Il Festival di Berlino si è chiuso sabato con la vittoria del documentario Dahomey di Mati Diop ma intorno alla chiusura dell'evento sono scaturite diverse discussioni politiche. Ieri la Berlinale ha condiviso una dichiarazione sul proprio account social in annuncia che intende presentare denunce penali contro persone sconosciute che avrebbero condiviso post sulla guerra in corso in Medio Oriente. I post incriminati sono stati condivisi dalla Berlinale e mostrano una serie di infografiche con scritte come 'Genocidio è genocidio. Siamo tutti complici'.
In un altro post si leggeva che il personale del festival aveva deciso di 'abbandonare l'idea che la colpa tedesca ci assolva dalla storia del nostro Paese o dai nostri crimini attuali'. Gli hacker hanno chiesto un 'Cessate il fuoco immediato e permanente', con un messaggio conclusivo:"Dal nostro passato nazista irrisolto al nostro presente genocida. Siamo sempre stati dalla parte sbagliata della storia. Ma non è troppo tardi per cambiare il nostro futuro".
Le critiche del sindaco
Un clima di tensione si è respirato anche nel corso della cerimonia di chiusura, con diversi cineasti vincitori che hanno approfittato del palco per poter lanciare messaggi politici. La regista Eliza Hittman ha dichiarato:"Come regista ebrea che ha vinto l'Orso d'Argento nel 2020 è importante per me essere qui. Non c'è guerra giusta e più le persone cercano di convincersi che ci sia una guerra giusta, più commettono un atto grottesco di auto-inganno".
Anche Basel Adra e Yuval Abraham, registi vincitori del premio al miglior documentario per No Other Land alla Berlinale hanno dichiarato:"Dobbiamo chiedere una soluzione politica per porre fine all'occupazione. Io sono israeliano, Basel è palestinese. Tra due giorni torneremo in una terra dove non siamo uguali. Io vivo sotto la legge civile, Basel vive sotto la legge militare. Viviamo a 30 minuti l'uno dall'altro ma io ho diritti di voto, Basel non ha diritti di voto. Questa situazione di apartheid tra di noi, questa disuguaglianza deve finire. Dobbiamo chiedere un cessate il fuoco".
Le parole sul palco in favore di un 'cessate il fuoco' hanno generato le critiche dle sindaco di Berlino Kai Wegner:"L'antisemitismo non ha posto a Berlino, e questo vale anche per la scena artistica. Mi aspetto che la nuova direzione della Berlinale si assicuri che tali incidenti non accadano più".