Il signore degli anelli: 3 motivi per rivedere la trilogia in sala

Il signore degli anelli di Peter Jackson torna al cinema restaurato in 4K: ecco 3 motivi per rivedere l'epica trilogia in sala.

Argonath
Il signore degli anelli: gli Argonath

Una festa a lungo attesa. Non possiamo che citare il primo capitolo dell'opera letteraria per presentare la notizia del ritorno nelle sale cinematografiche della trilogia de Il signore degli anelli. Una festa a cui sono tutti invitati: vecchi appassionati, nostalgici pronti a rivivere le stesse emozioni di vent'anni fa e nuove generazioni. Uno dei maggiori successi cinematografici di tutti i tempi (da solo, il terzo capitolo della saga vinse 11 premi Oscar su 11 nomination) rivive con un nuovo restauro curato da Peter Jackson e si riappropria della sua dimensione migliore, quella del grande schermo. Tre gli appuntamenti, dal 22 luglio al 4 agosto: si comincia, ovviamente, con La compagnia dell'anello (22-26 luglio), per proseguire con Le due torri (27-30 luglio) e concludersi con Il Ritorno del Re (31 luglio-4 agosto). Nonostante si tratti delle versioni cinematografiche (considerate inferiori dai fan rispetto a quelle estese), si tratta di un'occasione imperdibile. Ecco 3 motivi per rivedere la trilogia, per entrare nel buio della sala e ritrovarsi, almeno per un po' di tempo, nella Terra di Mezzo. A casa.

1. Il nuovo restauro

sequenza suggestiva di Il signore degli anelli - Il ritorno del re
sequenza suggestiva di Il signore degli anelli - Il ritorno del re

Uscita per la prima volta tra il 2001 e il 2003, la trilogia de Il Signore degli Anelli si è posta a cavallo tra i due formati home video più conosciuti. Film che nella dimensione domestica hanno ritrovato nuova vita a causa delle versioni estese e che hanno coinvolto gli appassionati sin dall'uscita in videocassetta, per poi ritrovare una qualità maggiore nei cofanetti DVD, colmi di extra, che, più tardi, nell'alta definizione del Blu-ray. Il primo motivo per rivedere in sala questi capolavori del cinema è anche il più banale: il nuovo restauro in 4K curato da Peter Jackson. I film presenteranno un nuovo livello di dettaglio dell'immagine e una nuova colorimetria, che cerca di rendere più coerente il mondo rappresentato con quello de Lo Hobbit. L'occasione è ghiotta, perché proprio grazie al ritorno in sala si potranno apprezzare tutti quei dettagli che la visione domestica, da tempo l'unica possibile, sacrificava. Lo schermo della sala diventa così una vera e propria finestra su un mondo conosciuto e che, nello stesso momento, appare nuovo e sorprendente.

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2. Vent'anni dopo, come se fosse ieri

Ian McKellen ne Il signore degli anelli - Il ritorno del re
Ian McKellen ne Il signore degli anelli - Il ritorno del re

Sembra incredibile scriverlo, ma da quel primo capitolo della trilogia sono passati vent'anni. Un tempo veramente immenso se pensiamo a come la tecnologia e la messa in scena cinematografica sono mutate ed evolute nel corso del tempo. Si potrebbe giustamente provare un po' di timore a riaffacciarsi a un'opera che sembra appartenere al cinema di un'altra epoca. Eppure, Il Signore degli Anelli sembra davvero appartenere a un mondo a sé, una creatura su cui la patina di polvere non riesce a posarsi. Sono passati vent'anni eppure sembra ieri: la trilogia di Peter Jackson è così ben realizzata, così riuscita e così studiata nei minimi dettagli che non mostra il minimo segno dello scorrere del tempo. Sono film che mantengono inalterato il loro fascino e la loro bellezza di visione. Grazie al sagace uso di miniature, modellini e digitale (all'avanguardia per l'epoca e capace di difendersi ancora oggi), Il signore degli anelli assomiglia al vecchio Bilbo Baggins, secolare eppure ancora giovane. Ecco perché il ritorno della trilogia in sala non ha il sapore della semplice nostalgia, ma acquista un senso che trascende l'operazione commerciale. Non la riscoperta di un classico, ma la definizione di immortalità.

3. Eventi per vecchie e nuove generazioni

Elijah Wood e Sean Astin in una scena di Il signore degli anelli - Le due torri
Elijah Wood e Sean Astin in una scena di Il signore degli anelli - Le due torri

Si è tanto discusso su come il cinema si sta trasformando dopo un anno sabbatico come il 2020. La dimensione della sala cinematografica sembra cedere sotto i colpi delle piattaforme streaming e la visione domestica sembra predominare. C'è, però, un elemento fondamentale che non mancherà mai e che è una caratteristica inviolabile del cinema: la creazione di un luogo per l'evento, di partecipazione collettiva. Non ci sono dubbi: sentire una sala gremita di persone (pur con il rispetto delle limitazioni) ridere nello stesso momento, esaltarsi, festeggiare, commuoversi. Non c'è film perfetto come Il signore degli anelli per ritrovare quel senso di comunità, di trasporto collettivo, capace di unire persone di diverse generazioni. Perché se i vecchi fan non potranno resistere al richiamo della trilogia, come fosse il canto di una sirena, la riproposizione della saga è anche l'occasione perfetta per far scoprire alle nuove generazioni più giovani la storia di Frodo e l'Unico Anello. Adulti e bambini, pronti a compiere un viaggio emozionante lungo la Terra di Mezzo: i primi per ritrovare la compagnia di vecchi amici, i secondi per lasciarsi ammaliare dall'esperienza cinematografica. Un'esperienza che ha il sapore di un passaggio di testimone, che lascia in eredità il rito sacrale della visione al cinema.

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