Recensione Oltre le regole - The Messenger (2009)

L'approccio di Moverman e del co-autore dello script Alessandro Camon è il punto di forza di una pellicola che vive i suoi momenti migliori proprio nei difficili momenti in cui i due protagonisti affrontano il dolore di genitori, sposi, parenti.

Ambasciator (non) porta pena

Per essere un war-movie, Oltre le regole - The Messenger è un war-movie. Ma il punto di vista da cui esplora la più brutale e insensata delle espressioni dell'umana avidità e debolezza è decisamente originale: il film d'esordio di Oren Moverman non mostra una sola scena di azione militare, se non quelle condotte dai due protagonisti tra i civili a cui hanno il compito di portare le notizie più temute. I soli colpi d'arma da fuoco che vengono esplosi sono quelli che salutano i morti ai funerali di giovani uomini e donne che il conflitto in Iraq ha strappato alle loro famiglie.

E' questo l'impiego di Will Montgomery (Ben Foster), notificare ai parenti la morte dei loro cari, con distacco e gentilezza, in ossequio alla procedura, e in gran fretta, perché la notizia non giunga loro per altre vie. Will è un ufficiale decorato, un eroe, un uomo di carattere, e questo convince i suoi superiori ad affidargli questo compito delicato e straziante nonostante i recenti traumi. Al suo fianco, a guidarlo e a condividere con lui i momenti terribili dell'incredulità, della disperazione e della rabbia di tanti incolpevoli sconosciuti, c'è il capitano Tony Stone (Woody Harrelson), un amabile donnaiolo ed ex alcolizzato che ha qualche anno più di Will ma che a combattere non è mai stato chiamato. Inaspettatamente, sarà proprio la nascente amicizia con un uomo tanto diverso da lui, oltre all'incontro con una delle neovedove a cui porta le tragiche notizie (e che è l'unica a pensare a "quanto deve essere difficile per loro"), a risvegliarlo dallo stato di apatia e mancanza di prospettive.
L'approccio di Moverman e del co-autore dello script Alessandro Camon è il punto di forza di una pellicola che vive i suoi momenti migliori proprio nei difficili momenti in cui i due protagonisti affrontano il dolore di genitori, sposi, parenti. La regia le gestisce con mirabile pudore e sensibilità pur senza risparmiare nulla allo spettatore che subisce sulla propria pelle l'esperienza di Will, e condivide le sue reazioni fino al rifiuto delle inumane restrizioni della procedura. A questi momenti di autentico strazio, il film alterna con vivacità ed equilibrio il comic relief con l'anima cui provvede soprattutto un Woody Harrelson in grande spolvero. Ma è molto bravo anche l'ex X-Men Ben Foster in un ruolo che richiede un grande controllo delle emozioni e allo stesso tempo la capacità di esprimere molto con pochi gesti e sguardi.
L'originalità dell'idea non si estende ai dialoghi e allo sviluppo della trama, ma non ci sentiremmo di chiedere di più all'esordiente - e decisamente promettente - Oren Moverman.

Movieplayer.it

3.0/5