Un preticello curioso e dalla grande umanità risolve i casi di omicidio (e furto) locali; è il parroco cattolico di un paesino inglese nel 1950. Padre Brown, protagonista della serie eponima più recente adattamento dei volumi di racconti di G.K. Chesterton, torna con questa produzione di Bbc Worldwide/Bbc Drama che riprende una tradizione consolidata di trasposizioni dei murder mystery risolti dal sacerdote che ha esempi celebri anche in Italia (nel 1970 Cottafavi diresse il popolare sceneggiato I Racconti di Padre Brown con Renato Rascel). Padre Brown parte, in prima assoluta, l'11 Dicembre in prima serata su Diva Universal con un doppio appuntamento (per un totale di dieci episodi) e un protagonista azzeccatissimo: l'eclettico Mark Williams, britannico dalla lunga e prolifica carriera (cinematografica, televisiva e teatrale) famosissimo come il papà di Ron Weasley e fratelli in tutti i film (meno il primo) di Harry Potter. Era anche l'impacciato maestro di cerimonie Wabash di Shakespeare in Love e l'entusiasta e avventuroso Brian, genitore di Rory in Doctor Who,personaggio che ne ha fatto la guest star più amata dell'intera settima stagione secondo il magazine ufficiale della serie cult. Lo abbiamo intervistato in una piacevole e divertente telefonata dove ha sfoggiato le sue conoscenze dell'italiano, e una discreta conoscenza di cultura e territorio nostrani.
Padre Brown è un investigatore molto diverso da altri detective inglesi, come Sherlock Holmes.
Padre Brown non indaga per la sola attrazione nei confronti del mistero, come il suo ben più razionale collega Holmes. Per lui la questione più importante è quella che riguarda le anime delle persone e questo lo rende un investigatore molto appassionato.
Mi piace molto il fatto che oltre a essere un investigatore sia anche un prete cattolico, il suo vero lavoro è prendersi cura dell'anima immortale e della salute spirituale di ciascun individuo. Padre Brown non giudica le persone e le loro azioni, però osserva, con grande attenzione, fino a diventare invadente, e questo è un tratto essenziale nella personalità di un detective.
Ci sono sostanziali differenze tra il tuo padre Brown e l'originale letterario?
Sì, dire di sì. Il padre Brown descritto da G. K. Chesterton non è una persona molto dinamica, mentre un aspetto che contraddistingue la mia versione è costituito dal fatto che è sempre in movimento. Si sposta velocemente, è rapido, anche se da lui non te lo aspetteresti.
Ti sei cimentato nella visione di altri adattamenti televisivi di Padre Brown?
Evito di farlo di proposito quando so che devo interpretare qualcuno che ha già avuto un altro volto sullo schermo: quando lavoro non mi affido mai ai confronti e anche in questo caso mi sono astenuto dal paragonarmi alle versioni di Alec Guinness o Kenneth More.
Sapevi che anche in Italia sono stati prodotti adattamenti dei casi di Padre Brown?
Davvero? È una notizia davvero interessante, prima o poi mi piacerebbe approfondire.
Sì, si chiama Blue Cross [La croce azzurra, ndr]: è l'ultima storia della prima stagione della serie ma è anche il primo racconto scritto da G.K. Chesterton su Padre Brown. La cosa affascinante di questa storia, e che la rende la miglior introduzione di un detective, è che sembra aver per protagonista un altro personaggio. Poi, improvvisamente, ti rendi conti che l'eroe del caso è quest'ometto, Padre Brown.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro e quale ruolo ti ha regalato più soddisfazioni?
Recentemente ho portato in scena, a teatro, da protagonista, il molièriano Tartuffe che mi ha regalato moltissime soddisfazioni. Amo essere un attore versatile che lavora su più fronti. Mi sento come un musicista che un giorno suona il jazz, e un altro il rock'n'nroll. Voglio suonare tutti gli strumenti dell'orchestra.
Come ti sei trovato a recitare in serie di fantascienza e fantasy come Doctor Who o Red Dwarf?
Splendidamente. In Doctor Who, nell'episodio Dinosauri su un'astronave [dove era Brian Williams, il padre di Rory, ndr] mi hanno lasciato pilotare un'astronave, farmi bruciacchiare da un robot e cavalcare un dinosauro tutto in un solo episodio. È stato semplicemente fantastico!
Non sono riusciti a farmici stare. Non è una bella storia.
Conosci il cinema italiano? Qualcuno con cui vorresti lavorare?
Mi piace molto Fellini, mi spiace caro Visconti. Ho sempre sperato di avere l'occasione di lavorare in Italia, e recentemente - ammetto di non averlo mai visto prima - ho visto Nuovo Cinema Paradiso e l'ho apprezzato molto. Adoro l'Italia, l'ho visitata e mi sono fermato per un po' di tempo a Bracciano.
Segui il calcio... e quello italiano?
Mi piace molto il calcio italiano e prima o poi mi piacerebbe vedere una vostra partita dal vivo.