La vita che volevamo, la recensione: la scommessa austrica per gli Oscar 2021

La recensione de La vita che volevamo: il nuovo dramma austriaco originale Netlfix, girato in Sardegna e con protagonisti Elyas M'Barek e Lavinia Wilson.

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What We Wanted: un momento del film

Basato sul racconto breve Der Lauf der Dinge, scritto dall'autore svizzero Peter Stamm e inedito in Italia, e diretto dalla regista Ulrike Kofler (al suo esordio in un lungometraggio), La vita che volevamo è la pellicola selezionata dall'Austria per concorrere al premio Oscar come miglior film straniero nel 2021. Come vedremo nella nostra recensione de La vita che volevamo, la trama è incentrata sul dramma vissuto da una coppia tedesca che, nonostante il grande desiderio e i numerosi tentativi, non riesce a concepire un figlio. Gli attori protagonisti sono Elyas M'Barek (Squadra speciale Cobra, Kebab for Breakfast) e Lavinia Wilson (Æon Flux - Il futuro ha inizio) e la pellicola è stata quasi interamente girata in Sardegna, lungo la costa sud orientale dell'isola.

La trama

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What We Wanted: un'immagine del film

Alice (Lavinia Wilson) e Niklas (Elyas M'Barek) sono una giovane coppia apparentemente perfetta. Eppure, il loro equilibrio è minato da una voglia di genitorialità frustrata dalle circostanze: nonostante il profondo desiderio e i numerosi sforzi, infatti, quello di avere un figlio sembra un sogno irrealizzabile. Quando l'ennesimo tentativo di fecondazione in vitro fallisce, i due decidono di concedersi una vacanza in un resort di lusso in Sardegna, nella speranza di ritrovare un po' di serenità e la complicità di coppia perduta. Sull'isola, però, Alice e Niklas fanno la conoscenza di una coppia austriaca con due figli che sembra il ritratto di tutto ciò che loro avrebbero voluto essere. Questo incontro non fa altro che accentuare la crisi tra i due, fino a quando un evento tragico e inaspettato stravolgerà improvvisamente la loro visione della vita.

Un dramma silenzioso

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What We Wanted: una scena

Quello che viene messo in scena in La vita che volevamo è un dramma tanto intenso quanto taciturno che si consuma all'interno di una coppia che sembra ormai arrivata alla fine del proprio viaggio emotivo. Benché il soggiorno in Sardegna venga utilizzato come un espediente per cercare di ritrovare la complicità, Alice e Niklas appaiono estremamente stanchi, senza la minima voglia di rimettersi in piedi. Dai loro volti e dai loro gesti non traspare un briciolo di energia e le loro conversazioni, fatte di sporadiche frasi e battibecchi, tradiscono il fatto che tutto sia già stato detto. Solo l'impatto con l'ambiente esterno sembra costituire un elemento di novità; ma le parole di circostanza dei vicini di resort, pronunciate talvolta per sdrammatizzare altre per incoraggiare, finiscono solo per risultare tentativi invadenti di esprimere il proprio parere a tutti i costi.

Uno sguardo delicato

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What We Wanted: una scena con Lavinia Wilson

Il dolore di una genitorialità che non riesce a realizzarsi, infatti, costituisce un dramma privato che dovrebbe essere libero dalle opinioni altrui. Ed è proprio quello che cerca di mettere in evidenza Ulrike Kofler con il suo lavoro: grazie a uno sguardo delicato e privo di giudizio, la regista porta sullo schermo la profonda sofferenza di Alice e Niklas, sottolineando quanto possa essere inopportuno chi, con totale mancanza di tatto, interagisce con quelle coppie che non riescono ad avere dei figli. Questa sorta di monito si traduce in una sottile ironia che costituisce poi il fil rouge dell'intera narrazione: non solo i due protagonisti sono sempre circondati da famiglie con bambini ma i loro vicini si lasciano spesso sfuggire frasi infelici come "Posso capire che non vogliate figli."

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Una narrazione piatta

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What We Wanted: una sequenza

Per quanto, però, la tematica sia sicuramente di un certo spessore e meriti quello spazio che spesso non le viene riservato, La vita che volevamo appare, alla lunga, un po' monotono e monotematico. La narrazione procede sempre uguale, ritornando ciclicamente sulle medesime problematiche e senza che vi sia alcun episodio capace di costituire non necessariamente un punto di svolta ma almeno un diversivo. Per questo sembra quasi stonare il tragico evento alla fine del film, inserito in modo forzato solo per indurre un cambiamento nella mente dei due protagonisti. Cambiamento che lo spettatore può solo intuire ma che, proprio come accade per il dolore, non viene mai esplicitato.

Interpretazione eccellente

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What We Wanted: una scena del film

Grande punto di forza della pellicola sono, invece, i suoi attori protagonisti Lavinia Wilson e Elyas M'Barek. Le loro interpretazioni di Alice e Niklas sono davvero intense e lasciano trasparire, con le loro espressioni e i loro gesti, tutta la frustrazione di una coppia che non riesce a realizzare il suo desiderio più grande. In particolare la Wilson indossa un velo di tristezza sul viso che appare tanto dignitoso quanto credibile dall'inizio alla fine del film. Anche i vicini di resort Christl e Romed, rispettivamente interpretati da Anna Unterberger e Lukas Spisser, nel loro essere rumorosi e spesso inopportuni si rivelano estremamente realistici, finendo per ricordarci quei vicini di ombrellone fastidiosi che tutti noi abbiamo incontrato almeno una volta nella vita.

Conclusioni

Come abbiamo visto nella nostra recensione de La vita che volevamo, la pellicola affronta una tematica tanto importante quanto delicata, valorizzata ancora di più dallo sguardo privo di giudizi della regista e dall'eccellente interpretazione dei suoi attori. Peccato per il ritmo narrativo, un po' monotono e senza slanci, eccezion fatta per un tragico evento finale che appare, però, più una forzatura per indurre un cambiamento nei protagonisti che altro.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.7/5

Perché ci piace

  • Uno sguardo delicato su un tema importante.
  • Ottima prova attoriale.

Cosa non va

  • Ritmo narrativo un po' piatto.