Il fiuto di Sherlock Holmes: torna in Rai il segugio di Miyazaki e dei fratelli Pagot

Sta per tornare su RayPlay una serie anime culto degli anni '80: le avventure di un carismatico Sherlock Holmes in versione canina creato dal genio di Hayao Miyazaki e da Marco e Gina Pagot. Uno storico e atteso recupero, presentato a Lucca Comics & Games.

Il fiuto di Sherlock Holmes

Nella storia dei prodotti televisivi capita a volte di trovarsi di fronte a coincidenze uniche, accostamenti all'apparenza impossibili e con risultati incredibili. Quanto vi stupirebbe, ad esempio, scoprire che all'inizio degli anni Ottanta il grande Hayao Miyazaki collaborò con la Rai e con i fratelli Marco e Gina (Gi, in arte) Pagot, eredi della grande tradizione dell'animazione Italiana del decennio precedente, per portare in contemporanea sugli schermi giapponesi e della nostra Rai una trasposizione del più famoso detective della letteratura, il brillante Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle?
Ah, e che in questo caso Holmes è un cane. Un cane antropomorfo, per la precisione. Anzi: un Hound, un segugio, se vogliamo proprio essere pignoli.
Questa è la straordinaria storia di Sherlock Hound o, come è più famoso da noi, de Il fiuto di Sherlock Holmes, serie anime in ventisei episodi che ora sta per tornare sulla piattaforma RayPlay in una versione completamente rimasterizzata.

Il Fiuto Di Sherlock Holmes Il Cast Della Serie
Il fiuto di Sherlock Holmes: il cast al completo

Un ritorno a lungo atteso

Il Fiuto Di Sherlock Holmes Holmes E Watson
Il fiuto di Sherlock Holmes: Holmes e Watson

Partiamo proprio dalla fine: il 1 Novembre, durante l'edizione 2025 di Lucca Comics & Games, è stato presentata al pubblico la versione rimasterizzata di Il fiuto di Sherlock Holmes, che sarà poi resa disponibile sul canale streaming della Rai, RaiPlay, a partire dal 3 novembre.
Si tratta di un recupero più che doveroso (ci arriviamo tra poco) e su cui tutta la struttura Rai si è impegnata moltissimo, a partire dal certosino lavoro di restauro dei materiali originali, curato dal settore Digitalizzazione Supporti e Preservazione della Direzione Teche. Un'operazione che, ancora una volta, dimostra come i vertici dell'emittente nazionale stiano quanto meno tentando un riavvicinamento al mondo degli anime.

Il Fiuto Di Sherlock Holmes Holmes In Azione
Kyosuke Mikuriyal fiuto di Sherlock Holmes: Holmes pronto all'azione

Il fiuto di Sherlock Holmes, infatti, è un esempio da manuale di quanto si possa sottovalutare un cartone animato. All'epoca della sua prima trasmissione su Rai Uno, nel 1984, la serie fu trasmessa in maniera scriteriata, e anche la programmazione successiva, prima di scomparire definitivamente dagli schermi televisivi, non ebbe maggior fortuna. Ma, per cominciare: com'è nata una serie del genere, con una collaborazione italo-giapponese così anomala?

Dal Giappone all'Italia, e viceversa (passando per Baker Street)

Fiuto Sherlock Holmes Rai
Il fiuto di Sherlock Holmes: i due protagonisti

Siamo tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta. Sono bastati pochi anni perché, dalla trasmissione del primo episodio di Atlas Ufo Robot Goldrake, in Italia esplodesse la prima ondata di cartoni animati giapponesi. Le serie animate prodotte nel lontano e misconosciuto paese del Sol Levante sono al centro dell'attenzione, e rappresentano una delle armi principali nella guerra, appena scoppiata, per la supremazia tra le varie emittenti. Ma la Rai vuole fare un passo in più e, sulla scia di quello che già altri paesi europei come la Francia e la Spagna stanno facendo, decide di investire direttamente nella produzione di una serie che assicuri ascolti e, al tempo stesso, su cui esercitare un maggiore controllo creativo.

Il Fiuto Di Sherlock Holmes I Protagonisti
Il fiuto di Sherlock Holmes: caos a Londra

Il contatto avviene con uno dei principali network giapponesi, la famosa TMS, la Tokyo Movie Shinsha, che all'epoca è la punta di diamante nel settore animazione. Stabilita la piattaforma "diplomatica", per così dire, la palla passa ai creativi: a seguire il lato italiano saranno due leggende dell'animazione nostrana: il progetto più interessante è infatti stato reputato quello su Sherlock Holmes di Marco e Gina Pagot, gli eredi dello storico Studio Pagot che, oltretutto, può già vantare una collaborazione in terra nipponica grazie alla produzione, nel 1974, di una serie sul pulcino nero Calimero. Ed è proprio con la sintonia che si crea tra Miyazaki e Marco Pagot, che con il tempo diventeranno così amici che il regista giapponese donerà il nome dell'amico italiano a uno dei suoi personaggi più famosi, che la serie inizia a prendere la forma definitiva: ambientazione vittoriana con elementi steampunk e, nonostante i primi bozzetti siano più maturi e fedeli al canone sherlockiano, alla fine si opta per un tono luminoso, leggero e scanzonato, con tanta azione e divertimento.

La richiesta dei committenti era infatti far riferimento a un classico della letteratura occidentale, una sorta di "sotto genere" in cui l'animazione giapponese aveva già dato ottima prova di sé, basti citare Heidi, Anna dai capelli rossi (non a caso serie in cui era presente lo stesso Miyazaki) e tanti altri titoli.
La scelta era quindi caduta sul celebre detective inglese, creato nel 1887 da Sir Arthur Conan Doyle e diventato, negli anni (e nonostante il suo stesso autore, possiamo dire) un mito della letteratura mondiale. La TMS affida quindi ad Hayao Miyazaki, già abbastanza famoso all'epoca, la lavorazione degli episodi, che fa in tempo a realizzarne, assieme ai suoi valenti collaboratori, ben sei, prima che... la produzione si blocchi.

Un caso per Sherlock

Il Fiuto Di Sherlock Holmes La Banda Di Moriarty
Il fiuto di Sherlock Holmes: la gang di Moriarty

A quanto pare la Conan Doyle Estate, ovvero gli eredi di Conan Doyle e proprietari dei diritti sul franchise di Sherlock Holmes, non prese molto bene la notizia della trasposizione animata nippo-italiana. Iniziò quindi una complessa diatriba legale che ebbe come effetto uno stop della produzione. Dopo anni di lavoro e nonostante sei episodi già pronti, tutto sembrava perduto. Poi, nel 1984, nelle sale giapponesi esce il magnifico Nausicaa nella valle del vento e i produttori decisero di rilasciare due degli episodi, già realizzati da Miyazaki e dal suo staff, di Meitantei Holmes ("Il grande detective Holmes", titolo della serie in Giappone) come un mediometraggio speciale di accompagnamento al primo, grande capolavoro del futuro premio Oscar.
E il successo di quest'operazione fu tale da spingere i produttori giapponesi a tornare alla carica con gli eredi di si Conan Doyle, raggiungendo finalmente un accordo: la produzione poteva ora riprendere.

Il Fiuto Di Sherlock Holmes Holmes E Watson Indagano
Il fiuto di Sherlock Holmes: Holmes e Watson indagano

Ma ora c'era un nuovo problema. Nonostante abbia amato la serie, Miyazaki aveva ormai altri impegni e altre ambizioni: realizzare una serie televisiva non era più nei suoi interessi, quindi occorreva trovare un sostituto. E la soluzione naturale fu Kyosuke Mikuriya, valente regista che si era già occupato della seconda serie di Lupin III (quella con la "giacca rossa"). Il lavoro su Meitantei Hound poté quindi riprendere a ritmo serrato e, tempo pochi mesi, i ventisei episodi della serie, i sei diretti da Miyazaki più i venti con la firma di Mikuriya, andarono in onda in contemporanea in Giappone, dove riscossero un grande successo, e in Italia, dove invece...

Occasione mancata

Il Fiuto Di Sherlock Holmes Poster Serie Tv
Il fiuto di Sherlock Holmes: la locandina

Sulle scelte fatte all'epoca della prima trasmissione di Il fiuto di Sherlock Holmes su Rai Uno ci sarebbe da scrivere un intero saggio. Vero è che, già nel 1984, la Rai aveva cambiato politica nei confronti dell'animazione giapponese, che pure aveva contribuito a lanciare, diventando praticamente refrattaria alla sola idea. Tuttavia anche questo cambio di visione non giustifica la decisione di spezzare ogni singola puntata della serie in quattro mini-episodi da cinque minuti l'uno. Fu, a tutti gli effetti, un errore madornale di valutazione. Incapaci di comprendere il reale valore del prodotto che avevano tra le mani e che avevano anche contribuito a produrre, i dirigenti non riuscirono a valorizzarlo né con questa prima, scellerata trasmissione e neanche pochi anni dopo, con un secondo passaggio su Rai Due, questa volta in versione integrale ma senza alcuna forma di supporto mediatico e pubblicitario.

E questo nonostante Il fiuto di Sherlock Holmes sia una serie di ottima qualità, e che ha retto molto bene i quarant'anni passati dalla sua realizzazione. Lo studio grafico dei personaggi, opera dello studio Pagot e del designer Yoshifumi Kondo, è delizioso, e quello dei fondali semplicemente perfetto (una delle leggende metropolitane a proposito è che l'art director Nizo Yamamoto abbia personalmente ricolorato tutti i mattoni delle case, uno per uno, per mostrare il passaggio dal giorno alla notte).

Se è vero che gli episodi, tutti praticamente autoconclusivi, sono strutturati in maniera molto semplice, con una trama molto lineare, è anche vero che la bellezza delle ambientazioni (dalla trafficata Londra della rivoluzione industriale a paesaggi più bucolici), la cura nelle animazioni e nella regia generale, soprattutto nelle numerose scene d'azione, rendono questa serie una gioia per gli occhi ancora oggi. Holmes, nonostante sia privo dei tratti più spigolosi e controversi della sua controparte letteraria, resta un personaggio carismatico e degnamente accompagnato dalla sua spalla Watson.

Il malefico Moriarty (di cui è impossibile non citare citare l'assurdo ma riuscitissimo doppiaggio "torinese" di Mauro Bosco) è sicuramente un personaggio più macchiettistico rispetto al compassato re del crimine creato da Conan Doyle, ma il trio che compone coi suoi due imbranati assistenti (graficamente ispirati, a quanto pare, a due assistenti dello stesso Miyazaki) e la dinamica con Holmes e l'imbranatissimo Ispettore Lestrade assicurano sempre il giusto divertimento.

Fate largo a Mrs. Hudson

Il Fiuto Di Sherlock Holmes Watson E Ms Hudson
Il fiuto di Sherlock Holmes: il dr. Watson e mrs. Hudson

L'ultima menzione va alla deliziosa Mrs. Hudson (che qui scopriamo chiamarsi Marie): la storica proprietaria dell'appartamento al 221b di Baker Street dove alloggiano Holmes e Watson. La scelta di Miyazaki fu di renderla una giovane vedova, ancora segnata dalla perdita del marito pilota. Una donna (ok, una golden retriever... ma ci siamo capiti) al tempo stesso dolce e risoluta, di cui praticamente tutti, Moriarty incluso, subiscono il fascino discreto: se è vero che spesso è relegata al ruolo di "semplice governante", in alcuni episodi (non a caso, proprio quelli firmati da Miyazaki, e sappiamo bene quanto il regista tenga ai suoi personaggi femminili) la vediamo capace di imprese eroiche e dotata di un notevole acume, perfino superiore a quello del più grande detective del mondo.

Se de Il fiuto di Sherlock Holmes avete solo un vago ricordo, o se semplicemente negli ultimi anni avete imparato ad apprezzare l'animazione giapponese, dai capolavori di Miyazaki in poi, non possiamo quindi che consigliarvi di recuperare questa serie nella nuova versione messa a disposizione dalla Rai, con la speranza che questa volta abbia il successo e il riconoscimento che merita.