Pixar e Lasseter, una disegnatrice svela l'incubo sessista: "era il mio lavoro dei sogni"

Una giovane che ha lavorato a lungo nello studio d'animazione ha parlato del clima che penalizzava costantemente le donne.

Cassandra Smolcic ha condiviso con Variety un lungo intervento in cui parla della sua esperienza negativa vissuta quando era una ventenne e lavorava per la Pixar.
La giovane ha ricordato che era una graphic designer per lo studio e che il clima sul posto di lavoro era davvero negativo: "Il mio essere una donna era un innegabile impedimento al mio valore, alla mobilità professionale e al senso di sicurezza all'interno della società. Lo stress causato dal lavorare in un'atmosfera così platealmente sessista ha avuto le sue conseguenze ed è stato un importante fattore che mi ha spinto a uscire dal settore".

Venezia 2009: John Lasseter insieme ai personaggi ideati dalla Pixar
Venezia 2009: John Lasseter insieme ai personaggi ideati dalla Pixar

La giovane ha spiegato: "Quando ho iniziato come stagista alla Pixar ho pensato di aver ottenuto il lavoro dei miei sogni, ma il mio entusiasmo è stato presto moderato da una marea di avvertimenti sulle tendenze a toccare e superare i limiti con le dipendenti di sesso femminile di John Lasseter. Imparare fin dall'inizio che le donne erano degli obiettivi di mancanza di rispetto e molestie, anche in un posto di lavoro di fama mondiale nella città più liberale della nazione, è stato devastante. Mi è stato detto in modo analogo di tenermi a distanza da uno dei responsabili del mio dipartimento, particolarmente sciovinista. Proprio come John, le donne oggetto delle attenzioni di questo uomo avevano riportato i suoi comportamenti volgari e non professionali, ma la sua posizione e il suo comportamento è rimasto quasi lo stesso".

Lasseter aveva difficoltà a controllarsi se erano presenti delle ragazze

Cassandra ha svelato di aver subito i primi commenti di tipo sessuale solo due settimane dopo aver iniziato il suo stage e nei cinque anni successivi ha dovuto affrontare molte interazioni sgradite con il capo del suo dipartimento e con Lasseter, e di essere stata toccata in modo non richiesto e sgradito da un altro collega, oltre a essere stata messa in disparte nei progetti a causa del suo essere una donna. La donna ha poi rivelato: "Dopo aver iniziato a lavorare a Cars 2 mi è stato detto da un superiore che non mi avrebbero più invitata agli incontri settimanali perché Lasseter 'aveva delle difficoltà nel controllarsi' se erano presenti delle ragazze. Mi ha distrutto capire che la mia partecipazione nel realizzare il film - e di conseguenza il percorso della mia carriera - fosse ostacolata semplicemente perché ero una donna. Era chiaro che l'istituzione stesse lavorando duramente per proteggerlo, alle spese di donne come me".

Cars 2: il capo dei Pixar Animation Studios John Lasseter alla prima londinese
Cars 2: il capo dei Pixar Animation Studios John Lasseter alla prima londinese

Lasseter rendeva sgradevole il lavoro alle dipendenti di sesso femminile osservandole, toccandole e abbracciandole ogni volta che le incontrava e durante la festa di Halloween se c'era una donna sul palco che riteneva attraente le chiedeva di girarsi per osservarla meglio. Il suo sessismo incentivava quello degli altri collaboratori, permettendo quindi commenti e battute offensive. Cassandra ha trovato sostegno nelle sue colleghe che, a loro volta, erano state sminuite dagli uomini sul posto di lavoro e avevano subito delle interazioni non volute e imbarazzanti: "Ognuna di noi ha formato delle proprie strategie per affrontare un sistema disegnato per proteggere gli uomini al potere a tutti i costi: uomini che spesso ci trattavano come outsider o oggetti. Determinate a rimanere parte di una delle società più visionarie al mondo, molte di noi sono rimaste in silenzio su queste esperienze scoraggianti, perché abbiamo capito che il prezzo della scelta di parlare era davvero alto. Abbiamo assistito alle conseguenze subite dalle donne che avevano messo in dubbio gli uomini in posizione di comando, e sono state etichettate come 'difficili', hanno avuto difficoltà a essere scelte per progetti successivi o sono state licenziate o retrocesse".

Sul lavoro i problemi causati dagli uomini, nonostante i loro comportamenti o approcci alla leadership discutibili, venivano risolti, mentre le donne non venivano sostenute in nessun modo: "Nel 2010 Brenda Chapman è stata licenziata come regista di Ribelle - The Brave e il suo film è stato dato a un uomo, una mossa che alcuni dipendenti hanno percepito come una prova dei pregiudizi di genere profondamente radicati nello studio". Una responsabile del dipartimento in cui lavorava la Smolcic aveva chiesto ai suoi capi di sostenerla con un team per concludere un progetto piuttosto complesso e le sue richieste sono state ripetutamente ignorate, causando uno stress sul lavoro tale che la donna ha poi avuto bisogno di un periodo di pausa del lavoro per recuperare, fisicamente e psicologicamente, mentre il suo sostituto ha ottenuto sei artisti per completare lo stesso progetto.

Cannes 2009: il Festival vola in alto con la Pixar e il suo ultimo gioiello, Up: nella foto i realizzatori del film
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Cassandra ha poi ricevuto dei commenti sul lavoro negativi in cui si sosteneva facesse troppe domande, realizzasse troppi design e si impegnasse persino troppo per raggiungere il proprio obiettivo. Un suo mentore consapevole della cultura all'insegna del sessismo esistente alla Pixar le ha rivelato che si trattavano di commenti che, se fosse stata un uomo, sarebbero stati nella colonna dei commenti positivi. Cassandra ha sostenuto: "Lasseter ha fissato il livello colpevolmente in basso per il trattamento riservato alle donne nel suo impero, che segnala anche le tematiche problematiche presenti nel film che ha diretto, prodotto e supervisionato nel corso degli anni. Questi progetti, che raggiungono milioni di ragazzi e adulti in tutto il mondo, hanno costantemente fallito nel dare alle donne una voce equa sul grande schermo e dietro le quinte".
La Smolcic ha concluso dichiarando: "Disney e Pixar devono riconoscere che le donne e le minoranze che non sono rappresentate in modo adeguato sono altrettanto capaci, talentuose, complesse e dimensionali rispetto alla confraternita bianca di uomini che hanno monopolizzato fino a questo momento l'animazione", ribadendo "Le donne meritano di essere trattate e rispettate come ogni altra mente creativa nella nostra comunità".