IED Cinema è "una finestra sull'importanza delle storie"

Cristina Marchetti, direttrice OffiCine, e Carlotta Cristiani, montatrice e docente, anticipano il corso triennale dello IED. Tra applicazione, passione e unione.

Il logo di IED Cinema

Come dire, studiare, studiare, studiare. Sì, anche il cinema. Perché non tutti sono Quentin Tarantino. Allora, creando un collegamento tra approfondimento, specializzazione, scrittura e lavoro, IED apre ad ottobre la sesta scuola con il Corso triennale in Cinema, il Master biennale di Scrittura, Regia e Produzione, oltre al Master Creare Cinema. Come si dice spesso, un'offerta formativa "immersiva e completa", tra i docenti coinvolti nella faculty dei percorsi DAPL e Master ci sono Sara Casani, Carlotta Cristiani, Alina Marazzi, Paolo Mereghetti, Luca Bigazzi, Paola Piacenza, Valia Santella e Silvio Soldini.

Cristina Marchetti
Cristina Marchetti, direttrice OffiCine e IED CINEMA.

"C'è una storia lunga 15 anni nella formazione del cinema presso IED, ora abbiamo deciso di creare una vera e propria scuola, sono tantissimi i giovani che arrivano", spiega Cristina Marchetti - direttrice OffiCine e IED CINEMA. "Quando arrivano hanno già frequentato varie scuole, hanno passione e talento. Tuttavia sono esperienze circoscritte, per questo noi li accogliamo in un percorso continuativo rispetto a ciò che loro vogliono fare. È come quando uno lavora nella moda e dice voglio fare lo stilista, e poi non sa che ci sono moltissimi altri lavori per cui tu devi studiare e che non c'è solo quello, non non c'è solo il regista. La formazione è fondamentale per dare delle basi solide, dove ovviamente poi ci deve essere anche un talento, una passione, una capacità"_.

IED Cinema: l'importanza dello studio

Carlotta Cristiani
Carlotta Cristiani, montatrice e docente

Come detto, tra i docenti, anche Carlotta Cristiani, montatrice per Leonardo Di Costanzo, Silvio Soldini, Luca Lucini, Laura Bispuri e altri grandi autori. Proprio la montatrice spiega quanto sia fondamentale lo studio "Accedere ai software è facile, perché non sono complicati, soprattutto per i ragazzi di oggi, sono molto semplici da affrontare. Il problema è che per fare la differenza tra un ragazzo che sa usare un software e un montatore, ci vuole uno spessore, in qualche modo, una capacità di racconto, quindi una capacità narrativa, una conoscenza del cinema, perché il cinema è linguaggio e va sempre rinnovato, ma devi sapere da dove parti". E prosegue, "Penso che lo studio sia l'elemento che ti può far scegliere rispetto a una marea di gente che sa usare i computer. Ti porta ad avere relazione anche con il resto della troupe. Sapere come funziona la macchina cinema è fondamentale, sapere un po' la storia del cinema è fondamentale, perché il montaggio è scegliere continuamente e questo deve avere comunque una motivazione approfondita".

La piazza milanese

Quando poi si pensa allo studio del cinema, molti molti ragazzi vanno a Roma, tuttavia la piazza milanese è assolutamente vivida. "Roma è la patria del cinema in Italia", dice Carlotta Cristiani, "Tuttavia, non capisco bene perché non studiarlo a Milano. Da tanti anni ormai c'è un cinema che non è riferito al cinema centrale romano, c'è quello napoletano, quello milanese, quello torinese. Io penso che si studia dove si può studiare. Per Cristina Marchetti, "Milano sta diventando un luogo dove accadono tante cose di cinema. L'idea era continuare un percorso nelle corde di IED. Da una parte una formazione anche teorica, e da una parte il saper fare, quindi una formazione molto pragmatica, molto di set, molto di laboratorio".

Il mestiere del cinema

Se pensiamo al cinema, pensiamo ad un lavoro vero e proprio. E allora, IED Cinema, alla fine del triennio, porta diversi sbocchi legati al mestiere, dopodiché ci sono dei master biennali e annuali. Sono a un livello superiore. Nel triennio, per i primi due anni tutti gli studenti affrontano le stesse materie, poi nel terzo anno iniziano a prendere gli indirizzi scelti. Tra i docenti del Master anche Laura Bispuri, Antonio Calone, Carolina Crescentini, Leonardo Di Costanzo, Claudio Giovannesi, Lino Guanciale, Doriana Leondeff, Bruno Oliviero, Barbara Ronchi, Valia Santella.

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Adriano Giannini e Cristina Marchetti

Al centro di IED Cinema gli strumenti per capire la forza di una storia, le forme del racconto, le potenzialità della messa in scena, il montaggio come pensiero e riscrittura. Una sorta di educazione visiva, capire le immagini e imparare a leggerle. Sul tema, Cristina Marchetti spiega che "Bisogna educare all'immagine, lavorando insieme, parlando. Spesso i ragazzi che arrivano non hanno predisposizione nel lavoro in team, ma il cinema è lavoro di gruppo. Un bravo regista da solo non fa niente. Si parte dalla scrittura, perché un conto è scrivere un soggettino, un conto è lavorare sui personaggi, sui dialoghi. Oggi c'è questa idea, prendo immagini e crei una storia dal punto di vista dell'idea e del montaggio, ma non è tutto così facile, hai messo insieme delle cose che possono avere un senso, possono non averlo, ma non c'è un pensiero sotto. In questo senso la formazione è importante. Tu costruisci un pensiero, ma sotto c'è uno studio e un percorso".

Tra i membri del comitato scientifico, oltre Sorrentino, Valeria Golino e Adriano Giannini, anche Pierfrancesco Favino, tra i più forti sostenitori del cinema come materia scolastica. "Imparare come è fatto un video o un film, ti apre delle possibilità", conclude Carlotta Cristiani, "Oggi c'è un uso spropositato delle immagini, ed è urgente sviluppare uno sguardo critico".