Serena Bortone: dopo il caso Scurati ci saranno conseguenze per lei e il suo programma? Le ipotesi

Per Serena Bortone, dopo la lettura del monologo di Antonio Scurati che era stato invece bloccato dai vertici RAI, potrebbero esserci conseguenze, a partire dalla possibile cancellazione di Chesarà...

Serena Bortone: dopo il caso Scurati ci saranno conseguenze per lei e il suo programma? Le ipotesi

Serena Bortone potrebbe subire provvedimenti disciplinari dopo aver letto il testo di Antonio Scurati sul 25 aprile censurato all'improvviso dai vertici RAI, il suo programma, Chesarà, potrebbe invece terminare per sempre a giungo. Secondo La Repubblica sarebbero queste le ipotesi al vaglio a viale Mazzini rispetto al futuro della giornalista e conduttrice.

Cosa è successo ieri a Chesarà...

Serena Bortone ha aperto la puntata di sabato 20 aprile di Chesarà... con un annuncio: "Era previsto un monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati. Monologo che, invece, non ci sarà [...] Ieri sera ho scoperto, del tutto casualmente, che il contratto di Scurati era stato annullato e pur avendo passato tutta la sera a telefonare, mandare messaggi, mandare mail, non sono riuscita ad ottenere alcuna spiegazione".

Assente lo scrittore (premio Strega per M. Il figlio del secolo), è stata la stessa conduttrice a leggere il testo, che le è stato ceduto a titolo gratuito dal diretto interessato. Un testo che, soprattutto, è stato bloccato per motivi editoriali, come ha rivelato un documento interno della RAI pubblicato ancora dalla Repubblica, e non per questioni economiche, come invece dichiarato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

La risposta di Antonio Scurati a Giorgia Meloni

Oltre ad essere stato letto su Rai 3 e quasi in contemporanea su La7 a In altre parole, il monologo per il 25 aprile di Antonio Scurati è stato pubblicato via social anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha dichiarato nel post (perchè direttamente lei prima della RAI?) che l'azienda del servizio pubblico avrebbe rifiutato di pagare 1.800 euro di compenso per un minuto di monologo.

A smentirla però è stata Repubblica.it pubblicando un documento interno della RAI in cui non si faceva nessuna menzione alla questione economica e si parlava invece di ragioni editoriali, legato dunque al contenuto.

Sempre la versione online del quotidiano ha anche diffuso la lettera con cui Antonio Scurati ha risposto alla premier: "La informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l'entità dell'impegno".
"Non credo - ha continuato lo scrittore - di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato. Continua a esserlo ora che si sposta il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso. Pur di riuscire a confondere le acque, e a nascondere la vera questione sollevata dal mio testo, un capo di governo, usando tutto il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto in tutto il mondo. Questa, gentile presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?".