I Borgia: Michael Schwarz racconta la seconda stagione

Nella sua masterclass al RFF 2012, il produttore della serie scritta da Tom Fontana ha raccontato la realizzazione della seconda stagione, attualmente in lavorazione tra Praga e l'Italia, anticipando il rinnovo già ottenuto per la terza.

La sesta edizione del RomaFictionFest non è stata avara di anteprime italiane ed internazionali di progetti che vedremo in futuro, con ospiti prestigiosi a raccontarne l'evoluzione, come quella di Da Vinci's Demons di David S. Goyer, o della seconda stagione de I Borgia, che proprio in questi mesi si sta girando tra Praga e l'Italia.
A raccontarci l'esperienza è stato il produttore Michael Schwarz, accompagnato da uno dei membri italiani del ricco cast, che nel suo impeccabile italiano ci ha spiegato quanto sia importante per questi nuovi episodi la possibilità di aver aumentato il quantitativo di riprese fatto nel nostro paese, un'opportunità anche per i luoghi che le ospitano e per gli attori locali coinvolti.
Una chiacchierata arricchita dalle prime immagini assolutamente inedite della serie, un trailer così nuovo che nemmeno lo stesso produttore aveva ancora visionato ed i primi cinque minuti della nuova stagione, capaci di immergere da subito lo spettatore negli intrighi dell'epoca. Un intreccio che potrà continuare anche in una terza stagione, già ordinata da Canal+ come lo stesso Schwarz ha anticipato nel corso della sua masterclass.

Ci spiega quanto è stato importante girare in Italia?
Abbiamo fatto una vera e proprio lotta per girare in Italia, perchè i costi erano maggiori. Ma la prima stagione era piuttosto circoscritta ed è stato possibile girare tutto a Praga, mentre la seconda ha più location, set fuori Roma, ed era indispensabile girare almeno una parte in Italia. Abbiamo girato il 25% nel vostro paese. Abbiamo girato dodici puntate, sei blocchi da due puntate, e per dare un po' di sapore italiano ad ogni blocco abbiamo siamo venuti a girare in Italia tre volte. Abbiamo cercato di inserire un po' di Italia in ogni puntata e il risultato si vede.

I Borgia è una serie bellissima, mostrata al RFF lo scorso anno. La seconda stagione sembra anche migliore. L'Italia ha contribuito a rendere meno claustrofobici alcuni ambienti?

Ora si respira. Nel trailer non si vede tanto dell'Italia, ma abbiamo girato in posti stupendi di Roma, a Tarquinia, Bracciano, andremo a Sermoneta e vicino Padova. Abbiamo dato un senso di vera Italia alla serie. In più gli attori sono maturati e si vede anche questo.

Lei è un produttore di grande esperienza, ma questa è una serie complicata, in costume, su un periodo storico di per sè molto complesso. Come si gestisce un set del genere? Michael Schwarz: E' un lavoro sette giorni su sette per quindici o sedici ore al giorno. Non si tratta della quantità, ma anche della qualità che cerchiamo. E' una serie che ospita più di cento attori di paesi diversi del mondo, che mostra cinquanta diverse location. Un incremento incredibile rispetto alla prima stagione.

E' però il grande lavoro di scrittura di Tom Fontana a dare una marcia in più alla serie. Cosa ci può dire dei nuovi script? C'è un'evoluzione? Michael Schwarz: Tom vorrebbe avere la cittadinanza italiana, si sente molto vicino all'Italia ed ora scrivendo di scene che gireremo direttamente in Italia è molto contento, di scrivere di luoghi veri e non finti. Con più attori italiani, infatti ce ne sono almeno una ventina mentre nella prima stagione erano due o tre. Ma ci sono anche altri scrittori che lavorano per lui, che ne è il supervisore. Lui scrive la prima e l'ultima puntata, ma ci sono anche altri autori che realizzano script per la serie. Lavorano in una vecchia libreria a Manhattan, in una specie di comune. E' una famiglia.

Marco, come è stato essere coinvolto? Marco Cassini: per me è stata un'esperienza estremamente interessante. Ho avuto modo di lavorare con i migliori nel campo del cinema e della televisione italiana. Ma qui ho avuto una sensazione diversa, perchè sono estremamente concentrati nel loro modo di lavorare, concentrati sulla fase interiore, su come trattano le persone che collaborano. Ho avuto la sensazione di essere a casa, un modo di lavorare serioso, ma che non mette mai a disagio. Tom a sua volta è un estremo conoscitore della nostra cultura. Sa tutto di tutto ed è un piacere parlare con persone del genere. E' importante avere contatti con questo tipo di produzioni, perchè ci possono insegnare tanto.

Come si gestisce un cast multietnico? Michael Schwarz: Non la sento come una cosa complicata, perchè parliamo tutti inglese, con tutti gli accenti del mondo, ma ci capiamo, gli attori tra loro si capiscono bene. La maggior parte degli attori sono molto giovani e vengono seguiti dai più anziani. Abbiamo creato una famiglia.

Nel panorama delle produzioni europee, I Borgia ha un posto di primissimo piano. Qual è il valore aggiunto che ha questa serie? Michael Schwarz: Per me è difficile giudicarlo perchè vi sono molto vicino. Forse è la realtà delle persone, che non vengono raccontate come figure storiche, ma potrebbero essere personaggi di oggi. Da questo punto di vista la serie è meno storica.

E' stata subito un grande successo europeo. Michael Schwarz: E' candidata per il principale premio televisivo tedesco, ed è la prima volta che hanno candidato una serie internazionale per questo riconoscimento. In più la serie è attualmente venduta a cinquanta paesi in tutto il mondo.

Avete potuto girare in Italia grazie ad un incentivo e si potrebbe investire di più per attrarre produzioni. Cosa serve per portare una produzione internazionale nel nostro paese? Michael Schwarz: Un progetto ha un certo budget che non si può cambiare. E per avere il massimo con questi soldi è necessario avere degli incentivi per poter andare a girare all'estero ed ottenere questo valore aggiunto. Spero in un'eventuale terza stagione di poter girare ancora di più in Italia, ma senza questi contributi non sarebbe possibile. In Italia non c'era niente per la televisione prima del fondo destinato dal Lazio. Questa è la prima occasione ed è importante perchè è un contributo alle nostre spese.

Marco, una stagione dopo l'altra il tuo personaggio cresce? Sei contento di accompagnarlo in questa crescita? Marco Cassini: Decisamente sì, perchè gli puoi dare corde diverse, puoi lavorare sulla sua crescita. Spero che Fontana scriva ancora qualcosa su Pietro Bembo perchè mi piacerebbe continuare queste esperienza.

Goyer, che è stato ospite al festival, ha detto che gli piacerebbe girare qui in Italia. Voi sentite l'esigenza anche di altre produzioni di venire a girare nel nostro paese? Michael Schwarz: In Germania hanno affrontato questo problema ed investono sessanta milioni di euro all'anno. Ma questo ha dato il via ad un giro economico che ha sostenuto l'economia locale. Per fare un piccolo esempio, io ho comprato venti casse di vino qui. Tutti andiamo a mangiare e spendiamo soldi, è un motore per l'economia locale e nazionale. Spero che altre nazioni seguano questo esempio.

Il direttore della fotografia è lo stesso de I Tudors - Scandali a corte. Come si inserisce la serie in un contesto di dramma storici in cui la storia viene rappresentata con stile quasi pulp? Come vi siete differenziati da altre serie che trattano questi temi? Michael Schwarz: Questa in realtà sarebbe una domanda per Tom, ma ero cosciente che la qualità della nostra serie sia superiore ad altre di questo genere con un budget superiore al nostro. Siamo riusciti a fare qualcosa di simile con molti meno fondi.

Soldi permettendo, per quante stagioni è pensato I Borgia? Michael Schwarz: Tom pensa di poterne scrivere cinque o forse di più. Ora faremo la terza, poi vedremo. Infatti Canal + ha deciso dopo due puntate di volere anche la terza, è già deciso.

Quanto è importante il lavoro di Stefano Ortolani alle scenografie? Michael Schwarz: Importantissimo. Abbiamo iniziato con un tedesco che ha dovuto lasciare la serie per un progetto per cui era già impegnato, ma poi è subentrato Stefano che ha fatto un lavoro egregio. Anche il costumista è italiano ed anche tutti gli acconciatori. Tutti bravissimi. Questi tre reparti danno un certo approccio che deve essere italiano. Perchè è una storia italiana.