Ventidue edizioni e sentirle tutte: rimasto a riposo nel 2024, con l'inizio del nuovo anno è tornato Zelig. Condotta ancora da Claudio Bisio e Vanessa Incontrada, questa 22esima edizione ha debuttato su Canale 5 la scorsa settimana in prima serata.
Gli ascolti
L'esordio di mercoledì 15 gennaio ha registrato il 19,3% di share, con un pubblico di 2milioni 920mila telespettatori. Un risultato non troppo lontano dal 21,5% di Rai 1, che però si limitava a trasmettere un film, La ragazza della palude. Ieri invece, pur vincendo la serata, è sceso al 16% di share con 2milioni 465mila telespettatori.
Zelig è rimasto lo stesso
Numeri a parte, com'è questa nuova edizione di Zelig? Come le altre che l'hanno preceduta. Nel senso che poco è cambiato: il tempo passato non ha spinto a un ripensamento sul format né sul tipo di prodotto proposto. Registrato al Teatro degli Arcimboldi di Milano, Zelig è un varietà comico: con la resident band, il corpo di ballo, i personaggi-macchietta che irrompono sul palco, i monologhisti sostenuti dal mestiere che non osano mai con i testi. Affiancati da una coppia di conduttori, spina dorsale dello show, che pure fanno del loro mestiere virtù e vanno avanti come d'abitudine.
Lo Zelig dei primi anni 2000
Quando il programma passò in prima serata su Canale 5, era seguitissimo. Lo Zelig che lanciava carriere, quello dei primi anni 2000 e a seguire, era lo Zelig delle battute che diventavano d'uso comune. Da lì sono usciti tormentoni, ma non solo: per un "Chi è Tatiana?" di Gabriele Cirilli, abbiamo conosciuto, tra gli altri, anche Geppi Cucciari, Ficarra e Picone, Ale&Franz, Checco Zalone.
Uno spettacolo comico per un pubblico generalista: ma ha senso?
Ma ha senso oggi proporre uno spettacolo comico che vuole essere generalista, proprio mentre il pubblico generalista si frammenta sempre più? Discorso che vale soprattutto per la comicità, il cui pubblico nel frattempo ha scoperto gli spettacoli sottotitolati su YouTube e Netflix. Intanto i giovanissimi, cioè una parte del pregiato target 15-34 anni, passano il tempo scrollando tra un reel e l'altro, tra un video di Tik Tok e l'altro: risultato, soglia dell'attenzione bassissima. Pochi secondi. E in più, nemmeno si interessano ai programmi tv.
Zelig punta ad abbracciare un pubblico largo proprio mentre, al contrario, il pubblico si è fatto meno generalista che mai. Una contraddizione che emerge soprattutto con i monologhisti, i quali, essendo tali, potrebbero sviluppare un ragionamento: invece puntano sull'usato sicuro proprio per abbracciare quella platea, in una perenne sensazione di già sentito.
Una comicità che non funziona più
Zelig procede per accumulo, con una sequela di comici, di personaggi che entrano uno dopo l'altro senza un reale filo conduttore tranne quello della posizione in scaletta.
Non che non si rida mai, però l'effetto dura poco: se anche qualcuno riesce a distinguersi, viene subito fagocitato in questo grande calderone che è lo show di Canale 5. Così, quel coinvolgimento su cui può contare chi assiste allo spettacolo in teatro, si perde per chi guarda con il filtro dello schermo. L'impressione è che la comicità così concepita, semplicemente non funzioni più. Ora più che mai.
Insomma: i tempi sono cambiati, il pubblico è cambiato, e anche Zelig non si sente troppo bene. In compenso, la resident band suona che è una favola.