Recensione M'ama non m'ama (2002)

Dopo il successo di Amélie, per Audrey Tautou era inevitabile il rischio di restare intrappolata nel delizioso personaggio che l'aveva messa in evidenza. M'ama non m'ama e' il film adatto per liberarsi di questo pericolo?

L'altra faccia dell'amore

Dopo il successo di Il favoloso mondo di Amélie, per Audrey Tautou il rischio di restare intrappolata nel delizioso personaggio che l'aveva brillantemente messa in evidenza era inevitabile. E già dalle prime scene di M'ama non m'ama il rischio sembra concretizzarsi e prender forma: l'espressione dell'attrice, i colori, e persino la musica, fanno il verso al capolavoro di Jean-Pierre Jeunet.
Ma parlare troppo presto non è mai sinonimo di maturità e profondità di senso critico: qualche minuto e la musica si colora di un tono più aspro, i suoni si fanno più duri, ed è un primo segnale che forse M'ama non m'ama può essere qualcosa di più di una rivisitazione sterile e banale del visino della Tautou.

Per la prima metà il film sembra darci ragione: seguiamo Angelique, il personaggio principale interpretato dalla ex-Amelie, una studentessa d'arte, nella sua storia d'amore con un cardiologo sposato. Tra regali, sorprese e tormenti, vediamo la sua sofferenza per un rapporto complesso, la sua speranza che lui lasci finalmente la moglie per dedicarsi completamente a lei. E nonostante le cose tra l'uomo e sua moglie si complichino, questo tanto atteso momento tarda ad arrivare, e la storia d'amore fa soffrire Angelique, portandola ad un gesto estremo che è un vero punto di cesura del film.
Il nastro della vicenda viene riavvolto e tutta la storia ci viene presentata di nuovo dall'inizio, ma questa volta dal punto di vista di Loïc, il cardiologo, assumendo ben altri significati, e soprattutto ben altri toni narrativi.

Una prima parte da commedia romantica frizzante viene bruscamente sostituita da una seconda parte che assume il sapore di un thriller, la simil Amelie dell'inizio assume toni più cupi con l'interpretazione della Tautou perfettamente all'altezza della situazione, confermando la sua abilità nel dipingere un personaggio complesso e dando vita al film.
Accanto a lei, è buona anche l'interpretazione di Samuel Le Bihan nel ruolo di Loïc, ma soprattutto l'attenta e furba regia di Laetitia Colombani, coautrice anche della sceneggiatura, che riesce a rendere bene le due anime del film.
In realtà, tra la prima e la seconda metà, è un po' tutto a cambiare, colori, luci, musica, tutto adattato al mutamento nel tono narrativo, e al mutamento nel modo in cui storia e Angelique ci vengono presentati.

Una piacevole sorpresa questo M'ama non m'ama, forse non perfetto, ma intelligente nel suo giocare col pubblico, utilizzando la tecnica del doppio punto di vista per raccontare l'ossessione d'amore in modo particolare, per mostrare la doppia faccia del sentimento, fino a giungere alle sue estremizzazioni, e soprattutto dell'abilità di un'attrice emergente, Audrey Tautou, che può andare oltre il personaggio della ragazzina dolce e sognatrice che l'ha resa famosa.

Movieplayer.it

3.0/5