Polvere e ruggine. Frammenti e rottami. In un mondo crollato a pezzi ogni detrito diventa prezioso. Non parliamo di un tozzo di pane, qualche tanica di benzina e munizioni sparse, ma di quel briciolo di umanità che rimane a galla. Le ultime razioni di speranza, affetto, altruismo ed empatia che segnano la differenza tra sopravvivenza e vita. Il genere post-apocalittico è sempre riuscito a scavare a fondo in questo labile confine e nello scorso decennio nessuno è riuscito a farlo meglio di The Last of Us.
Pur partendo da premesse viste e riviste (la tipica epidemia con tanto di scenari desolanti e pericolosi infetti), l'amato e incensato videogioco Naughty Dog ha trovato la sua forza dirompente soprattutto nello splendido rapporto tra Joel ed Ellie, messo in scena con una scrittura curata, credibile e autentica nel suo retrogusto agrodolce. Il ruvido e l'innocente, l'arido e l'ingenua, lui che torna ad amare qualcuno, lei che si fa le ossa in un mondo ostile. Se The Last of Us è diventato un racconto post-apocalittico capace di diventare anche intimista e poetico, lo deve a questi due personaggi. Non ci sorprende affatto che il gioco di Neil Druckmann sia riuscito ad avere un impatto significativo sull'immaginario collettivo, andando oltre gli argini del videogioco. Come all'interno di un inevitabile effetto domino, The Last of Us ha prima assorbito ispirazioni dal cinema e poi ne ha contagiato l'immaginario.
Il titolo Naughty Dog, infatti, è stato influenzato dal mondo disperato e arido de I figli degli uomini, dalle città deserte di 28 giorni dopo, dalla natura rigogliosa tra i resti urbani di Io sono leggenda e da quel toccante rapporto padre-figlio al centro dello splendido The Road. Senza dimenticare, ovviamente, The Walking Dead. Nonostante si sia mosso dentro un genere codificato, The Last of us ha lasciato un'impronta indelebile anche nel cinema. Dal 2013 in poi sono stati tantissimi i deja vù più o meno lampanti visti sul grande schermo. E allora, mentre in questi giorni The Last of Us - Parte II catalizza l'attenzione del mondo tra celebrazioni e polemiche, ecco quali sono i film più influenzati dal primo capitolo. Le opere (in ordine cronologico d'uscita) che portano sul collo i segni di un morso targato Naughty Dog.
1. These Final Hours (2014)
Cosa faresti nelle tue ultime 12 ore di vita? These Final Hours, intrigante film australiano, parte da questa premessa perentoria, perché mette le cose in chiaro sin da subito: non c'è ipotesi di salvezza. Il mondo sta per finire. Per una volta non un'opera post-apocolittica, quindi, bensì pre-apocalittica. Un cambio di prospettiva che ribalta la percezione dei personaggi. Anche qui siamo all'interno di una società ormai al collasso, suddivisa in comunità che vivono allo stato brado dentro colonie improvvisate. Anche qui c'è un faticoso cammino intrapreso da un uomo burbero e da una bambina che, alla fine, gli addolcisce il cuore.
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2. Into the Forest (2015)
Into the Forest è tratto da un romanzo scritto nel 1996, per cui l'influenza subita da The Last of Us è più che altro scenografica, e rintracciabile in una tutt'altro che causale scelta di casting. La storia è quella di due sorelle che vivono in un bosco, isolate dal mondo, dopo un blackout globale che ha privato il pianeta dell'elettricità. Atmosfere nostalgiche e tono intimo dal racconto, tutto basato sulla convincente alchimia tra le due protagoniste, non sono gli unici punti di contatto con The Last of Us. Il richiamo più evidente è vedere finalmente Ellen Page in un film post-apocalittico. Chi, guardandola, non ha pensato solo e soltanto a Ellie tutto il tempo, mente sapendo di mentire.
3. Contagious (2015)
Come capita troppo spesso, la localizzazione italiana anche in questo caso ha banalizzato il titolo originale del film. Contagious, infatti, si chiama Maggie. Un titolo emblematico, perché il cuore pulsante del film è lei, una ragazza malata, una figlia contaminata, vista attraverso gli occhi amorevoli di un padre disposto a tutto pur di proteggere la sua bambina. Sino alla fine. A qualsiasi costo. Contagious parte da un presupposto semplice ma originale: concepire il contagio come una malattia che non trasforma immediatamente l'ospite, ma logora lentamente, come se fosse un male terminale. Anche qui il rapporto padre-figlia diventa predominante. Il tutto condito da un Arnold Schwarzenegger forse mai così intenso e tenero.
4. Blood Father (2016)
Ex galeotto, ex tossicodipendente, ex alcolista, ma ancora padre con tanta voglia di rimediare ai suoi errori. John è un uomo alla ricerca di una seconda occasione che gli salta addosso quando sua figlia, ragazza assai problematica, torna da lui con una marea di guai addosso. Nonostante manchi il contesto post-apocalittico, Blood Father è ambientato in un mondo ostile e pericoloso, in cui regnano diffidenze e violenza, dove tutti sopravvivono e nessuno è mai al sicuro. Caratteristiche che lo rendono una specie di western contemporaneo, tutto basato su un rapporto padre-figlia da rimettere in sesto. The Last of Us viene rievocato soprattutto dall'aspetto e dagli abiti di un Mel Gibson barbuto e dotato di immancabili camicie a quadri (e per questo motivo molto simile a Joel).
5. La ragazza che sapeva troppo (2016)
Ancora un romanzo alla base di La ragazza che sapeva troppo. Un libro pubblicato esattamente un anno dopo l'uscita di The Last of Us. Tempismo alquanto sospetto, anche perché la storia parla di spore contagiose e di un fungo alla base di una inarrestabile pandemia. Senza dimenticare che gli infetti non sono lenti come i classici zombie, ma scattanti e aggressivi come quelli del gioco Naughty Dog. La ragazza che sapeva troppo rimane una godibile avventura distopica, tutta dedicata alla perdita dell'innocenza.
6. Logan (2017)
Ed eccoci nel contagio più evidente, dentro il coraggioso e insolito cinecomic in cui tanti hanno visto una trasposizione perfetta del rapporto tra Joel ed Ellie. E no, non è solo merito di Hugh Jackman, che sarebbe praticamente perfetto per interpretare il protagonista di The Last of Us. Crepuscolare, amaro e disincantato Logan ha regalato a Wolverine un meraviglioso addio cinematografico. Un film sporco di polvere, in cui l'eroe attraversato dall'adamantio, per una volta, è tutt'altro che inscalfibile, ma stanco, spossato, malato, vicino alla morte. All'interno di uno scenario arido e inospitale in cui i mutanti sono in via d'estinzione, Logan incontra sulla sua strada la piccola Laura, ragazzina taciturna che poco per volta farà breccia nel cuore spossato dell'antieroe. Un mondo desolato, la morte che incombe, un bellissimo rapporto tra un padre putativo e una ragazzina diffidente. Il tutto condito da un faticoso viaggio on the road. Non pensare a The Last of Us è impossibile.
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7. A quiet place (2018)
Convincente opera terza di John Krasinski, A quiet place racconta di un mondo infestato da immonde creature cieche, ma assai sensibili a ogni minimo suono. Il silenzio è la migliore arma per restare vivi. Se qualcuno ha pensato immediatamente ai clicker di The Last of Us, che obbligano il giocatore a muoversi con cautela, noi lo capiamo benissimo. Anche qui, come nel gioco, l'ambientazione ci regala scorci mozzafiato, con una natura rigogliosa e incontaminata che si contrappone alle rovine urbane di un mondo alla deriva. Anche qui, ancora una volta, il rapporto tra un amorevole padre barbuto e i suoi figli sarà destinato a commuoverci non poco.
8. What Still Remains (2018)
Se finora abbiamo parlato di ispirazioni più o meno palesi, più o meno esplicite, qui ci addentriamo in un altro territorio. Qui siamo davanti a un caso che sfocia nel plagio spudorato e alquanto ridicolo. Due personaggi diffidenti che poco per volta iniziano a fidarsi l'uno dell'altro, una piaga batteriologica in pieno atto e una locandina in cui la posa dei personaggi e persino il font del titolo non lasciano spazio ad alcun dubbio. In What Still Remains la prima cosa ad essersi estinta è l'originalità. A partire dal titolo, che sembra una parafrasi di The Last of Us.
9. Bird Box (2018)
In questo caso il paragone più scomodato è quello con A quiet Place. Se il film di Krasinski bandiva il senso dell'udito, Bird Box si sofferma su quello della vista. Anche qui siamo davanti a un adattamento cinematografico di un romanzo pubblicato un anno dopo The Last of Us. L'idea forte alla base del racconto è quella di un misterioso contagio che passa proprio attraverso gli occhi, spingendo gli infetti ad azioni alquanto deliranti. Un survival drama in cui l'ambientazione e il rapporto genitore-figli si inseriscono a meraviglia nel solco segnato fal gioco Naughty Dog.
10. The Silence (2019)
Dopo Bird Box, Netflix continua a percorrere la scia del dramma post-apocalittico con una forte impronta familiare. A quiet Place viene scomodato ancora una volta, visto che in The Silence il pianeta è soggiogato da letali pipistrelli preistorici attratti da ogni minimo suono. Anche in questo caso la personalità e l'originalità latitano parecchio, visto che tutto in The Silence sa di già visto (e di già sentito, visto il tema). Un'opera che spreca un buon cast annacquandolo con una narrazione trita e ritrita, scialba rievocazione di quelle dinamiche drammatiche e trascinanti che hanno reso grande una storia come quella del videogioco capace di intaccare così tanto anche il cinema. Dimenticavamo un dettaglio. Anche questo film è tratto da un romanzo. E sì, anche questo romanzo è stato pubblicato subito dopo The Last of us.