Jason Segel racconta con ironia e sincerità il suo passaggio dalla commedia al dramma dopo How I Met Your Mother. Malgrado l'apprezzamento per The End of the Tour, l'attore ha scoperto che il pubblico non era pronto a seguirlo in quella direzione. Oggi, in serie come Shrinking, ha trovato l'equilibrio perfetto: ridere delle lacrime, piangere tra le risate.
Jason Segel: un drammatico tentativo comico di reinventarsi
Dopo aver vestito i panni di Marshall per ben nove stagioni in E alla fine arriva mamma, Jason Segel ha sentito il bisogno di rompere lo stampo. Non voleva più essere solo "quello delle romcom" o "il tizio buffo da sit-com": voleva capire se c'era posto per lui nel territorio più insidioso e meno glamour del dramma. "È stato come un decennio passato su un solo show, facendo un sacco di commedie romantiche e cose così, e ho deciso di vedere se ero capace di fare drammi, quindi mi ci sono buttato a capofitto", ha raccontato durante un'intervista per The Hollywood Reporter. "E ho pensato: 'Attenzione mondo, eccomi col mio lato drammatico'. E invece, a quanto pare, a nessuno fregava un ca..o."

La sua interpretazione più ambiziosa è arrivata nel 2015, con The End of the Tour, dove ha dato corpo e voce al tormentato scrittore David Foster Wallace. La critica ne ha apprezzato il coraggio e la delicatezza. Tuttavia, come ammette lui stesso oggi, "Nessuno ha visto [il film], ma io mi sono detto: 'Puoi farcela'. E questo per me era importante, perché non volevo essere uno che passa tutta la vita chiedendosi se avrebbe potuto fare qualcosa".
Segel ha raccontato che in quel periodo cercava una rotta diversa: "Volevo fare qualcosa di nuovo. Dovevo cambiare. Se ho intenzione di fare questo per altri cinquant'anni, deve riflettere quello che sento". Il regista del film, James Ponsoldt, colse perfettamente questa transizione emotiva, dicendogli: "Ogni volta che fai una commedia, sembra che tu voglia ammazzarti". Una battuta che, per quanto tagliente, riflette quella vena malinconica che spesso accompagna i migliori comici. E Ted Danson, suo collega nel roundtable, ha aggiunto: "Se sei davvero bravo nella comicità, probabilmente sei anche molto in contatto con la tua tristezza".
Oggi Segel ha scelto un equilibrio più autentico. Dopo essersi trasferito a Ojai, in California, dove si aggira per le strade come una sorta di mascotte locale - "Sono Big Bird. Cammino in giro, saluto tutti" - è stato notato da un collaboratore di Shrinking, che ha suggerito di coinvolgerlo nel progetto. Ed è proprio Shrinking, accanto a Harrison Ford, che rappresenta il nuovo punto di approdo di Segel: una commedia agrodolce che, come dice lui stesso citando il suo mentore ideale James L. Brooks, "ti fa piangere tra le battute e ridere nei momenti duri". Perché, dopotutto, "la vita è complicata, non ci sono eroi e cattivi". Solo persone che provano, come lui, a trovare un senso - un sorriso, magari - dentro al caos.