Una delle novità della Festa del Cinema di Roma 2025 è il nuovo premio alla carriera, volto ad omaggiare le più importanti personalità dell'industria cinematografica globale, non solamente registi e attori. Il primo Industry Lifetime Achievement Award è andato a Lord David Puttnam, un nome che forse non a tutti dirà qualcosa ma che ha forgiato la cinematografia mondiale con titoli come Momenti di gloria, Urla del silenzio, Mission, Fuga di mezzanotte, Local Hero e Piccoli gangsters.

10 Oscar, 10 Golden Globe, 25 BAFTA, 9 Emmy e una Palma d'Oro: questo il numero dei riconoscimenti ricevuti a cui aggiungere ora questo ulteriore premio. Dopo la consegna durante la serata inaugurale, da parte dal produttore, regista e sceneggiatore Uberto Pasolini, storico collaboratore e amico di Puttnam, tocca sempre a loro due inaugurare gli incontri della 20° edizione della Festa.
Un'immediata ed elegante ironia e sintonia - british - che testimonia la loro lunga amicizia: "Uberto é stato la prima persona che ha mollato il mondo bancario per quello cinematografico: chissà se se n'è pentito" al che Pasolini gli risponde: "Era il 1983 quando ci siamo conosciuti da un amico comune, Ascanio Branca all'epoca capo dei 20th Century Fox di Londra, e Local Hero era appena uscito al cinema". Da lì parte un viaggio attraverso i tre film preferiti dal Lord tra quelli che ha prodotto.
Lord David Puttnam in tre film: Urla del silenzio
Il primo titolo scelto dal produttore è Urla del silenzio (The Killing Fields, 1984): "David mi ha insegnato a trovare storie vere che potessero diventare film leggendo articoli di giornale e libri" dice Uberto, subito rimbeccato da Puttnam: "Venivo dalla pubblicità e mi ero circondato di persone già famose ma non avevo lo stesso peso, qui comandava il regista. Non volevo essere solo quello che firmava gli assegni, come un lavoro d'ufficio, e così ho iniziato a documentarmi per scovare potenziali soggetti".

Riflette poi sull'importanza e sul pericolo degli screening test col pubblico prima dell'uscita di un film. Un problema molto caldo oggi se pensiamo soprattutto ai blockbuster Marvel e DC e ai vari reshooting. "Come si fa a prendere atto dei commenti del pubblico senza diventarne schiavi? Non devi ascoltare gli amici, che non potranno non farti i complimenti a meno che non siano particolarmente brutali. Devono essere persone che non sanno nulla di te e della tua vita e che vanno al cinema regolarmente. Il trucco è ricordarsi che vogliono vedere sé stesse o un'eco di sé nei film che vedono, anche se non lo sanno o non se ne rendono conto. L'arma più potente sul grande schermo è l'esperienza personale. La settima arte serve a ricordare che il meglio esiste ancora tra noi".
L'importanza della colonna sonora nei film
Nessun dorma fa parte di una scena chiave. "Era nella sceneggiatura ma finì per puro caso proprio in quel momento, proprio mentre i personaggi avanzano, come rassicurazione per il pubblico. Con un'altra musica l'effetto sarebbe stato completamente diverso". Un "gioco" che spesso si fa ora sui social montando musiche diverse su quelle originali per far capire l'effetto straniante e quanto anche la colonna sonora racconti una storia.

Mission (1986) invece si pregia delle musiche di Ennio Morricone, come racconta Lord Puttnam: "Non parlava inglese e io dovevo fare da interprete oltre che da produttore (ride). Jeremy Irons aveva imparato la sequenza dell'oboe su un'altra musica, ma quando Morricone manifestò il proprio interesse a comporre per quella pellicola, decidemmo di optare per lui. Collego sempre questo film al Maestro che tiene in mano l'Oscar alla Carriera".
Momenti di gloria vinse l'Oscar alla musica: "Siccome avevamo già chiuso il film e Vangelis voleva farne parte, mettemmo all'inizio e alla fine il suo brano musicale ma nessuno si rese conto che non era all'interno del film. Eppure quel tema viene automaticamente associato a quel titolo".
Questione di budget
Tra le complicazioni a livello economico durante la produzione della pellicola ci fu un allagamento durante le riprese poiché avevano costruito il villaggio troppo a valle e vicino al fiume senza pensare che la stagione delle pioggie poteva non essere rispettata. Nella notte si allagò tutto e dovettero spostare 300 persone e ci fu un'infestazione di topi oltre che un ritardo nelle riprese. Fu uno sciamano a farla sparire "che ci crediate oppure no" come racconta divertito Puttnam: "Gli chiedemmo di far sparire anche le zanzare, ma ci rise in faccia".
A proposito di budget un tempo era costruito sull'utilizzo della pellicola - per via del suo costo - mentre oggi non è più un problema col digitale "Penso a Roma Città Aperta fatta di tanti pezzettini di pellicola incollati insieme a mano, un vero capolavoro di artigianato" dice con grande ammirazione Puttnam. "L'intelligenza artificiale non ha emotività a differenza nostra, per fortuna (ride)".

L'incontro si chiude col suo figlio prediletto: Local Hero "Il film che quasi raggiunge la perfezione secondo me, sono veramente orgoglioso del risultato e quando lo riguardo non vorrei cambiare tutto" (ride). Gli costa ammettere che, guardandosi indietro, il fil rouge della sua carriera sono le amicizie maschili, come quella tra lui e Uberto. Mentre sullo schermo scorrono le immagini finali del film e un applauso con l'intera Sala Petrassi in piedi celebra Puttnam, lui afferma: Nel 1979 c'erano Cambogia e Thailandia, oggi Gaza, Palestina, Ucraina. Non devo aggiungere altro".