Da circa una decina d'anni il genere supereroistico va per la maggiore al cinema, e più o meno nello stesso periodo è iniziata un'espansione sul piccolo schermo: basti pensare all'Arrowverse, il franchise catodico della CW basato sui fumetti della DC Comics che al momento è composto da cinque serie, o alla partnership tra la Marvel e Netflix che tra il 2015 e il 2019 ha generato tredici diverse stagioni di materiale, suddivise tra cinque serie regolari e una miniserie crossover. E l'espansione continua: tra canali tradizionali e piattaforme di streaming, tutti si interessano ai supereroi, e in attesa delle prossime uscite - tra cui tutti i titoli Marvel realizzati per Disney+ - abbiamo voluto ripercorrere l'evoluzione del trend con alcuni titoli fondamentali, in ordine cronologico.
1. Batman (1966-1968)
A distanza di oltre mezzo secolo, rimane l'immagine catodica definitiva del personaggio creato da Bob Kane, almeno per quanto riguarda il live action: in bilico costante tra il serio e il faceto, questo Batman era un divertimento garantito grazie al tono cialtrone e alla performance perfettamente calibrata di Adam West. Tra giochi di parole surreali e onomatopee entrate nella storia, il serial rimane una pietra miliare, omaggiata in ogni dove, da Kick-Ass a I Griffin. Rivedendola oggi si capisce quanto la serie fosse importante all'epoca, poiché molte star facevano la fila per essere ospiti occasionali. Basti pensare a Mr. Freeze, che in tre apparizioni ebbe il volto di tre attori diversi: George Sanders, Eli Wallach e Otto Preminger.
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2. L'incredibile Hulk (1977-1982)
Sì, l'effettistica oggi fa sorridere, ma L'incredibile Hulk in formato catodico rimane un prodotto solido e memorabile, principalmente perché non trascurava il dramma umano di David Bruce Banner (Bill Bixby), costantemente in fuga - una formula efficace per la struttura seriale - e costretto a fare i conti con il suo furibondo alter ego (Lou Ferrigno). Lo show merita anche da un punto di vista un po' particolare: i tre film televisivi che segnarono la fine del programma contengono il primo cameo in assoluto di Stan Lee in un adattamento live-action delle sue creazioni.
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3. Batman (1992-1995)
Ancora Gotham City, ma questa volta il tono è decisamente diverso: la dichiarazione d'intenti più significativa di questo Batman fu la decisione di disegnare gli sfondi su carta nera, dando alla serie una patina dark che era decisamente inconsueta per un prodotto teoricamente destinato ai più piccoli (come ricordato più volte dall'autore Bruce Timm, il target ufficiale era la fascia d'età dai 6 ai 10 anni, ma lui e il suo team partivano dal presupposto che gli spettatori ideali ne avessero tra 11 e 14). Scrittura e animazione si uniscono per un risultato che ancora oggi è sbalorditivo, e che merita di essere riscoperto in originale per apprezzare il lavoro fatto da Andrea Romano, responsabile del casting e direttrice del doppiaggio. È a lei che dobbiamo il Bruce Wayne di Kevin Conroy e il Joker di Mark Hamill.
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4. Smallville (2001-2011)
All'inizio doveva essere una serie sulla gioventù di Bruce Wayne, ma la Warner Bros. impose il veto perché il reparto cinematografico stava lavorando a Batman Begins. Gli autori decisero quindi di concentrarsi su Clark Kent, ed ecco che nacquero le dieci stagioni di Smallville, un romanzo di formazione che rilegge la mitologia di Superman in chiave teen, con versioni aggiornate e per lo più riuscite di personaggi come Lex Luthor, Perry White, Brainiac e Lois Lane. Ci furono scivoloni (la decisione di andare avanti per dieci anni era un po' un controsenso dato l'intento originale dello show, e la storyline di Doomsday non era delle migliori), ma nel complesso è un'aggiunta meritevole al canone audiovisivo della DC. Anche perché, per certi versi, senza il giovane Clark non avremmo avuto la produzione attuale della CW.
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5. Arrow (2012-2020)
In un certo senso, Arrow è stato per la CW quello che Iron Man è stato per i Marvel Studios: un eroe più "terra terra", con un passato da ricco bad boy, che si ravvede dopo aver rischiato la vita lontano da casa. E da lì, nel corso degli anni, è stato costruito un universo sempre più vasto, di cui Oliver Queen rimane ancora oggi il cuore, nonostante la sua serie personale sia finita qualche mese fa negli Stati Uniti. Un cuore molto umano, alle prese con un mondo più grande di lui, e una fonte d'ispirazione costante per una nuova generazione di eroi. E con un protagonista simile, la CW riuscì a dimostrare di non aver bisogno dei pesi massimi per creare un franchise catodico di un certo peso.
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6. Agents of S.H.I.E.L.D. (2013-2020)
Non sono esattamente super (con qualche eccezione), ma eroi sì. Nato da una costola di The Avengers (dove Phil Coulson fu ucciso da Loki), Agents of S.H.I.E.L.D. è stato il primo serial televisivo del Marvel Cinematic Universe, e nel corso di sei stagioni (la settima, quella finale, debutterà a breve) ha approfondito diversi angoli interessanti del mondo della Casa delle Idee, dalla mitologia degli Inumani alla reintroduzione di Ghost Rider. Sempre con Coulson al centro, ritornato in vita ma non per questo meno umano, come lo era già al fianco degli Avengers.
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7. Daredevil (2015-2018)
Quanto possono essere dark i personaggi Marvel? La risposta la dà Daredevil, la prima serie della Casa delle Idee realizzata in collaborazione con Netflix, ambientata in un angolo più cupo e realistico del MCU. Qui non ci sono alieni o minacce provenienti da altri mondi (anche se i superpoteri non mancano all'appello), e il tutto si svolge nelle zone più malfamate di New York, tra Hell's Kitchen e Harlem. E tra i più affascinanti di questi personaggi alle prese con problemi legati alla città c'è Matt Murdock (Charlie Cox), un paradosso ambulante in quanto avvocato di giorno e vigilante di notte. Il suo è un viaggio spirituale e fisico intriso di violenza e contraddizioni, nell'anima più nera della più nota città americana.
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8. Legion (2017-2019)
Come portare sul piccolo schermo il mondo degli X-Men in modo inedito? La risposta è Legion, basato sulle gesta di David Haller (Dan Stevens), figlio di Charles Xavier e affetto da personalità multiple che, insieme ai suoi poteri, lo rendono uno dei mutanti più pericolosi al mondo. La sua è una storia affascinante, visionaria e psichedelica, tra Kubrick e Stan Lee, letteralmente strutturata in tre atti, che riesce a trarre in inganno lo spettatore dall'inizio alla fine, a cominciare dal fatto che ci ha spinti a simpatizzare con un antieroe che in realtà era il vero antagonista dello show.
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9. The Boys (2019-presente)
E se i supereroi fossero tutti una manica di stronzi (scusate il francesismo)? È questa la premessa di The Boys, serie Amazon basata sull'omonimo fumetto scritto da Garth Ennis. Chi conosce l'autore irlandese sa cosa aspettarsi, mentre i nuovi arrivati saranno rimasti passabilmente scioccati da questo ritratto dissacrante del mondo super, dove gli eroi sono gestiti interamente dal governo e sono diventati talmente cinici ed egocentrici da fregarsene del benessere altrui. A opporsi a loro ci pensa Butcher (Karl Urban), la cui vendetta personale - è convinto che uno dei super gli abbia ucciso la moglie - diventa un movimento contro un sistema corrotto. Un movimento a base di violenza e humour estremamente politicamente scorretto.
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10. Watchmen (2019)
Cosa accade dopo Watchmen? È la risposta che cerca di dare la serie della HBO, ambientata qualche decennio dopo gli eventi della celebre graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons. Tra volti nuovi e personaggi provenienti dal capostipite, il mondo è cambiato ma la carica politica di allora è rimasta intatta, applicando al futuro distopico una riflessione brutale e intelligente sul razzismo nell'America di oggi, partendo da un evento reale che pone le basi per un arco narrativo che si fa una semplice, potente domanda: cosa significa, di questi tempi, essere un eroe?
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