E' finalmente arrivato il giorno della consegna dell'ambito premio al fondatore dei Pixar Animation Studios John Lasseter, anche se la celebrazione del prolifico e straordinario lavoro dell'intero team di creativi e innovatori è nell'aria sin dall'apertura della 66. Mostra del cinema, con decorazioni a tema e immagini di Toy Story, Gli Incredibili, Alla ricerca di Nemo a colorare le strutture festivaliere. Ma in questa calda domenica di settembre, grazie anche agli sforzi della Disney, il Lido è un'apoteosi di palloncini colorati e di giovanissimi spettatori ansiosi di acclamare i cineasti che hanno regalato loro i personaggi animati più credibili e accattivanti degli ultimi dieci anni. Prima della cerimonia di consegna del Leone d'oro, che gli giungerà dalle mani di George Lucas, John Lasseter ha incontrato la stampa in conferenza, per ricevere, prima degli applausi del pubblico, quelli dei non meno entusiasti cronisti accreditati al Lido. E' Marco Muller, l'uomo che ha voluto questo Leone d'oro confermando la propria apertura a tutti gli orizzonti cinematografici, a introdurre gli ospiti di oggi, Lasseter, ovviamente, e i suoi colaboratori Brad Bird, Pete Docter, Andrew Stanton e Lee Unkrich.
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Il vostro cinema non è puro intrattenimento ma tocca spesso la sfera sociale e politica. Quanto è importante per voi equilibrare l'elemento ludico e umoristico e il desiderio di aiutare giovani menti a pensare in maniera diversa? John Lasseter: Facciamo i nostri film prima di tutto per noi stessi, quindi quelli che ci piacerebbe vedere. Dal nostro punto di vista la cosa più importante è trovare un equilibro tra la storia e i personaggi, per raggiungere il nostro scopo, che è quello di suscitare emozioni. Alla base di ogni progetto c'è un tema che deve avere una sua forza, e la capacità di emozionare, perché sono le emozioni che il pubblico - composto di ragazzi o adulti che sia - porterà con sé. Non partiamo con l'intenzione di consegnare un messaggio, ma se "per ogni sorriso deve esserci una lacrima", allora i temi che scegliamo devono avere una certa risonanza.
Andrew Stanton: Qualsiasi opera d'arte deve sforzarsi di toccare una verità per commuovere lo spettatore, e in qualche caso queste verità riguardano temi sociali o politici.
Brad Bird: La mia idea è quella di privilagiare i film che mostrano e insegnano cose nuove mano mano che si invecchia e li si rivede. La prima volta si può godere soltanto della nota leggera, più tardi si avranno letture più profonde. I bamnbini sono molto più intelligenti di quanto crediamo: io da bambino amavo vedere film che mi aprissero sempre nuove prospettive.
Pete Docter: Quello che facciamo con i nostri soggetti è riproporre le verità della vita in maniera umoristica: la gente coglie a volte spunti che non abbiamo inserito intenzionalmente, e questo non può che farci un grande piacere.
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Cosa significa per lei ricevere Leone d'oro da George Lucas? John Lasseter: E' un onore per noi che George Lucas sia qui a Venezia per consegnarci il premio alla carriera. Quando una persona passa la mano con una società ci si vede spesso un fallimento, ma in realtà Lucas è molto orgoglioso di noi e noi molto felici di aver avuto collaboratori del calibro di Lucas e di Steve Jobs, due tra i più grandi visionari al mondo. Alla fine degli anni '70 George Lucas promosse lo studio di avveniristiche, inconcepibili tecnologie finanziando tutto di tasca sua. Tra il '79 e l'86 le menti più brillanti lavorarono a queste novità che oggi utilizzano tutti. Nel 1986 fummo acquisiti da Steve Jobs che da allora è il nostro più grande sostenitore, ma non siamo per questo meno grati a George Lucas.
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Cosa significa per lei questo Leone d'oro alla carriera? John Lasseter: Sono incredibilmente onorato. Quando arrivò la telefonata di Marco Muller che mi annunciava la cosa, andai a guardare i nomi dei precedenti destinatari di questo premio e pensai che avesse preso un granchio. Noi siamo solo un manipolo di geek californiani, dopotutto. La cosa che mi rende più felice, in ogni caso, è essere qui a ricevere il premio con i miei colleghi, il cinema è un'arte collaborativa e ancora di più lo è quello della Pixar. Per la prima volta il Leone d'oro viene dato ad un intero studio, ed è significativo e appropriato che succeda con la Pixar. Abbiamo centinaia di lavoratori, ad ogni film lavorano 250 persone, e sono molto felice di essere qui a rappresentarle.