Recensione Il complicato mondo di Nathalie: ritratto di una donna contro

La recensione de Il complicato mondo di Nathalie: la deliziosa Karin Viard interpreta un'insegnante di letteratura in crisi, fra ironia, sarcasmo e rabbia repressa.

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Il complicato mondo di Nathalie: Karin Viard in una scena del film

A un primo sguardo, Nathalie Pêcheux potrebbe apparire simile a tante altre donne di mezza età che il cinema, e in particolare il cinema francese, pone spesso al centro di commedie su una proverbiale "nuova fase" dell'esistenza: divorziate, insicure, insoddisfatte, ma dotate di una provvidenziale simpatia, a prescindere dai loro piccoli, grandi difetti. Ma la protagonista de Il complicato mondo di Nathalie (in originale, intitolato più semplicemente Jalouse) si distingue - in positivo - attraverso un film che, con una buona dose di coraggio, spinge all'estremo tali premesse, mantenendo toni brillanti pur addentrandosi in territori ben più 'seri' del solito.

Nello specifico Nathalie, interpretata con perfetta aderenza da Karin Viard, è una professoressa di letteratura in una scuola superiore, risente ancora della frustrazione per il proprio divorzio e per l'assenza di un partner ma, soprattutto, comincia a provare sentimenti contrastanti nei confronti della figlia Mathilde (Dara Tombroff), che ha una passione per la danza e ha appena festeggiato diciotto anni. Sentimenti a cui allude quel jalouse del titolo, ma per i quali è impossibile trovare una precisa etichetta: perché Nathalie sta attraversando una fase di cambiamento che, dai primi segnali della menopausa, si estende in maniera assai più invasiva anche alla sua psiche.

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Il lato oscuro di Nathalie

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Il complicato mondo di Nathalie: Karin Viard e Dara Tombroff in una scena del film

Secondo lungometraggio firmato dallo scrittore David Foenkinos in collaborazione con suo fratello, il direttore di casting Stéphane Foenkinos (il loro primo film, La Delicatesse, risale al 2011), Il complicato mondo di Nathalie potrebbe essere associato, con le opportune cautele, a un'opera diversissima quale Elle di Paul Verhoeven, in base a una struttura narrativa per certi versi analoga. Il racconto, infatti, ruota interamente attorno alla figura di Nathalie, mostrandone di volta in volta le relazioni e le interazioni con il microcosmo della sua vita quotidiana e con i vari comprimari che ne fanno parte: dalla figlia Mathilde all'ex marito Jean-Pierre (Thibault de Montalembert), passando per l'amica del cuore Sophie (Anne Dorval, la musa di Xavier Dolan), un gradito corteggiatore, Sébastien (Bruno Todeschini), e Mélanie (Anaïs Demoustier), una nuova, giovane collega di scuola per la quale Nathalie avverte un'istintiva antipatia.

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Il complicato mondo di Nathalie: Karin Viard e Thibault de Montalembert in una scena del film

Sono solo alcuni dei personaggi che ruotano attorno a una protagonista tanto complessa: una donna colta e intelligente, una professoressa carismatica e una madre affettuosa ma, a tratti, pure sorprendentemente dura o, peggio ancora, maliziosamente acida, specie in presenza del fidanzato della figlia, Félix (Corentin Fila). Ed è proprio questo il tratto più accattivante di Nathalie, e in fondo del film nel suo complesso: lo spiazzante amalgama fra lo charme, la simpatia e l'ironia di madame Pêcheux e, sul fronte opposto, la sua mordace sgradevolezza, un egoismo sottile ma inesorabile che arriverà a sfociare in atti di inconsapevole 'perfidia' (ma del resto, non era un po' così pure la Michèle Leblanc di Isabelle Huppert?). E il film non tenta di ammorbidire tale sgradevolezza, fondamentale per esplorare la crisi e l'evoluzione di una donna impegnata in un silenzioso braccio di ferro con il proprio "lato oscuro".

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Una donna (adorabile) sull'orlo di una crisi di nervi

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Il complicato mondo di Nathalie: Karin Viard e Dara Tombroff in un momento del film

I fratelli Foenkinos si mantengono comunque entro i binari dell'umorismo, compiendo magari qualche scelta più 'facile' e convenzionale, ma senza mai strafare o scadere nella farsa: perché, dietro la sua maschera di leggerezza, Il complicato mondo di Nathalie indaga con sguardo lucido l'infelicità umana, la segreta paura di invecchiare - per Nathalie, Mathilde assume le sembianze di una rivale pronta a 'rimpiazzarla' - e la ricerca di un difficile equilibrio, lungo un percorso sospeso fra speranza, timore e perfino una certa dose di follia. Un percorso a ostacoli, ovviamente, in cui alla strenua difesa del proprio territorio (l'aperta ostilità contro la collega Mélanie) si alternano improvvise aperture agli stimoli dall'esterno: l'acquisto dei dischi di John Coltrane, la sonnolenta partecipazione a un corso di yoga o delle liberatorie confessioni a bordo piscina.

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Il complicato mondo di Nathalie: Karin Viard e Anne Dorval in una scena del film

E se fra i momenti più autentici e indovinati sono da annoverare la maggior parte delle scene che descrivono l'amicizia tra Nathalie e Sophie, a sostenere il peso di un film molto più denso del previsto è la bellissima performance di Karin Viard, che si è meritata la candidatura al premio César come miglior attrice: la sua Nathalie è un'antieroina spontanea, vivace, tagliente e irresistibile, proprio in virtù delle sue contraddizioni insanabili: quelle contraddizioni che contribuiscono a renderla un personaggio al quale, in ultima analisi (e nonostante tutto), è quasi impossibile non voler bene.

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3.0/5