Il cast di 'Due volte lei' parla a Cannes

Il regista e gli attori principali hanno incontrato la stampa accreditata sulla Croisette.

Il regista e gli attori principali hanno incontrato la stampa accreditata sulla Croisette, rispondendo alle domande sull'ansiogeno thriller Due volte lei che è considerato il favorito per la vittoria finale.

Dominik Moll, il suo film è tra i favoriti per la Palma d'oro, spera di vincere? Dominik Moll: L'avventura con Harry, un amico che ti vuole bene a Cannes cinque anni fa mi ha insegnato che quelle che davvero conta è la reazione della stampa e dei media, non tanti i premi, che possono essere la ciliegina sulla torta per un film che è stato ben ricevuto. Non vengo qui con la competizione in mente, ma con la speranza che il film possa ottenere benefici dall'essere presentato al festival.

Come mai un film con toni così pessimistici? Dominik Moll: Io non lo vedo come un film pessimista, anzi. E' vero che mi piacciono le atmosfere oscure e opprimenti; quello che mi piace del cinema è proprio la possibilità di creare con mezzi piuttosto semplici strani mondi, atmosfere, situazioni.

André Dussolier, com'è stato lavorare a questo progetto? André Dussolier: Ognuno di noi ha portato molto di sé stesso, delle propria esperienza, dei propri sogni in questi personaggi, e tutto ha finito per convergere nella sceneggiatura.
Con Charlotte Rampling siamo riusciti a catturare le nostre stesse vite: sentivo che c'era una parte importante di lei, dietro quelle lenti scure.
Ci siamo trovati benissimo ed è stato motivo di gioia lavorare con questo gruppo di cineasti.

Quanto deve Lemming ad Alfred Hitchcock? Dominik Moll: Beh, mi piace molto Hitchcock, soprattutto per il modo in cui costruiva la tensione nei suoi lavori, e durante i corsi di cinema che ho seguito, mi ha insegnato molto vedere i suoi film. Capisco che possiate trovare analogia tra Due volte lei e l'opera di Hitchcock.

Che cosa ci dice del suo personaggio Miss Rampling? Charlotte Rampling: La mia Alice è una donna priva di limiti e condizionamenti; non le interessa essere coerente e non riesce a trovare un motivo per restare in vita. Alice è come il lemming, il piccolo roditore che rimane imprigionato nella scarico del lavandino e muore.
I personaggi estremi e inusuali mi attraggono, stimolano quel non so che di misterioso che ho dentro e che a volte sento la necessità di esprimere. Io vivo alla ricerca di Alice e di altre donne come lei, che non siano prevedibili e banali. Anche la mamma che ho interpretato nel film di Gianni Amelio, Le chiavi di casa, sebbene molto diversa da Alice, era una donna inusuale.