Daniel Dae Kim è stato ospite di Cuomo Prime Time ed ha raccontato di quando sua sorella è stata investita dall'auto di un uomo che però è stato condannato solo per guida spericolata e non per odio razziale.
Questa settimana la comunità asiatica è stata sconvolta dalla notizia riguardante la sparatoria avvenuta ad Atlanta, nella quale hanno perso la vita otto persone, di cui sei donne asiatiche. In attesa di capire se il folle gesto sia stato frutto di odio razziale, sui social e sui maggiori media internazionali si è tornato a discutere della discriminazione nei confronti delle persone asiatiche, soprattutto in questi mesi di emergenza sanitaria. L'attore Daniel Dae Kim, ad esempio, ha condannato su Twitter quanto avvenuto negli Stati Uniti e, successivamente, è intervenuto durante il programma Cuomo Prime Time, raccontando un crimine d'odio che ha visto protagonista sua sorella nel 2015.
"Stava correndo nel suo quartiere quando un uomo alla guida di un'auto le si è avvicinato e le ha urlato di salire sul marciapiede mentre stava correndo sul ciglio della strada", ha detto l'interprete di Lost, continuando: "Lei ha detto che l'avrebbe fatto, e poi l'uomo ha fatto marcia indietro e l'ha investita con la macchina. Mia sorella rimase scioccata e gli disse 'Mi hai appena colpita!' e a quel punto lui fece marcia indietro con la macchina e, mentre mia sorella si stava allontanando, la colpì di nuovo, facendola cadere a terra".
Kim ha inoltre detto che il procuratore distrettuale non prese mai in considerazione il caso di sua sorella. "Quest'uomo aveva una storia di violenza nei confronti di altre donne asiatiche, ma quando è arrivato il momento di perseguirlo, il procuratore distrettuale disse a mia sorella che non sarebbe stato considerato un crimine d'odio. Alla fine è stato condannato solo per guida spericolata quando ha usato la sua auto come arma per uccidere mia sorella, e non c'era nessuno nel sistema che fosse disposto a portare avanti questo caso e ottenere una giustizia appropriata".
Ricordiamo che mercoledì, durante una conferenza stampa, il capitano Jay Baker dell'ufficio dello sceriffo della contea di Cherokee ha detto dell'assassino di Atlanta: "Era davvero stufo ed era arrivato al limite, e ieri è stata una giornata davvero brutta per lui". Baker è stato preso di mira per queste parole che sembrano quasi giustificare il terribile gesto dell'uomo, anche perché lo scorso anno Baker avrebbe tentato di vendere magliette anti-cinesi su Facebook. Il suo atteggiamento impertinente ha ricordato a Kim il giudice che si occupò del caso di sua sorella.
"Proprio come il portavoce dello sceriffo, che ha detto che quell'uomo avrebbe avuto una brutta giornata, il giudice del caso di mia sorella disse 'Posso capire perché questo ragazzo fosse frustrato, anch'io mi sento frustrato'". E se l'assassino di Atlanta ha parlato di dipendenza da sesso e non di odio razziale come fattore motivante dietro i suoi omicidi, Kim ammette di non crederci assolutamente. "Questa è una parte della nostra storia, Chris", ha detto Kim a Cuomo, concludendo: "Quindi sono un po' scettico quando sento che non esiste assolutamente alcuna connessione tra la razza e questi omicidi".