Presentato come evento speciale fuori concorso, V per Vendetta è stato sicuramente l'evento di questa quinta giornata di Festival, soprattutto grazie alla presenza di Natalie Portman e Hugo Weaving, interpreti del film, del produttore Joel Silver e del regista James McTeigue.
Come pensate verrà accolto questo film considerato l'argomento terrorismo così attuale, soprattutto dopo i tragici eventi di Londra dello scorso luglio?
James McTeigue: Che ci crediate o no abbiamo finito di girare prima degli attentati a Londra, e per di più tutto il film, se non per le riprese del Parlamento londinese, sono state girate qui a Berlino. E' quindi solo un caso che l'argomento trattato nel graphic novel si sia poi tristemente avvicinato alla realtà dei fatti. D'altronde è solo un film.
Joel Silver: Penso che il film andrà benissimo, in fondo può essere considerato anche solo come un film d'intrattenimento non dissimile da tanti altri, un film da vedere il sabato sera con amici o familiari.
In più il film offre spunti di riflessione molto interessanti uniti all'azione e questo riteniamo possa essere un grande punto di forza, pensiamo che questo sia il momento giusto per un film di questo tipo.
Natalie Portman: Penso che il terrorismo sia ormai un argomento così attuale che fare un film che trattasse questo argomento e desse la possibilità al pubblico di porsi delle domande, di riflettere su un tema così importante, sia molto positivo.
Quanto avete cercato di essere fedeli al graphic novel e qual è l'opinione dell'autore Alan Moore sul film?
Joel Silver: Non penso che Alan Moore abbia ancora avuto modo di vedere il film, prima di partire con questo progetto gli avevamo proposto di farne parte ma ci ha risposto che non era interessato. Noi abbiamo comunque cercato di essere il più possibile fedeli alla sua opera, almeno nello spirito.
Natalie Portman: Ho letto il graphic novel di Moore subito dopo aver letto la sceneggiatura e l'ho amato moltissimo, ma penso che siano due entità differenti e vadano giudicate separatamente. In realtà poi i cambiamenti più grandi sono stati fatti sul mio personaggio, che nel film è più maturo e con una maggiore consapevolezza politica, ma rimane comunque intatto quel senso d'innocenza che è alla base del personaggio.
Com'è stato doversi tagliare i capelli a zero per una parte di un film?
Natalie Portman: In realtà ero entusiasta dall'idea di dovermi rasare a zero, era un progetto che avevo da tempo ma non riuscivo a trovare il coraggio, fare questo film è stata una buona scusa per realizzare questo mio desiderio. E' stato bello liberarmi di questa vanità femminile, non ero però abituata ad essere guardata così tanto per strada, se difatti solitamente riesco a passare inosservata con questo nuovo taglio ero sotto lo sguardo di tutti.
Com' è stato recitare constantemente sotto una maschera?
Hugo Weaving; Sicuramente non è stato facile, faceva molto cado e sentivo come ci fosse quasi una barriera tra me e gli altri attori. Però come viene detto nel film, "Sotto la maschera non c'è solo carne, sotto la maschera c'è un'ideale" e quando non si vede il viso di un attore si è quasi costretti a prestare maggiore attenzione a quello che dice, e per me questa era l'aspetto fondamentale.
E' stato difficile riuscire a convincere un attore come Hugo Weaving ad accettare un ruolo del genere?
James McTeigue: Per nostra fortuna no, Hugo ha accettato immediatamente dopo aver letto la sceneggiatura, e ne siamo stati particolarmente felici perchè si trattava di un ruolo molto difficile ma perfetto per lui considerata la sua fisicità e la sua straordinaria voce. E il risultato ci ha dato ragione.