Paolo Camilli e l'arte di far ridere: “La soglia d'attenzione è bassa, ma ogni crisi porta all'innovazione"

"La narrativa politica rispetto al mondo LGBTQI+ è fuorviante", e ancora "Il set di The White Lotus? Unico". Poi, l'incontro con Whoopi Goldberg: "Le ho chiesto se avesse mangiato le olive ascolane". Mezz'ora al telefono con l'attore, in giuria al Figari Short Film Festival.

Una foto di Paolo Camilli

Mezzo milione di follower su Instagram e una stratosferica capacità comica. In mezzo, l'intelligenza di un osservatore che, attraverso l'umorismo, racconta la strana società in cui viviamo. Paolo Camilli è un artista a tutto tondo. Attore, autore, formatosi seguendo le intuizioni dell'improvvisazioni, Camilli solca il palco teatrale e quello di Instagram rivolgendosi ad una platea quanto mai eterogenea. Esponente dell'identità LGBTQI+, guest star nella stagione due di The White Lotus, giudice per Drag Race Italia e pure compagno di set di una certa Whoopi Goldberg.

Paolo Camilli Attore Foto
Uno scatto di Paolo Camilli

Da aggiungere alla lista, anche il ruolo di giurato per la 15ª edizione del Figari International Short Film Festival, in scena a Golfo Aranci. "Un ruolo che vivo con tranquillità", ci dice Camilli, al telefono. "Mi piace Scoprire nuovi artisti e nuovi linguaggi. Un'occasione per aprirsi ad altre visioni. Ovvio, il proprio giudizio in tanti ambiti può regalare gioia a qualcuno, quindi serve l'occhio critico. Colgo però l'occasione dei festival, è un modo per far circolare l'energia".

Paolo Camilli: la nostra intervista

Del resto, Paolo Camilli sa bene cosa voglia dire confrontarsi con un pubblico gigantesco, e puntare ad una velocità e ad un'immediatezza di linguaggio. "Siamo nel clou, ci stiamo trasformando... passiamo da estremi opposti", ci dice l'attore. "Però credo ci sarà un rallentamento. Oggi la soglia di attenzione è troppo bassa. Credo che ci sarà la ricerca di un tempo meno frenetico. Anche gli spettacoli dal vivo aiutano. Obbligano a vivere un momento, e con un altro tipo di esperienza. Quando c'è un evento live percepisci le emozioni, sei parte dell'atto creativo. Come qualsiasi momento storico ci avviamo verso la scoperta di altre forme di spettacolo. Nelle grosse crisi c'è sempre una strada che punta all'innovazione".

Emblematico il titolo del suo spettacolo da sold-out, Sconfort Zone, il paradiso delle irrelazioni. Bisogna uscire dalle certezze, per riprendere in mano l'essenza della nostra vita? "La confort zone è lo spazio sicuro, ma l'agio non ci permette di notare le cose che abbiamo intorno. Una relazione tossica, un lavoro che non va. Più che confort è... sconforto. Forse per questo dovremmo uscire da certe dinamiche. Soprattutto dal punto di vista relazionale. Ma è il nostro lavoro, gli artisti escono ciclicamente dalle zone di comodo. Un continuo mettersi in gioco, confrontarsi con team di lavoro diversi aiuta a crescere".

Paolo Camilli, nei suoi monologhi, nei suoi sketch e nei suo reel Instagram cogli al volo il sentimento dei Millennials, dominato da una latente nostalgia. "Cerco sempre di aggiornarmi, ma non dobbiamo cadere troppo nella nostalgia. Il mood amarcord è bello ma solo se leggero. Non bisogna cadere in discorsi "da nonni". Anche il politicamente corretto, è un occasione di crescita. Comprendere altri mondi e altre sensibilità. Per fare comicità non basta la battuta becera, serve un processo produttivo nei confronti del pubblico. Prima, per questioni culturali, non si faceva caso a tante cose. Ora abbiamo aperto gli occhi davanti ad un contesto".

Dal set di The White Lotus a quello di Leopardi & Co.

Paolo Camilli Leopardi E Co
Paolo Camilli in Leopardi & Co.

Ogni narratore, però, è innanzitutto un fruitore. "Cinema o divano, non ho preferenze", continua Camilli. "Devo però essere catturato per appassionarmi alle cose. Mi puoi catturare con le immagini o con la storia. Un po' come i bambini... Penso a The White Lotus, una satira sociale, o The Handmaid's Tale. Sono affascinato dalle storie e dall'attorialità". La stessa The White Lotus in cui ha recitato. Un'esperienza "incredibile", la definisce l'attore, che poi racconta come gli americani osservino noi italiani. "Generalizzando, per cultura gli italiani hanno una forte apertura. Questo affascina, emozionalmente leghiamo molto. Che se ne dica, siamo molto accoglienti. C'è forse una purezza nella nostra cultura. E questo viene apprezzato. Forse ci siamo un po' troppo abituati alla bellezza, e non la riconosciamo subito".

Whoopi Golberg Leopardi E Co
Whoopi Golberg sul set del film

Quella nello show HBO non è l'unica esperienza internazionale, dato che in Leopardi & Co.éé di Federica Biondi condivide il set con Jeremy Irvine e Whoopi Goldberg** (oltre che alla protagonista, Denise Tantucci). Nel film interpreta un bonario complottista terrapiattista. "Per il personaggio ho puntato ad una forte insicurezza. Di base è un personaggio di cuore, e diventa la spalla di Jeremy Irvine. Certo, il tema è importante rispetto a questo tipo di mentalità. Nel momento in cui metti in moto un circolo di fake news e la cosa resta nel tuo mondo, è ok. Ma quando inizia ad essere un processo di evangelizzazione le cose cambiano".

E prosegue, "La Golberg? Sono cresciuto con Ghost - Fantasma e Sister Act - una svitata in abito da suora... Hai sempre il timore davanti ai personaggi iconici. Eppure, ci siamo subito abbracciati. Le ho chiesto se avesse provato le olive all'ascolana, stavamo girando nelle Marche. Capisci che in certi contesti lavorativi elevati, in realtà, vieni subito messo a tuo agio".

La comunità LGBTQI+ e i cambiamenti in atto

Foto Paolo Camilli

In chiusura, chiediamo a Paola Camilli quale sia la situazione in Italia rispetto ai diritti della comunità LGBTQI+. Stiamo forse andando indietro, invece che in avanti? Basti pensare all'Europa, stretta dalle politiche ungheresi che stanno bloccando le manifestazioni del Pride. "Un'ondata retrograda c'è. Ma la narrazione politica rispetto del mondo LGBTQI+ non è fedele all'attualità. Le persone sono più aperte e pronte di quanto si racconti. Ognuno di noi, in famiglia, ha esperienze di coppie divorziate, omosessuali... Ognuno vive nella quotidianità certe realtà. Alla fine ciò che conta è l'affetto e la verità delle relazioni. Questo non vuol dire che bisogna smettere di scendere in piazza, anzi. Ognuno può diventare attivista, che sia sfilando al Pride, o indossando gli abiti che più lo fanno sentire a proprio agio. Rispetto ad altri paesi siamo avanti, rispetto altri siamo indietro, ma stiamo camminando, ed è importante".