Conosciuto dal grande pubblico come Zoro, Diego Bianchi è il conduttore di programmi di punta come Propaganda Live, trasmissione che ha rivoluzionato il modo di fare informazione grazie a un mix di approfondimento, ironia e impegno sociale. Ne ha celebrato il lavoro e l'impegno con un incontro dal titolo "Propaganda, Sempre Live" e un Premio al Miglior Programma di Satira della stagione, il BCT Festival Nazionale del Cinema e della Televisione. Conduttore e giornalista, nel 2014 ha anche aperto una parentesi da regista presentando, alla 71ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, fuori concorso, Arance & Martello, suo primo lungometraggio.
La stagione di Propaganda Live 2024/2025, appena conclusa, ha avuto due momenti memorabili: La puntata di venerdì 11 aprile 2025 che si è aperta e si è chiusa nel ricordo di Valentina Del Re, violinista della Propaganda Orchestra scomparsa a causa di una malattia che aveva da tempo e quella del 25 aprile, che si è aperta con un omaggio a Papa Francesco, morto il 21 aprile 2025 e che è stata trasmessa in diretta eccezionalmente dall'Auditorium Parco della Musica di Roma per festeggiare l'80º anniversario della liberazione d'Italia.

In attesa di sbarcare su La7 da settembre con una nuova stagione di Propaganda Live, Diego Bianchi al BCT si è un po' confessato in un breve incontro con la stampa in cui ha fatto un piccolo bilancio dell'anno lavorativo e svelato le questioni (politiche) che ancora lo prendono in contropiede.
Dichiara prima di iniziare l'intervista: "Sono contento di essere stato invitato a questo premio, in questa circostanza. questo genere di eventi per me, soprattutto a ridosso della fine della stagione, è molto gratificante e lo dico senza nessuna remora. Mi piace anche parlare del mio lavoro ogni tanto, uscire dalla televisione e confrontarmi".
Intervista a Diego Bianchi
Cosa ci puoi anticipare della prossima stagione di Propaganda Live?
"Guarda, io lo so questa è una domanda classica, il problema è che ho appena finito quella vecchia e non mi sembra vero ancora, tant'è che ancora ci saranno da mandare in onda degli speciali di Propaganda Live, questo per dire che c'è ancora la coda lunga della stagione finita quindi sulla nuova stagione non so veramente cosa dirti se non che ci siamo. Veniamo da una stagione che ci ha segnato tanto, nel bene e anche un po' nel male, per episodi e per eventi che ci sono successi nel nostro cast però abbiamo avuto anche dei momenti veramente molto belli. Mi riferisco alla puntata del 25 aprile, Benigni all'ultima puntata e altre cose. Abbiamo fatto ascolti molto alti per noi e quindi l'intenzione è di continuare, dopodiché poi l'attualità, la politica e non solo quella italiana è talmente calda che abbiamo finito da due settimane e abbiamo già accumulato potenzialmente contenuti per far altre 5 puntate e stiamo ancora a giugno e quindi da qua a settembre, chissà in che mondo ci troveremo".
Hai raccontato di tutto e di più a Propaganda Live, c'è qualcosa che ancora ti sorprende della politica italiana?
"Col passare del tempo mi sorprende sempre meno però ancora un po' mi sorprende
la capacità di alcuni, non di tutti per carità, particolarmente in vista e importanti nella politica italiana, di non provare imbarazzo mai, di non provare minimamente neanche per 5 minuti un minimo di vergogna, di senso di inadeguatezza rispetto al compito che si trovano a svolgere o alle cose dette. Vanno avanti senza problemi e questa cosa mi stupisce sempre tantissimo cioè, io per molto meno non uscirei di casa per 100 giorni invece questi vanno avanti senza problemi, fanno i ministri, deputati, non gliene frega niente e sta cosa mi sorprende proprio umanamente, al di là della professione".
Provi qualche volta sconforto anche nel fatto che spesso cadono in piedi e sembra di combattere inutilmente?
"Si collega a quanto detto prima, probabilmente l'assenza totale di imbarazzo è dovuta al fatto che comunque c'è un seguito, un consenso, ora non per tutti è lo stesso, per fortuna qualcuno paga determinati atteggiamenti in termini di consenso ma secondo me sempre meno rispetto a quanto dovrebbero. Questo li fa un po' cadere in piedi e vale la famosa frase di Trump che disse: "se adesso andassi giù sulla fifth avenue e sparassi a qualcuno, non mi succederebbe niente, la gente mi batterebbe le mani". Disse qualcosa del genere. Ecco, ci sono delle situazioni per le quali ci sono dei politici che possono dire e fare quasi tutto e in termini politici non non la pagano mai e questa cosa mi sorprende. Poi non è per sempre, io sono sempre un po' fiducioso. Per far sì che non cadano in piedi determinati politici occorre che stiano belli in piedi e radicati quelli che dovrebbero prendere nel posto e questo non sempre accade. Io ovviamente racconto quello che vedo, quello che testimonio con il mio lavoro è una verità spesso inevitabilmente parziale perché è quella che vedo magari andando, che ne so, due giorni in un posto. Diciamo però che l'onestà intellettuale alla base del mio lavoro è totale quindi questa la sostengo, la garantisco e dopodiché poi ognuno è responsabile per se stesso. Io sono responsabile di quello che faccio, il che non è necessariamente quello che viene capito nel senso che non posso garantire ed essere certo che quello che io penso di aver comunicato arrivi come la penso dopodiché sono consapevole di avere un profilo un po' strano, ibrido. Qualcuno pensa che io Sia uno che fa ridere qualcuno, che io sia giornalista, qualcuno che sia un presentatore, probabilmente è vero un po' tutto e un po' niente al tempo stesso quindi capisco che, forse, posso generare un po' di confusione in chi segue le cose che faccio. Alla fine però, se parlo di una cosa seria il registro è serio, se cazzeggio sto cazzeggiando sono abbastanza trasparente nelle cose che faccio.
L'impegno politico

Intervistando un regista italiano, di recente, mi è stato risposto spesso che in questo particolare momento storico e politico, è dovere e responsabilità di ogni artista, fare anche politica, nel senso di scuotere le coscienze. Da presentatore, giornalista, regista, che ne pensi?
"Io non voglio neanche essere necessariamente pesante, mi ritrovo spesso a fare la domanda a dei cantanti che magari vengono da me "ma tu che pensi dell'impegno del cantante?", poi il cantante è libero di fare una canzone d'amore senza necessariamente fare politica e non deve necessariamente cantare L'internazionale o L'avvelenata di Guccini o testi che possano essere percepiti come oggettivamente e dichiaratamente impegnati. È chiaro che tu fai questa domanda a me e io cerco di metterci del significato e della politica in tutte le cose che faccio, quando cazzeggio, quando ho fatto l'unico film che ho fatto in vita mia o in tutti i reportage che faccio ogni settimana e penso da sempre, da quando mi sono ritrovato a fare questo lavoro, che fosse il momento di farlo e per vari motivi a seconda della stagione che si attraversava. Questa è una stagione particolarmente pericolosa, ogni giorno ci diciamo che è iniziata la terza guerra mondiale. Ce lo siamo detto una decina di volte almeno negli ultimi due anni e ogni volta era più o meno vero o qualcosa di simile, perlomeno. Abbiamo il governo che abbiamo, tu mi fai questa domanda in maniera neutra, come la potresti fare anche a un regista o a un presentatore di destra, che potrebbe risponderti in maniera diversa da me, ti direbbe "no, questo è un momento bellissimo, fighissimo, anzi, viva il disimpegno, cantiamo tutti insieme". Ecco io, invece, ti dico sì, cantiamo tutti insieme, forse però più ci si impegna e meglio è. Però vedo che comunque avviene in varie forme, ognuno sa farlo a modo proprio, insomma, poi non deve essere neanche una costrizione, deve essere una cosa che viene naturalmente. Ci sono tante commedie in teoria leggere o percepite come tali che sono estremamente politiche, questo da sempre".