Il primo sabato di questa 62° edizione del Festival di Cannes si apre con il primo film francese in concorso, Un prophète, diretto da Jacques Audiard, già regista nel 2005 di Tutti i battiti del mio cuore che gli aveva fruttato otto Caesar ed un Orso d'argento. Questa nuova pellicola è un dramma carcerario che ha come protagonista Malik, un giovane arabo condannato a cinque anni di reclusione che si ritrova in carcere senza alcuna conoscenza o protezione e finisce con il diventare una sorta di lacché del circolo mafioso dei prigionieri corsi. Con il passare del tempo riuscirà a farsi strada all'interno del carcere attraverso abili doppi giochi, finendo col costruire le basi per un potente impero criminale. Il film è stato accolto dalla stampa con un lunghissimo applauso e sicuramente può considerarsi come serio candidato per concorrere per la Palma d'oro.
Altro film in concorso l'attesissimo Taking Woodstock di Ang Lee, già presentato ieri sera alla stampa e che oggi è stato ufficialmente proiettato per la giuria internazionale. Il film offre uno sguardo inedito, e tratti assolutamente esilarante, sulla preparazione del grande evento dell'agosto 1969, ovvero il concerto di Woodstock che portò quasi mezzo milione di persone in una piccola cittadina dello stato di New York. Il film ha come protagonista la famiglia di Elliot Tiber, colui che si offrì di ospitare il festival usando come punto di riferimento il proprio motel, ma in realtà è un film quasi corale con un mucchio di personaggi bizzarri (tra cui spicca sicuramente un Liev Schreiber en travesti davvero molto buffo, soprattutto se confrontato con la performance da 'macho' che abbiamo visto di recente in Wolverine) e che ancora una volta ci offre un'altra potenziale candidata per il premio come migliore attrice, ovvero la sempre straordinaria Imelda Staunton. Due i film presentati per la sezione Un Certain Regard. Il primo è Samson and Delilah, pellicola d'esordio del regista australiano Warwich Thornton che racconta una giornata di due ragazzi che vivono in una piccola comunità desertica e che decidono di avventurarsi fuori dal villaggio arrivando a scoprire così un mondo "esterno" a loro completamento alieno.Il secondo film è il coreano Mother, del regista Bong Joon-ho, già autore di due film di culto quali Memories of Murder e The Host. Il film racconta la storia di una madre possessiva che cerca in tutti i modi di scoprire la verità su un omicidio di cui è stato accusato il figlio mentalmente disabile. Il risultato, pur lontano dall'ottimo livello dei due film precedenti, è comunque interessante e cresce soprattutto nella parte finale della pellicola grazie all'intensa interpretazione di Kim Hye-ja.