Mahmood, la recensione: Quando il successo non è solo X Factor...

La recensione di Mahmood: il film sull'amato cantante, presentato ad Alice nella Città nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, esce al cinema solo il 17, 18 e 19 ottobre. Racconta la vita che non conosciamo della popstar ma ci parla anche della via per arrivare al successo.

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Mahmood: una sequenza

A volte capita che si possa avere quello che chiamano l'X Factor, senza per forza dover passare e vincere per X Factor. Lo sapevamo già, ma questa è una delle cose più interessanti che potrete vedere in un documentario molto particolare, che vi raccontiamo nella recensione di Mahmood, il film di Giorgio Testi sull'amato cantante, presentato ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, e in uscita evento al cinema solo il 17, 18 e 19 ottobre (e prossimamente in streaming su Prime Video). Sì, il nostro Mahmood, prima di vincere due volte il Festival di Sanremo, è passato da quel tritacarne artistico e mediatico che è il talent show, X Factor, uscendone subito e senza lasciare traccia. Anche chi segue la trasmissione con attenzione stenta a ricordarlo. E, soprattutto, stentano a riconoscere in quel ragazzino un po' spaesato l'animale da palcoscenico che, pochi anni dopo, con Soldi, si sarebbe mangiato un palco "pesante" come quello del Teatro Ariston. Le immagini di repertorio della sua apparizione a X Factor sono interessanti. Il ragazzo si esibisce e tutti ne tessono le lodi. Anche Morgan, quello che con Elio ne capisce più di tutti: "Essere funky vuol dire avere groove, essere sexy, e tu lo sei". Sì, però lo eliminano tutti. Vi raccontiamo tutto questo perché Mahmood è un film che funziona su più piani: racconta la vita che non conosciamo di una popstar affermata, il suo lato intimo e i legami con la famiglia. Ma serve anche a raccontarci che per arrivare al successo non c'è una via unica, tracciata, quella dei talent e dei concorsi, quella che porta a snaturare se stessi. Si può fare anche il proprio percorso, lavorare, trovare il proprio stile. Mahmood, quindi, ci parla di lui, ma anche di show business. Ed è un film per fan, ma non solo: può interessare a tutti.

Soldi, il grande successo

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Mahmood: un'immagine del film

Ed è proprio quell'uscita precoce da X Factor a segnare la carriera e il successo di Mahmood, che, quando era nel famoso talent, si presentava ancora come Alessandro, il suo nome di battesimo. È Dario Faini, in arte Dardust, vero e proprio Re Mida della produzione musicale italiana, a raccontarcelo. Sì, perché se fosse andato avanti, e magari avesse vinto X Factor, Mahmood probabilmente avrebbe fatto un percorso più canonico, precostituito. Senza la vittoria al talent, che spesso è una spinta ma anche un fardello, l'artista ha potuto costruire il suo stile, affinarlo, e portare una proposta più convincente. Soldi, vincitrice a sorpresa del Festival di Sanremo, è uno dei punti chiave del film: è evocata dai suoi primi accordi sin dall'inizio, per poi arrivare come climax. Mahmood ci racconta di aver pensato alla canzone mentre era in palestra e stava ascoltando un pezzo di Post Malone. Gli è venuto in mente questo ritornello, "soldi, soldi", ed è andato subito a fare una nota vocale al cellulare. Anche Dardust, insieme a Charlie Charles autore e produttore della canzone, ha avuto un ruolo decisivo: pensando alle origini nordafricane di Mahmood, ha inserito un bouzuki, uno strumento che fa parte di una certa tradizione musicale, ha fatto suonare un riff, una mononota, e lo ha inserito a fianco di piano e basso nella base. E poi ha lavorato su quegli elementi riconoscibili, quelli che fissano una canzone in testa, come il ripetere di certe parole "come va come va come va" e il battito di mani.

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Nel nome del padre

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Mahmood: una scena del film

Carmen Consoli, che vediamo ospitare Mahmood nella sua casa in Sicilia (ed è un piacere rivedere la cantantessa, protagonista assoluta degli anni Novanta e di quasi 30 anni di musica italiana), la definisce una canzone rock, con quel clap clap che chiama il pubblico a rispondere. Soldi è rock, è r'n'b, ma soprattutto è un pezzo di vita di Mahmood. Come Gioventù bruciata, Soldi parla del rapporto con il padre. Ed è proprio questo uno dei punti chiave del film. Conosciamo finalmente qualcosa di più di una storia dolorosa. Lo vediamo, quel bambino sorridente e rotondo che vive una vita tutto sommato tranquilla, vediamo quel suo ultimo viaggio in Egitto con il padre a otto anni. E ci parla di lui, di un rapporto mai decollato, già prima che il padre lasciasse la famiglia, un rapporto che, a otto anni, gli sembrava normale e che solo dopo è risultato essere un rapporto vuoto. C'è anche l'altro lato, la mamma amatissima, Anna Frau, altra grande protagonista del film come della vita di Mahmood, e la famiglia numerosa con cui passa ore spensierate in una pineta sul mare in Sardegna. Ma in questa miscela c'è anche il cuore della musica di Mahmood: la mamma gli faceva ascoltare Lucio Battisti, il padre la musica egiziana, e così la musica diell'artista è diventata il mix unico che è oggi.

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Mahmood: una scena del documentario

Da Gratosoglio allo Sheperd Bush Empire

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Mahmood: una foto del film

E Mahmood, il film, è questo. Un viaggio avanti e indietro nel tempo. Gratosoglio, il quartiere di Milano dove è cresciuto, la vita familiare in Sardegna. E poi il viaggio intorno al mondo, il tristemente famoso Bataclan di Parigi, lo Sheperd's Bush Empire di Londra, l'Alcatraz di Milano. Cattedrali della musica che oggi Mahmood domina da star consumata (guardate l'ingresso in scena con un abito bianco che gli copre anche il volto, o con un abito argentato che lo fa sembrare un alieno) e dove incontra il pubblico di tutto il mondo. Persone che a volte non sanno l'italiano, a volte lo imparano per capire i suoi testi. Mahmood è tutto questo, è un artista consumato eppure ancora tutto da scoprire, è la popstar che gira il mondo ma rientra sempre a fare le grigliate in famiglia, è un cantante realizzato eppure è sempre quel ragazzino che, a ogni successo, fa quelle facce stupite. La più bella è quella che commenta la sua vittoria a quel Sanremo Giovani che poi lo avrebbe portato a gareggiare, e vincere, tra i big a Sanremo. La sorpresa è così tanta che gli scappa un "porca tr..a" davanti a sua maestà Pippo Baudo. Sincero, diretto, questo è Mahmood. Ed è per questo che ci piace.

Conclusioni

Nella recensione di Mahmood vi abbiamo spiegato che è un film che funziona su più piani: racconta la vita che non conosciamo di una popstar affermata, ma serve anche a raccontarci che per arrivare al successo non c'è una via unica, tracciata, quella dei talent. Mahmood ci parla di lui, ma anche di show business. Ed è un film per fan, ma non solo: può interessare a tutti.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Il lato intimo e familiare di Mahmood, che non conoscevamo così bene.
  • Il racconto della nascita dei suoi successi, come Soldi.
  • Il fatto che si parli anche di talent show ne fa un film universale, sullo show business.

Cosa non va

  • Non è solo un film per fan, ma è chiaro che chi non segue il mondo della musica potrebbe non essere interessato.