Sanremo: come il Festival è tornato ad essere il nostro rito collettivo

Dagli anni della crisi alla nostra "settimana santa": così il Teatro Ariston è riuscito a diventare (di nuovo) lo studio televisivo più amato dagli italiani.

Carlo Conti e Sanremo 2025

In attesa di una Nazionale che torni seriamente ad emozionarci, l'unico rito collettivo che ci è rimasto è il Festival di Sanremo. "La settima santa", lo chiama qualcuno ironicamente nei social. Eppure non è sempre stato così. Ci sono stati anni infatti, in cui il pubblico, se lo guardava, lo faceva più per abitudine che per passione.

Sanremo, gli anni della crisi

Sandra Mondaini con Eva Herzigova durante Sanremo 1998
Raimondo Vianello ed Eva Herzigova a Sanremo 1998

Quella tra fine anni '90 e primi 2000 fu una crisi profonda, riassunta nel '98 dalla stroncatura di un inviato del Finacial Times: "una sagra kitsch con canzoni terribili". La crisi fu anche di ascolti: nel 2004 battuto dal Grande Fratello, nel 2008 superato da una puntata dei Cesaroni. A margine: quell'edizione viene considerata la più disastrosa per gli ascolti, con una media del 35,64% di share e 6.811.000 spettatori. Le canzoni sanremesi mancavano dalle radio e il pubblico si era ormai disaffezionato a quello che era, se non più la manifestazione canora per eccellenza, quantomeno l'evento televisivo dell'anno.

Il Festival oggi

A un certo punto però, qualcosa è cambiato nel sentire collettivo: il pubblico si è riaffezionato al Festival. Ora ascolta le canzoni di Sanremo, lo commenta nei social e nelle chat WhatsApp con gli amici, gioca al FantaSanremo. E come in ogni fandom che si rispetti, ha i suoi inside jokes: il tormentone dei Jalisse che ci riprovano ogni anno, il "dov'è Bugo", i meme con Amadeus che balla.

Sanremo 2013: Fabio Fazio e Luciana Littizzetto durante la terza serata
Sanremo 2013: Fabio Fazio e Luciana Littizzetto durante la terza serata

Un cambio di rotta che, in definitiva, si potrebbe riassumere così: sono arrivati quelli delle radio. In successione: tre anni Carlo Conti, due anni di parentesi Claudio Baglioni, poi cinque di Amadeus. Conti e Amadeus, nati professionalmente in radio, hanno saputo coniugare la loro formazione radiofonica con la loro esperienza televisiva. Prima ancora però, c'era stata l'intuizione di Fabio Fazio: aprire il Festival alla musica meno sanremese, dando spazio al cantautorato e all'indie. Al punto che nell'edizione 2013, un'esclusa Anna Oxa lo accusò di aver organizzato un Festival che sembrava un "sottoprodotto del Concertone del Primo Maggio".

Le vittorie che hanno cambiato il Festival: Gabbani, Mahmood, Maneskin

Il processo è stato lungo. Correva il 2015, quando Carlo Conti annunciava la vittoria de Il Volo e, da casa, ci guardavamo l'un l'altro chiedendoci: "Ma che l'abbiamo fatto a fare 'sto Festival?" Dati per favoriti già dalla vigilia infatti, si trattava di un trionfo prevedibilissimo; in un certo senso annunciatissimo.

Francesco Gabbani Sanremo 2017
Francesco Gabbani a Sanremo 2017

Il triennio contiano è cominciato quindi con la vittoria dei giovani all'anagrafe; si è concluso però con la vittoria di un cantante un po' meno giovane all'anagrafe, ma molto dal punto di vista del Festival: era il Francesco Gabbani di Occidentali's Karma. Quello della scimmia che balla, col testo che era una critica all'uomo occidentale schiavo delle apparenze.

Ma a differenza di quanto cantato in Occidentali's Karma, l'evoluzione di Sanremo non è inciampata. Con il Festival di Baglioni è arrivato il primo posto di Ermal Meta e Fabrizio Moro, ma soprattutto di Mahmood. Mix culturale, urban, contemporaneo; nuovissimo anche lui, rispetto ai brani considerati tipicamente sanremesi. E seconda posizione all'Eurovision Song Contest.

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Amadeus e Fiorello a Sanremo

Il traghettamento si è infine consolidato con i cinque anni di Amadeus. Vincitori: Diodato, Maneskin, la coppia Mahmood-Blanco, Marco Mengoni, Angelina Mango. Tutti artisti, o quasi, ufficialmente battezzati dal Festival.

I Maneskin addirittura, con la loro estetica rock, dall'Ariston sono stati protagonisti di una cavalcata trionfale: prima hanno riportato l'Eurovision Song Contest in Italia, poi hanno trovato l'America. Il Festival insomma, nell' ultimo decennio è tornato ad essere un palco da cui si lanciano carriere. Internazionali, persino.

Sanremo 2025 e gli ascolti degli ultimi 10 anni, cosa aspettarsi? Il confronto tra Carlo Conti e Amadeus Sanremo 2025 e gli ascolti degli ultimi 10 anni, cosa aspettarsi? Il confronto tra Carlo Conti e Amadeus
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Sanremo 2024: Gazzelle sul palco

Lo svecchiamento del pubblico: scelte musicali e social

Se Sanremo ha riacquisito nuova linfa vitale è perché è riuscito ad ampliare il suo target ai giovani. Come? Con una massiccia presenza social, sicuramente: collaborazioni con gli influencer, contenuti per il web, interazioni con gli spettatori. Ma siccome nel frattempo sono anche arrivati quelli delle radio, con un orecchio quindi da radio, è cambiata la selezione dei pezzi: non più i classici pezzi da bel canto sanremese, o almeno non solo. I direttori artistici hanno tenuto d'occhio Spotify, inserendo tra i big anche quegli artisti o comunque generi, amati dai più giovani. Il Festival si è aperto ai rapper, agli artisti meno conosciuti dal grande pubblico, alle performance non solo canore.

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Sanremo 2024: la vincitrice, Angelina Mango

A questo punto, l'interesse s'è desto. Le fanbase dei rispettivi artisti si sono attivate, non solo seguendo le serate, ma commentando online e condividendo contenuti per tutta la durata della manifestazione. Gli stessi artisti del resto, utilizzano i loro profili social durante il Festival: mostrando il dietro le quinte, documentando le proprie ospitate nei programmi. Di fatto, dando vita a un Sanremo parallelo.

Il FantaSanremo

Ulteriore elemento fondamentale è il FantaSanremo: da gioco che rompeva gli schemi, è stato pian piano fagocitato del Festival stesso. Un gioco per il pubblico da casa -attenzione: un gioco a squadre - che ha finito per coinvolgere anche i cantanti stessi -, in una caccia collettiva all'imprevisto di turno per accumulare Baudi.

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Sanremo 2024: Amadeus con Russel Crowe, ospite internazionale della terza serata

L'attesa per l'evento e la "non belligeranza" con Mediaset

Vi è poi infine un altro fattore da tenere in considerazione. Da un punto di vista strettamente televisivo, i direttori artistici hanno iniziato a stillare annunci: una volta al TG1, una volta intervenendo in un programma, una volta telefonando nell'altro. Questo contribuisce a creare l'attesa per l'evento, dando vita a un continuo circolare di notizie e commenti, sia social che giornalistici. Nella settimana festivaliera poi, Mediaset rinuncia di fatto alla concorrenza.
Il Grande Fratello che andrà in onda quest'anno non è lo stessa potenza di fuoco di quello andato in onda nel 2008, né è prevista una qualche controprogrammazione che possa arginare davvero Sanremo. Del resto, questa alleanza Rai-Mediaset venne sancita con Maria De Filippi al fianco di Carlo Conti nell'edizione 2017. Con buona pace di Gerry Scotti, secondo cui parlare di "pax televisiva" sarebbe esagerato. A proposito: nella prima serata stavolta, con Carlo Conti e Antonella Clerici ci sarà lui.

L'Eurovision Song Contest

Non dimentichiamo infine l'ESC. L' Italia è tornata a concorrere all'Eurovision Song Contest nel 2011, dal 2015 mandando di norma il vincitore del Festival. Legare le due manifestazioni ha conferito a Sanremo una sorta di onda lunga, mandando i nostri artisti su un palco internazionale e facendoci partecipare, come pubblico, a un momento televisivo identitario. Senza contare che ogni anno, a corredo del Festival, parte la ciclica riflessione se il vincitore sia adatto alla competizione dell'Esc.

Grazie a tutte queste scelte, il Festival è tornato ad essere l'evento televisivo degli italiani. Quest'anno poi, c'è pure un concorrente ritirato e il gossip gentilmente fornito dalla ditta Fedez&conoscenti. E pensare che il Festival deve ancora iniziare...