Last Christmas, la recensione: Commedia natalizia all’ombra della Brexit

La recensione di Last Christmas, film di Paul Feig ispirato all'omonimo brano di George Michael: una commedia romantica tra le incertezze dell'oggi e la magia della tradizione.

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Last Christmas: Emilia Clarke in una scena del film

La riscrittura della favola natalizia è un rituale ormai consolidato del panorama cinematografico ad ogni latitudine. Anche l'ultimo film di Paul Feig, di cui vi parleremo in questa recensione di Last Christmas, non si sottrae alla reinterpretazione del racconto di Natale, declinato ormai in tutte le sue sfumature e in questo caso narrato nel bel mezzo degli strappi della contemporaneità a partire dall'ombra della Brexit. La sensazione sarà quella di ritrovarsi tra le atmosfere di Love actually, la Londra iconica di Notting Hill e l'imprescindibile umorismo british a cui la scrittura brillante di Emma Thompson e Bryony Kimmings dà il proprio contributo.

Risate e sentimentalismi, bizzarri Babbi Natale, l'immancabile lezione morale, famiglie disfunzionali ricomposte dal proverbiale "a Natale siamo tutti più buoni" e love story improbabili sono gli ingredienti di una commedia romantica destinata a rientrare da oggi nel tradizionale immaginario di storie natalizie. Il resto lo fa la colonna sonora caratterizzata dalle musiche di George Michael e gli Wham!, compreso il celebre brano che dà il titolo al film e l'inedito This Is How (We Want You to Get High).

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La trama: una commedia natalizia all'ombra della Brexit

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Last Christmas: Henry Golding con Emilia Clarke in una scena del film

L'idea di Last Christmas nasce dieci anni fa, quando il produttore David Livingstone iniziò a pensare a una commedia ispirata all'omonimo brano degli Wham!, canzone natalizia per antonomasia; seguì un incontro con George Michael che accettò di salire a bordo, a patto che però a scrivere la sceneggiatura fosse Emma Thompson. E così è stato. Sul grande schermo quel progetto è diventato la storia agrodolce dell'impacciata Kate (Emilia Clarke), che si aggira per le strade di Londra avvolta in una tuta da elfo verde e indossando un cappotto maculato; il tintinnio delle campanelle sulle sue scarpe contribuisce a non farla passare inosservata. Vorrebbe fare la cantante e pattinare sul ghiaccio come in un classico Disney, ma ha collezionato solo una sfortunata sequela di scelte sbagliate, e ora sbarca il lunario lavorando in un negozio di articoli natalizi aperto tutto l'anno. L'ultima coinquilina l'ha sbattuta fuori di casa, con i suoi non ha mai avuto un buon rapporto, specialmente con mamma Petra (Emma Thompson), una donna autoritaria originaria dell'Ex Jugoslavia e nostalgica del caro vecchio socialismo. In cerca di un proprio posto nel mondo, Kate incontrerà Tom (Henry Golding), personaggio quasi immaginifico che sembra venuto fuori da un musical anni '30: il suo motto è "Look up" ("Guarda in alto"), perché solo così ci si potrà lasciare sorprendere dalla meraviglia. Con lui Kate riuscirà a rimettere ordine nella sua vita.

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Last Christmas: Henry Golding in una scena del film

Il film di Paul Feig prende in prestito tutti i topoi della commedia natalizia: imperano il romanticismo, si alternano figure che riecheggiano fantasmi dickensiani, lo sfondo è quello tradizionale di luci e mercatini di una Londra malinconica, accogliente, multietnica e ferita dalle incertezze della Brexit. Ma come nel più classico Natale cinematografico l'amore trionfa, la magia si compie e i cuori guariscono con tanto di canti, fiocchi di neve e baci rubati.

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Personaggi sospesi tra favola e ironia

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Last Christmas: Emma Thompson ed Emilia Clarke in una scena del film

Last Christmas è inclusiva, calda e rocambolesca, e rivela proprio nella sua dimensione tragicomica la parte più riuscita, mentre la narrazione romantica risulta edulcorata e la colonna sonora ridotta a un mero accompagnamento. Ci si diverte soprattutto grazie a una galleria di personaggi ben caratterizzati: da Kate (Emilia Clarke) che ha la goffaggine di Bridget Jones e l'incedere sognante di Amelie, a Santa, 'Babbo Natale', interpretata da una sarcastica e composta Michelle Yeoh. Il suo regno è Yuletide Wonderful, il negozio di articoli natalizi di cui è proprietaria: un caleidoscopico sottobosco di cianfrusaglie strabordante di decorazioni, lucine colorate e oggetti bizzarri come il gibbone che canta Last Christmas o il presepe che si illumina sulle note di un brano techno.

È il palcoscenico ideale a cui affidare la dimensione più favolistica del film, che paga però l'ambizione di voler combinare diversi registri senza mai riuscirci in maniera coerente. Brillante anche il ruolo che Emma Thompson, autrice della sceneggiatura, si cuce addosso: la sua Petra è una donna materna, ansiosa, perseguitata dall'idea che la Brexit possa rispedirli nel paese d'origine, l'Ex Jugoslavia, da cui è fuggita insieme alla famiglia negli anni '90. Intona vecchie filastrocche socialiste, a Natale impone i piatti della tradizione slava e non può fare a meno di un controllo maniacale sulle proprie figlie; lontano dalla macchietta caricaturale, ha la verve comica giusta per regalarci alcuni dei siparietti comici migliori del film. Un concentrato di ironia e realismo, che ci riporta alle lacerazioni della società inglese contemporanea, su cui si allunga lo spettro della Brexit.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Last Christmas con la certezza che il titolo entrerà imprescindiblmente a far parte dell'immaginario cinematografico natalizio. Merito più che del film in sè, della colonna sonora che lo accompagna, composta dai brani degli Wham! e di George Michael, compreso quello che gli dà il titolo. L'ennesima reinterpretazione del racconto di Natale attraverso una commedia romantica, inclusiva e ironica. Nel complesso il filone sentimentale soffre spesso di una narrazione edulcorata, mentre la dimensione tragicomica funziona e salva diverse scene. La vera rivelazione è la verve comica di Emma Thompson, qui anche autrice della sceneggiatura, nelle vesti di una madre vecchio stampo, Petra, trasferitasi in Inghilterra dalla ex Jusgoslava. Un concentrato di ironia e realismo.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • Una commedia romantica che reinterpreta il mito del racconto natalizio prendendone in prestito alcuni elementi e adattandoli alla contemporaneità: il Natale è all'ombra della Brexit.
  • Una scrittura che rievoca le atmosfere di Love actually, la Londra iconica di Nottig Hill e la tragicomicità di Bridget Jones.
  • L'umorismo british regala alcuni dei momenti migliori del film.
  • Emma Thompson interpreta un personaggio autentico, divertente e straordinariamente comico.

Cosa non va

  • La dimensione più romantica cede il passo a facili sentimentalismi e a una narrazione edulcorata.
  • Non sempre lo spettatore riuscirà a trovare la giusta empatia con i due protagonisti.