In attesa di una Nazionale che torni seriamente ad emozionarci, l'unico rito collettivo che ci è rimasto è il Festival di Sanremo. "La settima santa", lo chiama qualcuno ironicamente nei social. Eppure non è sempre stato così. Ci sono stati anni infatti, in cui il pubblico, se lo guardava, lo faceva più per abitudine che per passione.
Sanremo, gli anni della crisi
![Sandra Mondaini con Eva Herzigova durante Sanremo 1998](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2010/04/15/sandra-mondaini-con-eva-herzigova-durante-sanremo-1998-152980_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Quella tra fine anni '90 e primi 2000 fu una crisi profonda, riassunta nel '98 dalla stroncatura di un inviato del Finacial Times: "una sagra kitsch con canzoni terribili". La crisi fu anche di ascolti: nel 2004 battuto dal Grande Fratello, nel 2008 superato da una puntata dei Cesaroni. A margine: quell'edizione viene considerata la più disastrosa per gli ascolti, con una media del 35,64% di share e 6.811.000 spettatori. Le canzoni sanremesi mancavano dalle radio e il pubblico si era ormai disaffezionato a quello che era, se non più la manifestazione canora per eccellenza, quantomeno l'evento televisivo dell'anno.
Il Festival oggi
A un certo punto però, qualcosa è cambiato nel sentire collettivo: il pubblico si è riaffezionato al Festival. Ora ascolta le canzoni di Sanremo, lo commenta nei social e nelle chat WhatsApp con gli amici, gioca al FantaSanremo. E come in ogni fandom che si rispetti, ha i suoi inside jokes: il tormentone dei Jalisse che ci riprovano ogni anno, il "dov'è Bugo", i meme con Amadeus che balla.
![Sanremo 2013: Fabio Fazio e Luciana Littizzetto durante la terza serata](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2013/02/15/sanremo-2013-fabio-fazio-e-luciana-littizzetto-durante-la-terza-serata-265907_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Un cambio di rotta che, in definitiva, si potrebbe riassumere così: sono arrivati quelli delle radio. In successione: tre anni Carlo Conti, due anni di parentesi Claudio Baglioni, poi cinque di Amadeus. Conti e Amadeus, nati professionalmente in radio, hanno saputo coniugare la loro formazione radiofonica con la loro esperienza televisiva. Prima ancora però, c'era stata l'intuizione di Fabio Fazio: aprire il Festival alla musica meno sanremese, dando spazio al cantautorato e all'indie. Al punto che nell'edizione 2013, un'esclusa Anna Oxa lo accusò di aver organizzato un Festival che sembrava un "sottoprodotto del Concertone del Primo Maggio".
Le vittorie che hanno cambiato il Festival: Gabbani, Mahmood, Maneskin
Il processo è stato lungo. Correva il 2015, quando Carlo Conti annunciava la vittoria de Il Volo e, da casa, ci guardavamo l'un l'altro chiedendoci: "Ma che l'abbiamo fatto a fare 'sto Festival?" Dati per favoriti già dalla vigilia infatti, si trattava di un trionfo prevedibilissimo; in un certo senso annunciatissimo.
![Francesco Gabbani Sanremo 2017](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2020/02/03/francesco-gabbani-sanremo-2017_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Il triennio contiano è cominciato quindi con la vittoria dei giovani all'anagrafe; si è concluso però con la vittoria di un cantante un po' meno giovane all'anagrafe, ma molto dal punto di vista del Festival: era il Francesco Gabbani di Occidentali's Karma. Quello della scimmia che balla, col testo che era una critica all'uomo occidentale schiavo delle apparenze.
Ma a differenza di quanto cantato in Occidentali's Karma, l'evoluzione di Sanremo non è inciampata. Con il Festival di Baglioni è arrivato il primo posto di Ermal Meta e Fabrizio Moro, ma soprattutto di Mahmood. Mix culturale, urban, contemporaneo; nuovissimo anche lui, rispetto ai brani considerati tipicamente sanremesi. E seconda posizione all'Eurovision Song Contest.
![Amadus Fiorello 1143X768](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2024/02/01/amadus-fiorello-1143x768_jpeg_375x0_crop_q85.jpg)
Il traghettamento si è infine consolidato con i cinque anni di Amadeus. Vincitori: Diodato, Maneskin, la coppia Mahmood-Blanco, Marco Mengoni, Angelina Mango. Tutti artisti, o quasi, ufficialmente battezzati dal Festival.
I Maneskin addirittura, con la loro estetica rock, dall'Ariston sono stati protagonisti di una cavalcata trionfale: prima hanno riportato l'Eurovision Song Contest in Italia, poi hanno trovato l'America. Il Festival insomma, nell' ultimo decennio è tornato ad essere un palco da cui si lanciano carriere. Internazionali, persino.
![Gazzelle 1188X768](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2024/02/07/gazzelle-1188x768_jpeg_375x0_crop_q85.jpg)
Lo svecchiamento del pubblico: scelte musicali e social
Se Sanremo ha riacquisito nuova linfa vitale è perché è riuscito ad ampliare il suo target ai giovani. Come? Con una massiccia presenza social, sicuramente: collaborazioni con gli influencer, contenuti per il web, interazioni con gli spettatori. Ma siccome nel frattempo sono anche arrivati quelli delle radio, con un orecchio quindi da radio, è cambiata la selezione dei pezzi: non più i classici pezzi da bel canto sanremese, o almeno non solo. I direttori artistici hanno tenuto d'occhio Spotify, inserendo tra i big anche quegli artisti o comunque generi, amati dai più giovani. Il Festival si è aperto ai rapper, agli artisti meno conosciuti dal grande pubblico, alle performance non solo canore.
![1200X675 Cmsv2 4726E891 86B4 57E4 Aeaf C7B0C86E8040 8232210](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2024/02/11/1200x675_cmsv2_4726e891-86b4-57e4-aeaf-c7b0c86e8040-8232210_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
A questo punto, l'interesse s'è desto. Le fanbase dei rispettivi artisti si sono attivate, non solo seguendo le serate, ma commentando online e condividendo contenuti per tutta la durata della manifestazione. Gli stessi artisti del resto, utilizzano i loro profili social durante il Festival: mostrando il dietro le quinte, documentando le proprie ospitate nei programmi. Di fatto, dando vita a un Sanremo parallelo.
Il FantaSanremo
Ulteriore elemento fondamentale è il FantaSanremo: da gioco che rompeva gli schemi, è stato pian piano fagocitato del Festival stesso. Un gioco per il pubblico da casa -attenzione: un gioco a squadre - che ha finito per coinvolgere anche i cantanti stessi -, in una caccia collettiva all'imprevisto di turno per accumulare Baudi.
![Gf5Mw1Mwwaamyea](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2024/02/09/gf5mw1mwwaamyea_jpeg_375x0_crop_q85.jpg)
L'attesa per l'evento e la "non belligeranza" con Mediaset
Vi è poi infine un altro fattore da tenere in considerazione. Da un punto di vista strettamente televisivo, i direttori artistici hanno iniziato a stillare annunci: una volta al TG1, una volta intervenendo in un programma, una volta telefonando nell'altro. Questo contribuisce a creare l'attesa per l'evento, dando vita a un continuo circolare di notizie e commenti, sia social che giornalistici.
Nella settimana festivaliera poi, Mediaset rinuncia di fatto alla concorrenza.
Il Grande Fratello che andrà in onda quest'anno non è lo stessa potenza di fuoco di quello andato in onda nel 2008, né è prevista una qualche controprogrammazione che possa arginare davvero Sanremo.
Del resto, questa alleanza Rai-Mediaset venne sancita con Maria De Filippi al fianco di Carlo Conti nell'edizione 2017. Con buona pace di Gerry Scotti, secondo cui parlare di "pax televisiva" sarebbe esagerato. A proposito: nella prima serata stavolta, con Carlo Conti e Antonella Clerici ci sarà lui.
L'Eurovision Song Contest
Non dimentichiamo infine l'ESC. L' Italia è tornata a concorrere all'Eurovision Song Contest nel 2011, dal 2015 mandando di norma il vincitore del Festival. Legare le due manifestazioni ha conferito a Sanremo una sorta di onda lunga, mandando i nostri artisti su un palco internazionale e facendoci partecipare, come pubblico, a un momento televisivo identitario. Senza contare che ogni anno, a corredo del Festival, parte la ciclica riflessione se il vincitore sia adatto alla competizione dell'Esc.
Grazie a tutte queste scelte, il Festival è tornato ad essere l'evento televisivo degli italiani. Quest'anno poi, c'è pure un concorrente ritirato e il gossip gentilmente fornito dalla ditta Fedez&conoscenti. E pensare che il Festival deve ancora iniziare...