L’appartamento sold out, recensione: il disagio del (sub)affitto in Italia, tra integrazione e contemporaneità

Tre coppie sono costrette a stare sotto lo stesso tetto nella periferia romana per via di una truffa. Uno spaccato di realtà tra commedia e dramma, coraggioso ma un po' troppo soap.

Un'immagine di L'appartamento sold out

L'appartamento sold out fa più arrabbiare che ridere. Forse perché contiene una denuncia sociale di fondo terribilmente attuale: racconta uno spaccato così vicino alla realtà, da sembrare "neorealista".

La nuova serie original RaiPlay - dal 28 novembre interamente disponibile - conferma il trend della piattaforma gratuita del servizio pubblico: proporre qualcosa di diverso in un formato (mezz'ora) molto più accessibile e immediato per un pubblico più giovane e più smart.

Lappartamento Sold Out Giorgio Pasotti Nina Sciarappa Foto Serie Tv Raiplay
Padre e figlia nella dramedy RaiPlay

Al centro della narrazione una situazione paradossale ma purtroppo non così lontana dalla vita reale, che porta a una serie di equivoci e scontri ma anche arricchimenti culturali e personali. Il difetto? "Giocare" un po' troppo coi personaggi del racconto sul versante romantico e aderire così tanto alla vita vera: si crea un effetto a tratti fastidioso perché ci colpisce nel profondo.

L'appartamento sold out: convivenza forzata

Presentata ad Alice nella Città e al RIFF, nella serie RaiPlay tutto parte dal subentro in una casa popolare nel quartiere di Centocelle a Roma, dopo la morte del legittimo assegnatario.
Sono tre le coppie che si trovano costrette a convivere dopo essere state vittime di una truffa. La prima è composta da marito e moglie, due tunisini trentenni (Mohamed Zouaoui e Mimi Karbal): lui col sogno di aprire un ristorante tutto suo, lei con la convinzione di doverlo seguire in tutto.

Lappartamento Sold Out Mohamed Zouaoui Foto Serie Tv Raiplay
Mohamed Zouaoui in una foto della serie RaiPlay

La seconda, formata da due indiani ventenni di seconda generazione (Brayan Palliyagoda e Beatrice Sandri): sono vicini alla laurea, innamorati e pronti alla convivenza, lui impegnato al centro immigrati, lei vuole sfondare nella danza.

Infine i radical chic di Monteverde, un padre single quarantenne, aspirante scrittore, con figlia tredicenne a carico (Giorgio Pasotti e Nina Sciarappa). La situazione ovviamente porta a incontri - e soprattutto scontri - culturali, inaspettati intrecci amorosi e desiderio di emancipazione. Saranno capaci di trovare un fragile equilibrio?

Un Breakfast Club al contrario

C'è spesso nelle serie tv un episodio costruito sul modello di Breakfast Club: una convivenza forzata all'interno di una stanza o di un edificio che fa uscire i nostri lati migliori, ma soprattutto peggiori. Eppure si rivela anche uno strumento per arricchire entrambe le parti, che troveranno un equilibrio e soprattutto impareranno l'una dall'altra. Cosa succede se questa formula viene allungata per un'intera serie? Ha un respiro narrativo più ampio che permette molteplici sviluppi e un approfondimento maggiore sui personaggi.

Lappartamento Sold Out Giorgio Pasotti Foto Serie Tv Raiplay
Giorgio Pasotti in una scena di L'appartamento sold out

Allo stesso tempo però, la tecnica utilizzata dai registi, Francesco Apolloni (anche interprete) e Giulio Manfredonia, è di ribaltare le conseguenze: le tre coppie invece di consolidare il proprio rapporto sembrano spezzarlo sempre di più, di episodio in episodio (otto in tutto). Mettono in discussione se stessi e le proprie scelte di vita, soprattutto per i segreti che si portavano dietro da troppo tempo e che ora vengono inevitabilmente alla luce.

A provare a fare da collante ci sono due altri inquilini del palazzo: la "vaporosa" Luisa di Liliana Fiorelli, parrucchiera casalinga e madre single, e il Lorenzo di Matteo Santorum, pansessuale e aspirante influencer. Tutti moltro sopra le righe.

Tematiche attuali e "(neo)realismo" tragicomico

Ne L'appartamento sold out si parla di immigrazione, integrazione, discriminazione, pregiudizi (razziali e di genere) sullo sfondo di una Roma vera, vissuta. Tanto che, come raccontato in conferenza stampa, i due registi hanno voluto effettivamente affittare una casa a Centocelle per le riprese e girare tutto in loco; così come utilizzare la lingua madre quando le coppie sono da sole in scena e quindi scegliere attori che corrispondessero in qualche modo ai loro personaggi.
Questo dona autenticità al racconto, come i colori variegati e variopinti che ben rappresentano il quartiere multietnico in cui convivono tutte queste realtà e culture.

Lappartamento Sold Out Francesco Apolloni Liliana Fiorelli Foto Serie Tv Raiplay
Francesco Apolloni, regista e interprete, in scena con Liliana Fiorelli

Gli autori si allontanano dagli stereotipi ma premono troppo sul "lato soap" della narrazione, "giocando" a mescolare le coppie. Puntano più sul lato sentimentale e meno su quello della ricerca d'identità, che passa in secondo piano, anche se i due elementi sono connessi.

Sullo sfondo la denuncia sociale, fortissima e sentita, del non riuscire ad avere una casa propria nell'anno del Giubileo, ed è a questo punto che il dramma fagocita in qualche modo la commedia.

Conclusioni

L'appartamento sold out è un buon esperimento di RaiPlay, per una volta alle prese con un format originale italiano e non adattato dall'estero. L'intento è denunciare una realtà tragicomica come quella degli affitti e subaffitti, soprattutto nelle grandi metropoli come Roma. Allo stesso tempo però non troviamo funzionale la scelta di insistere sul lato soap e drammatico della vicenda, sovrastando quello più comico e leggero e il valido spunto iniziale. Rimane però l'autenticità data dalla location e dagli interpreti.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il pretesto narrativo di partenza.
  • Il realismo scelto per casting e messa in scena.
  • La denuncia sociale...

Cosa non va

  • ...che provoca però più rabbia che risate.
  • Il virare soprattutto sul soap e sul dramma.