La storia del cinema include titoli e autori che nell'immaginario popolare sono rappresentativi più di altri di una determinata epoca cinematografica. Agli occhi degli spettatori ci sono film e registi che hanno contribuito a creare un'iconografia cinematografica ben definita in un periodo storico ben preciso. Inoltre se puoi vantarti di avere nome e cognome dalla fonetica accattivante e dalla pronuncia fluida come John Landis, tutto sembra quasi più facile e inevitabile. John Landis compie 70 anni, di cui almeno dieci trascorsi a prendere posto proprio fra quei nomi che hanno in qualche modo marchiato indelebilmente un arco di tempo significativo; quegli anni '80 ricchi di suggestioni e di talenti emergenti.
Di quel gruppo di registi che contribuirono alla rinascita di Hollywood non sembra azzardato affermare che John Landis si è distinto come il profilo maggiormente eversivo e destabilizzante. Come tutti quei figli del '68 che scelsero il cinema come mezzo per indirizzare i loro desideri di rivalsa dopo gli exploit politici degli anni '60, anche John Landis crebbe in quell'ambiente che lui stesso provvederà a contaminare con il suo stile e la commistione di generi che contraddistinguono i suoi film più apprezzati.
Autodidatti, sognatori, innovativi. Il cambiamento generazionale nel mondo del cinema anni '80 significa coraggio, idee brillanti e un occhio al botteghino. L'industria americana raccoglie ciò che negli anni '70 seminarono titoli come American Graffiti e Il padrino. Con il pubblico americano messo alla prova dal clima politico post-conflitto bellico in Vietnam, il cinema ha l'occasione di tornare a far sognare ad occhi aperti un popolo in costante tensione e alla ricerca di un barlume di speranza. John Landis, insieme a Steven Spielberg, George Lucas, Rob Reiner, Richard Donner e diversi altri nomi di Hollywood sono la spinta propulsiva per un decennio da urlo.
E proprio la storia di John Landis sembra rappresentare una trama con un happy ending hollywoodiano. Quei corridoi degli studios Landis li bazzica già da ragazzino, assunto come portalettere per la 20th Century Fox, un'occasione grandiosa per respirare un mondo affascinante e spietato, seducente e cinico, come Hollywood e i suoi teatri di posa. La gavetta di John Landis si tramuta in un percorso lastricato d'incontri illustri - celebre la sua amicizia con Alfred Hitchcock - e lotte quotidiane nella vasca degli squali della Mecca cinematografica. Lo status di regista rispettato e ammirato John Landis se lo guadagna sul campo, ribaltando Hollywood con i suoi film e con i suoi indimenticabili ed indomabili personaggi.
In occasione del suo compleanno, abbiamo scelto i 5 migliori film di John Landis, quelli che rappresentano al meglio la sua forza dirompente sul grande schermo.
1. Animal House (1978)
Dopo gli esordi con la satira low budget di Slok - che Landis ha quasi rinnegato definendolo più volte 'un film orribile' - e le prime avvisaglie di commedia demenziale con Ridere per ridere, a quasi trent'anni John Landis conquista Hollywood con un film manifesto di quel ribaltamento dell'ordine precostituito che caratterizza esplicitamente il suo cinema. Portavoce di tali moti di ribellione è l'esuberante e irrefrenabile talento di John Belushi, vera e propria forza della natura, instancabile fulcro dal quale Landis non può prescindere per lanciare il suo primo messaggio al conservatorismo hollywoodiano. Pieno zeppo di scene cult, Animal House è il capostipite di un filone che negli anni successivi vedrà molti film ambientati nel mondo di college e confraternite, come la storia di due giovani matricole al Faber College nei primi anni '60, quando i duri cominciano a giocare. Al film lavorarono altri nomi iconici del cinema anni '80, quali Harold Ramis e Ivan Reitman.
2. The Blues Brothers (1980)
Il film che consacra internazionalmente John Landis come figura centrale all'interno delle dinamiche dell'entertainment americano a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80. Di fatto, The Blues Brothers è uno show trasposto su grande schermo. I due interpreti protagonisti, John Belushi e Dan Aykroyd, fratelli di sangue nella finzione e 'fratelli' acquisiti nella realtà. Giovani virgulti del Saturday Night Live, dove i Blues Brothers nacquero, Belushi e Aykroyd vestono gli scuri ed eleganti panni dei fratelli Blues, perdenti incapaci di arrendersi al destino e in missione per conto di Dio. The Blues Brothers è il manifesto perfetto di come dovrebbe essere realizzato un film per far sì che diventi un cult movie senz'appello. Due protagonisti carismatici, sequenze d'azione da far impazzire anche i cinefili meno esperti, macchine distrutte e una soundtrack da urlo condita da una passerella di star della musica mai vista prima. La critica si è divisa sulla definizione di John Landis; chi lo definisce un autore di culto e chi un onesto mestierante. Quale che sia la risposta, The Blues Brothers ha trovato nella regia di Landis il timoniere perfetto.
3. Un lupo mannaro americano a Londra (1981)
Fan accanito del genere horror, John Landis esprime il lato migliore della sua raffinata artigianalità con Un lupo mannaro americano a Londra, un film che spiazza critica e pubblico. Un horror dagli ingredienti piuttosto semplici ma sapientemente orchestrati da Landis e dal suo team. L'abilità del regista di Chicago di assemblare generi differenti è evidente in questo horror che gioca con l'umoristico e il citazionismo, riservando qualche chicca imperdibile agli amanti del macabro e dell'uomo lupo, simbolo iconografico di un cinema orrorifico che ha radici ben lontane da quel periodo. Lupi mannari e parodie. Spavento e ironia. Un lupo mannaro americano a Londra è uno dei cult imperdibili del cinema anni '80.
4. Una poltrona per due (1983)
Se il film precedente abbracciava soprattutto il pubblico votato all'horror e al cinema della paura, Una poltrona per due rappresenta il successo planetario di John Landis. Infatti, pur mescolando i generi, i titoli di Landis precedenti alla commedia con Eddie Murphy e Dan Aykroyd si contraddistinguevano per un'identità estremamente marcata; il riso demenziale (Animal House), la musica (The Blues Brothers) e l'horror (Un lupo mannaro americano a Londra). Una poltrona per due è invece una commedia sui generis, con un principe e un povero alla Mark Twain. Billy Ray Valentine (Murphy) e Louis Winthorpe (Aykroyd), subiscono la scommessa di due ricchi fratelli capitalisti di Wall Street, costretti ad invertire i loro status sociali per una superficiale burla. L'esempio perfetto della bravura di Hollywood nello sfornare commedie di qualità, ben interpretate e godibili anche a distanza di quasi quarant'anni. Rampa di lancio per un giovane Eddie Murphy e una semi-sconosciuta Jamie Lee Curtis. Il film è diventato negli ultimi decenni un habitué della Vigilia natalizia nostrana.
5. Thriller (1982)
Pur non essendo un vero e proprio film, il videoclip di Thriller di Michael Jackson ha cambiato la storia dei filmati musicali creati per promuovere una determinata canzone. In questo caso il videoclip fu realizzato in seguito all'uscita dell'album, dopo che Jackson vide Un lupo mannaro americano a Londra e s'innamorò perdutamente del lavoro di Landis e del make-up di Rick Baker, nonché delle ambientazioni macabre che caratterizzano il film. La popstar convinse la Epic Records a realizzare un videoclip milionario, per la prima volta costruito come un vero e proprio cortometraggio, con una trama e dei personaggi. John Landis ebbe l'occasione di dare ampio sfogo al proprio stile e al gusto per il citazionismo, con diverse sequenze e coreografie che sono impresse nella cultura pop di quel decennio. Landis trovò in Jackson un valido alleato, tra giovani innamorati, lupi mannari, una sala cinematografica e la calda voce di una leggenda dell'horror, Vincent Price, che accompagna una sequenza indimenticabile, con gli zombie che escono dalle loro tombe e che conclude lo show come la canzone, in una risata maligna e fragorosa.