia del potere. Anche se, durante la visione, è intuibile la fazione prediletta dal regista.

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Uomini e macchine

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Martin Luther King VS FBI: una foto del documentario

Lo si percepisce sin dalla maniera in cui vengono presentati i due estremi all'inizio del film. Martin Luther King è immerso nella folla urlante, acclamato, applaudito. Sono le scene della marcia su Washington del 1963, in cui verrà pronunciato il celebre discorso "I have a dream". Le riprese d'archivio mostrano la folla dei manifestanti applaudire alle sue parole. L'FBI, invece, subito dopo, viene presentata attraverso lo scanner di una fotocopiatrice, che passa sopra le carte e le parole dattilografiche. Di conseguenza, uno appartiene alla dimensione umana, l'altra alla macchina, così come uno era solo una persona con una voce chiara e l'altra un'istituzione del Paese. Chiaramente, Sam Pollard è più interessato alla figura dell'uomo, più pura e simbolica, nonostante lasci presagire una dimensione nascosta, mentre si rivolge all'FBI, oltre a una non troppo velata denuncia sul suo operato, uno sguardo meno accomodante. È come se, attraverso questa doppia posizione, anche lo spettatore dovesse venire a capo delle proprie singole contraddizioni: se "combattere" insieme all'attivista sposando la giusta lotta oppure se lasciarsi dominare dalla curiosità voyeuristica dei suoi difetti per screditarlo. Si tratta, quindi, di una lotta che diventa anche empatica, lasciando che il film si dimostri particolarmente adatto alla nostra contemporaneità. Prendendo però una chiara posizione, il film rischia, nella sua lunga durata, di nascondere questo conflitto risolvendosi in un racconto che non sempre mantiene alto, allo stesso livello, l'interesse verso la materia narrata, perdendo parte della propria forza.

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Martin Luther King VS FBI: un'immagine del documentario

La storia non è finita

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Martin Luther King VS FBI: una sequenza del documentario

Si dimostra, di conseguenza, molto interessante la coda del documentario, poco approfondita ma lasciata come spunto di riflessione per la post-visione. Nel 2027 molte delle registrazioni che l'FBI ha effettuato nei confronti di Martin Luther King vedranno scadere il proprio sigillo di riservatezza. Il film si (e ci) domanda se eventuali rivelazioni sulla vita privata di Martin Luther King potrebbero in qualche modo convalidare le tesi dell'FBI e gettare più di qualche ombra sull'operato dell'attivista. Si assiste così a uno scontro tra ciò che una persona è davvero e ciò che, invece, dice di essere. È un confronto interessante, che spesso ai giorni nostri si ripresenta quando, per motivi diversi, si discute se sia necessario separare l'uomo dall'artista. Il timore è quello che il ritratto di Martin Luther King, grazie anche a qualche accusa pesante, raccontata nel documentario, possa cambiare radicalmente. Lo scontro, quindi, appare ben lontano dall'essersi concluso, anche se eventuali sviluppi futuri potrebbero inficiare la presa di posizione dello stesso documentario.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Martin Luther King vs FBI possiamo ritenerci soddisfatti dal documentario che racconta un conflitto segreto tra l’attivista e l’agenzia governativa. Attraverso l’uso dei filmati d’archivio e voci narranti, il film prende subito una chiara e netta posizione risultando a volte un po’ troppo statico nella narrazione, ma sa donare anche parecchi spunti di riflessione, soprattutto in vista di alcuni sviluppi futuri.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il documentario riesce ad interessare lo spettatore grazie a un buon montaggio di filmati d’archivio e racconti.
  • Oltre la superficie, offre spunti di riflessione sul conflitto tra figura pubblica e privata.

Cosa non va

  • Prendendo posizione subito, il documentario a volte si dimostra un po’ statico nel materiale presentato.