Il plot
Con Alicia ancora fuori gioco, Clarke e Cary bloccano allo stadio embrionale il progetto di fusione tra la Florrick/ Agos e la Lockhart/ Gardner. David Lee ne approfitta per imporre a Diane la sua idea di fusione, cosicché lo studio diventa Lockart, Gardner & Canning; l'impatto iniziale con Louis Canning non è semplice, soprattutto per Kalinda. Nel frattempo però Alicia viene richiamata al dovere per aiutare Finn Polmar, che il procuratore distrettuale sembra voler usare come capro espiatorio per il caso di Jeffrey Grant, l'assassino di Will; ma a metterla in allerta c'è anche la visita agli uffici della Florrick/ Agos di un giovane che si dichiara collaboratore esterno della NSA, e che sembra sapere un po' troppo di quello che si comunicano telefonicamente i partner dello studio.
Cosa ci è piaciuto di questo episodio
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Alicia si "sveglia" per dare una mano a Finn Polmar, l'uomo che è stato accanto a Will negli ultimi istanti della sua vita, ma soprattutto si scuote quando subodora l'ordine di sorveglianza ai suoi danni da parte della NSA. Sono Cary e Clarke che stanno assistendo il giovane Jeff Dellinger, collaboratore della NSA che teme di essere finito nei guai per essersi inavvertitamente portato a casa il lavoro, ma è Alicia a percepire, pur nella distanza del suo dolore, qualche lapsus rivelatore nelle dichiarazioni del giovane. Forse perché ha da perdere più degli altri, dato che le intercettazioni possono di struggere non solo la sua ma anche la carriera di Peter, e il futuro dei suoi figli; forse perché deve proteggere, ad ogni costo, ciò che le è rimasto, per quanto misero sia. Dei collaboratori che possono sorprenderla prendendo decisioni senza consultarla, un mestiere, che, a ben guardare, non ama fino in fondo, ma che le permette di mettere a nudo ipocrisie e ingiustizie che la disgustano, e un lungo calendario di eventi che forse per lei non significano molto, ma sono la prova tangibile di ciò che ha conquistato per sé stessa, e di ciò che ha aiutato suo marito a conquistare.
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Un burner per Mr. Florrick. Riesce sempre a farci dimenticare, con una mossa egoistica, un commento insensibile, di che pasta è fatto il governatore dell'Illinois Peter Florrick (Chris Noth). Poi arrivano scene come quella in cui stende al suolo l'amico senatore che ha tentato di "rassicurarlo" sull'inesistenza dell'ordine di sorveglianza della NSA e siamo lì, con Eli, ad ammirarlo. Fino alla prossima mossa egoistica e al prossimo commento insensibile.
Cosa, invece, non ci ha convinto
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What's Next?
Ci attende una recurring guest star speciale la prossima settimana, l'amabile uxoricida Colin Sweeney/ Dylan Baker. E dove c'è Sweeney, ci sono guai!
Note a margine
A proposito di Emmy, la scorsa settimana la CBS ha lanciato una sorta di campagna "aggressiva" per il suo show di punta, in cui si pone l'accento su un vantaggio notevole che questa annata di The Good Wife ha nei confronti dei suoi diretti concorrenti: ben 22 episodi, contro i sette di Mad Men, gli otto di True Detective e Breaking Bad, i dieci de Il trono di spade e via dicendo. Loro non si risparmiano. Nemmeno in fatto di veleno.
Infine, se avete iniziato a sentire fatalmente e inevitabilmente la nostalgia di Josh Charles, sappiate che tornerà la prossima settimana, anche se solo nelle vesti di regista. Magra consolazione, ce ne rendiamo conto.
Movieplayer.it
4.0/5