Il mercoledì milanese offre un programma particolarmente ricco agli spettatori del Milano Film Festival, con ben sei appuntamenti della retrospettiva su Jonathan Demme che includono, oltre a Storefront Hitchcock, Qualcosa di travolgente, Neil Young - Heart of Gold (il primo dei documentari dedicati al cantante, incentrato sul debutto dell'album Prairie Wind), Haiti Dreams of Democracy, Tavis Smiley Reports: Been in the Storm Too Long e Right to Return, anche One Foot on a Banana Peel, the Other Foot in the Grave di Juan Botas e Lucas Platt, documentario dedicato alle tecniche cinematografiche più sfruttate dal regista, nonché SUBWAYStories: Tales from the Underground, miniserie su New York di cui Demme ha realizzato un episodio.


In programma nella sezione The Outsiders, Mama Afrika di Mika Kaurismaki offre una prospettiva più intima e intensa sulla vita della cantante Miriam Makeba, mentre The Mill and the Cross vede Rutger Hauer vestire i panni del pittore fiammingo Pieter Bruegel e letteralmente "uscire" dal quadro per illustrare la propria concezione dell'arte.
La rassegna Colpe di Stato, focalizzata sulle contraddizioni e sulle ambiguità della società contemporanea, anche nei contesti più democratici, propone due video documenti: L'essence de la terre di Philippe Goyvaertz, che indaga l'impatto ecologico e sociale dei nuovi biocombustibili in Guatemala, e Life for Sale, in cui Yorgos Avgeropoulos denuncia gli effetti della privatizzazione selvaggia di un bene recentemente discusso anche in Italia: l'acqua. Per chi se lo fosse perso sabato scorso, la serata ha riproposto anche The Pipe, dell'irlandese Risteard O'Domhnaill, in cui il giovane regista mette in mostra il coraggio di tutto un paesino nell'opporsi allo strapotere, avallato anche dalle istituzioni, della Shell.