Cheryl Boone Isaacs, presidente dell'Academy, ha promesso che verranno prese seriamente in considerazione le accuse mosse in questi giorni agli Oscar a causa della mancanza di diversità all'interno delle nomination, caratterizzate da oltre il 90% di potenziali vincitori "bianchi", e che verranno effettuati "drastici cambiamenti".
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Quasi sicuramente si cercherà di rendere la composizione dei membri dell'Academy, formata attualmente da circa 6.000 professionisti in campo cinematografico, meno squilibrata dal punto di vista etnico e sembra quasi certa una modifica dei metodi con cui si potrà entrare a far parte del gruppo di votanti.
Alcune fonti del New York Times hanno poi rivelato che si potrebbe decidere di togliere il diritto di voto a chi non è stato attivo all'interno dell'industria cinematografica per 10 o 20 anni, oltre a introdurre la possibilità di sospendere i privilegi ai membri che non completano regolarmente le procedure che portano a delineare le nomination e i premi.
Tra i possibili cambiamenti c'è poi la scelta di fissare a dieci il numero di lungometraggi in corsa per il premio assegnato al Miglior Film, numero di candidature potenzialmente applicato anche alle categorie degli attori, che salirebbero quindi a otto o appunto dieci.
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I cambiamenti potrebbero inoltre modificare l'attuale sistema alla base delle nomination, secondo il quale i votanti devono presentare una lista di cinque film in ordine di presidenza e i dati raccolti conducono poi alle candidature, sulla base del sostegno ricevuto dai vari titoli.
La complicata situazione verrà affrontata martedì durante una riunione del consiglio d'amministrazione dell'Academy e il clima non sarà sicuramente dei più sereni: molte star hanno già annunciato che non saranno presenti alla cerimonia di premiazione, che si svolgerà il 28 febbraio, in segno di protesta, e alcuni membri dell'organizzazione sarebbero persino pronti a dare vita a una causa legale nel caso in cui venisse presa la decisione di escludere i più anziani dalle votazioni.