Peppino di Capri e i Beatles: tutta la storia di un concerto epico

Peppino di Capri fu scelto da Leo Watcher, l'organizzatore dello storico concerto dei Beatles a Milano, per aprire l'esibizione della leggendaria band britannica.

Peppino di Capri fu scelto per aprire l'epico concerto dei Beatles al Velodromo Vigorelli di Milano del 1965. Il cantante italiano, in realtà, prese parte ad un mini tour di tre date a Milano, a Genova e a Roma: alla prima serata delle tre si presentarono solo settemila persone, anche se la capienza massima del Velodromo è di circa 22 mila.

L'organizzatore dell'evento fu Leo Watcher che, oltre ai Beatles, riuscì a portare in italia anche gruppi come gli Who, i Rolling Stones e Jimi Hendrix. Come apri pista di questi concerti, insieme a Di Capri, figurarono anche altri artisti italiani: Fausto Leali, le Ombre, i Rockets, i Novelty.

Il cantante, intervistato da FQMagazine a proposito del concerto, all'epoca dichiarò: "Suonai per 20 o 25 minuti. Fui l'ultimo degli apri pista prima dei Beatles. Capita spesso che in attesa delle star della serata, il pubblico vada in visibilio, non riuscendo a farti esibire. Quella sera, però, furono tutti molto educati e rispettosi. La cosa mi fece veramente onore".

"In Italia venivamo distribuiti dalla stessa casa discografica, la Carisch. Ricordo che nei loro uffici circolavano i provini dei Beatles." Continuò l'artista italiano. "Fui io a spingerli a pubblicarli. Erano primi in classifica in tutto il mondo, meno che in Italia. Io ero l'artista di punta della casa, quindi chiesero a me. Il mio 45 giri 'Roberta', era stato primo in classifica per settimana l'anno prima".

Peppino Di Capri concluse l'intervista parlando del concerto: "Cantai molto sfacciatamente qualche cover in inglese. Il pubblico, però, mi sorprese. Le giovani urlanti erano davvero poche. Feci tutto il tour con loro, viaggiando sullo stesso aereo e pernottando nello stesso albergo a Roma. Io ero in una suite, loro occuparono un piano intero. Avevano delle guardie del corpo che tenevano tutti lontani. Neanche un saluto, né una pacca sulla spalla. Fu solo l'ultimo giorno che l'impresario ci permise di scattare una foto con loro."