Raoul Bova pronto a denunciare Napoli Calcio e Ryanair: "Hanno usato i vocali privati per farsi pubblicità"

L'attore sarebbe intenzionato ad avviare un'azione legale per violazione della privacy e danno d'immagine. Al centro del caso: audio rubati e contenuti ironici diffusi dai due brand.

Una foto di Raoul Bova

Raoul Bova sarebbe pronto a intraprendere un'azione legale clamorosa: secondo quanto riportato da La Repubblica, l'attore avrebbe deciso di avviare due cause civili nei confronti del Napoli Calcio e della compagnia aerea Ryanair per violazione della privacy e danno d'immagine. Al centro della vicenda ci sono i messaggi vocali privati - diventati virali in rete - che Bova avrebbe inviato alla modella Martina Ceretti, ora coinvolta in un'indagine per tentata estorsione.

La vicenda: dagli audio privati alla viralità social

Tutto ha avuto origine da una puntata del programma Falsissimo di Fabrizio Corona, in cui sono stati resi pubblici alcuni presunti vocali di Raoul Bova indirizzati alla modella Martina Ceretti. Le frasi contenute nei messaggi, tra cui la ormai celebre "sorriso meraviglioso e occhi spaccanti", sono diventate virali nel giro di pochi giorni, generando meme, parodie, remix e contenuti ironici diffusi da influencer, comici e content creator.

Tuttavia, a sollevare la rabbia dell'attore sarebbero stati soprattutto due episodi specifici: Il tweet di Ryanair: pubblicato sui profili ufficiali X e Facebook, riportava la frase "Buongiorno passeggeri speciali dal sorriso meraviglioso e gli occhi spaccanti, avete scaricato l'app?", chiaramente ispirata a uno dei vocali di Bova, utilizzata con tono ironico per promuovere l'applicazione della compagnia aerea.

Il video del Napoli Calcio: sull'account TikTok della società partenopea è comparso un video con protagonista Kevin De Bruyne (recente acquisto del club), accompagnato da un audio in cui si sente chiaramente la vera voce di Raoul Bova. Non un'imitazione, quindi, ma il vocale autentico montato con intenti parodici.

Il legale di Raoul Bova: "Diffusione incontrollata e umiliazione pubblica"

L'avvocato dell'attore, David Leggi, ha parlato senza mezzi termini: "Le azioni compiute, su cui indagano le autorità, hanno attivato una macchina infernale sui social. Il materiale circola in maniera incontrollata, senza che ne sia stata accertata l'autenticità e senza alcun rispetto per la privacy. Si tratta di una violazione gravissima, aggravata dal fatto che coinvolge anche i figli e la vita privata dell'attore". Secondo il legale, Ryanair e il Napoli Calcio avrebbero usato materiale personale con finalità commerciali e promozionali, "strumentalizzando a fini ironici e pubblicitari contenuti sensibili e privati".

L'inchiesta giudiziaria: accuse di tentata estorsione

Parallelamente, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentata estorsione. Il sospetto è che qualcuno abbia tentato di ricattare Bova con la minaccia di diffondere i messaggi vocali se non avesse pagato. Al centro dell'indagine ci sono Martina Ceretti, modella di 23 anni, e il PR milanese Federico Monzino, che avrebbe fornito gli audio a Fabrizio Corona.

Secondo quanto emerso, Bova avrebbe ricevuto un messaggio ambiguo e allusivo l'11 luglio: "Se mi vieni incontro, blocchiamo tutto. Se vuoi farmi un regalo per averti salvato, sta a te... Non è il caso che venga fuori uno scandalo sui giornali, no? Per il tuo matrimonio, per il tuo lavoro... altro che Don Matteo". Un messaggio che, secondo la PM Eliana Dolce, potrebbe costituire la prova di un tentativo di ricatto.

Le versioni contrastanti dei tre protagonisti dello 'scoop'

Federico Monzino ha dichiarato a Repubblica e Il Messaggero di aver condiviso il materiale con Fabrizio Corona con il consenso esplicito della modella: "Martina voleva diventare famosa". Tuttavia, sostiene di aver cercato di bloccare la pubblicazione dei contenuti non appena si è reso conto delle conseguenze.

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Corona, invece, ha smentito ogni accusa di ricatto, dichiarando su Instagram che gli audio gli sono stati consegnati volontariamente: "Loro mi hanno dato il consenso. Se poi hanno cambiato idea dopo... non è un mio problema". Inoltre, Corona afferma che il presunto messaggio di estorsione sarebbe stato inviato a sua insaputa e che i contenuti del programma erano già montati giorni prima.