Se la Fox qualche mese fa avesse annunciato un remake per il cinema o la TV di Grease, il web si sarebbe ribellato all'idea di vedere dei nuovi Danny Zucko o Sandy Olsson interpretati da altri attori e non da John Travolta o Olivia Newton-John. Questo perché, nonostante il materiale di partenza sia un musical teatrale rifatto in mille salse, il film del 1978 diretto da Randal Kleiser è diventato ben presto un cult generazionale, uno dei pochissimi veri musical cinematografici arrivati dopo l'epoca d'oro di Hollywood che è stato un grande successo al botteghino e un'icona della cultura popolare.
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Eppure questo Grease: Live, andato in onda live il 31 gennaio scorso negli USA, un remake del film lo è in tutto e per tutto - a partire sin dalla prima scena "al mare" fino ad arrivare alla canzone candidata all'Oscar Hopelessly Devoted to You che fu scritta appositamente per la versione cinematografica. Nonostante questo, il successo della Fox è andato oltre ogni aspettativa com quasi 13 milioni di spettatori e soprattutto ha visto Twitter letteralmente invaso da 1,4 milioni di commenti degli spettatori che hanno seguito l'evento in modo molto simile a quanto normalmente viene fatto per i vari talent show.
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Le Pink Ladies 2.0
Più che un film o uno spettacolo teatrale, questo Grease Live è stato vissuto dagli spettatori USA come un vero e proprio omaggio al cult del 1978, al punto da indurli a commentare minuto per minuto quello che accadeva sullo schermo, notando le differenze, le citazioni, cantando (virtualmente, si intende) a squarciagola insieme agli attori le canzoni imparate a memoria da una vita. Per circa tre ore insomma, i social USA si sono trasformati davvero in una high school in cui si tiene la recita annuale. Esattamente quello che la Fox sperava succedesse, e che ricorda, in un certo senso, molto più le altre operazioni musicali del canale (il fenomeno Glee, il talent show American Idol o la nuova serie di culto Empire) che gli altri musical live portati sullo schermo (sempre con enorme successo, ma minore partecipazione social) dalla NBC come The Sound of Music Live! o Peter Pan Live!
D'altronde è stato lo stesso show a mostrarsi fin da subito molto attento ai nuovi spettatori "social smart", non solo nei giorni che hanno preceduto la trasmissione, ma anche nel bellissimo incipit molto "meta" in cui prima Danny e Sandy, proprio come nel film, si baciano davanti alle onde... che però sono soltanto riprodotte in uno schermo, e poi la cantante Jessie J intona la canzone Grease (Is The Word) attraversando tutto il backstage e dando così via, ufficialmente, a tutto quanto verrà dopo: i T-Birds si sistemano l'acconciatura con l'immancabile brillantina, le Pink Ladies si preparano e mandano online l'ultimo selfie, le comparse prendono il loro posto davanti alla scuola; il tutto con un'unica bellissima sequenza perfettamente coreografata e diretta dai due registi Thomas Kail e Alex Rudzinski, rispettivamente talento emergente di Broadway (In the Heights) e veterano di Dancing With the Stars.
Il coraggio di osare
Se l'operazione è stata un successo è soprattutto per questa ambizione che emerge fin dall'inizio: nonostante il Live e il rischio di maltempo, nulla è stato eliminato dal film, ma anzi alcune canzoni che facevano solo parte della colonna sonora di background come Freddy My Love o Those Magic Changes sono diventati nuovi numeri musicali coraggiosi e complessi. D'altronde Grease Live è, ad oggi, il più grande musical televisivo mai realizzato, con oltre 50 giorni di prove, 600 costumi e 392 cambi, 23 numeri musicali, 21 set di grandezza variabile, 20 telecamere, 24 membri del cast principale, 20 ballerini aggiuntivi e oltre 60 comparse. Il tutto davanti ad un pubblico in studio di oltre 650 persone.
Anche a livello registico stupisce la volontà di sfruttare al meglio tutte le risorse offerte dalla Fox e di realizzare uno spettacolo molto dinamico, ricco di quelli che potremmo definire "walk and sing", e decisamente più cinematografico che teatrale. A colpire sono soprattutto i numeri corali come il ballo studentesco al centro del film e il bel finale che (sebbene rimaneggiato a causa del maltempo) chiude come meglio non poteva: si parte ovviamente con l'energica You're the One That I Want, ma colpisce soprattutto per una We Go Together perfetta e perfino più ambiziosa e complessa che nel film di Kleiser. Macchine volanti a parte, ovviamente...
Canzoni e interpreti: la missione impossibile
Se finora abbiamo celebrato la Fox, l'ottima regia e l'ottimo lavoro di costumisti e scenografi, veniamo invece alla parte più difficile e ingenerosa di questa analisi, ovvero l'inevitabile confronto con il film originale e in particolare con le interpretazioni, anche canore, degli attori. Nel film originale, come sanno tutti, c'erano Travolta e Olivia Newton-John all'apice della loro carriera ed è evidente che trovare quel tipo di alchimia e bravura non è semplicemente possibile: Aaron Tveit e Julianne Hough fanno il possibile e lo fanno anche piuttosto bene, ma purtroppo mancano di quel carisma e di quel magnetismo necessario per entrare nel mito.
Funziona molto meglio tutto il cast secondario, in particolare sorprende la Rizzo di Vanessa Hudgens che riesce spesso a non far rimpiangere la mitica Stockard Channing e soprattutto fa sua l'interpretazione più bella della serata: la sua There Are Worse Things I Could Do è perfetta e doppiamente emozionante considerata l'inevitabile dedica al padre tragicamente scomparso proprio la sera prima della performance. Se è vero che Rizzo è il personaggio più bello e amato del film, è altrettanto vero che la Hudgens era, proprio per questo, la sorvegliata speciale di questo progetto e ne è uscita come assoluta vincitrice.
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Per quanto riguarda gli altri momenti musicali, come già detto a colpire sono soprattutto quelli corali (a quelli già citati aggiungiamo una fantastica Greased Lightnin') mentre sono proprio gli assoli (con l'eccezione appunto di quello della Hudgens) quelli che colpiscono meno. Interessanti invece alcuni cambiamenti molto drastici come la già citata canzone dei titoli affidata a Jessie J o la splendida Beauty School Dropout che passa dalla voce calda e passionale di Frankie Avalon (che formava un perfetta contrasto con l'acidissimo testo della canzone) alla versione molto più R&B dei Boyz II Men. Roba che in un remake "vero" avrebbe fatto accapponare la pelle ai fan alla sola idea, ma tanto questo non è un remake ma solo un omaggio, vero? E allora datecene altri, tanti altri, noi appassionati di musical non aspettiamo altro!
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