10 film che hanno vinto l’Oscar in maniera immeritata

Un po' per gioco e un po' per provocazione, ecco quali sono 10 film che hanno vinto l'Oscar più ambito, ma in maniera immeritata.

Nomadland  Frances Mcdormand
Nomadland: un primo piano di Frances McDormand

Manca poco alla cerimonia degli Oscar 2021, fissata per la notte del 25 aprile. Una cerimonia particolare che rappresenta l'annata cinematografica senza sale aperte dell'anno passato. Eppure, come si dice in questi casi, the show must go on e forse, proprio per questo, sapere che anche quest'anno attori e film verranno premiati con l'ambita statuetta dorata dona un senso di normalità. Nonostante tutto, anche quest'anno abbiamo potuto vedere parecchi film di qualità elevata, che si daranno filo da torcere per entrare nell'albo d'oro. E se vogliamo concentrarci proprio sulla qualità, ecco che questa diventa l'occasione perfetta per ripensare alle edizioni precedenti riportando alla luce alcuni dei film che hanno vinto immeritatamente l'Oscar. Sì, perché non sempre i membri dell'Academy hanno dimostrato di saper votare il film più importante dell'anno o quello di fattura davvero superiore preferendo pellicole più rassicuranti o canoniche. Sia chiaro che questo viaggio di 10 film che hanno vinto l'Oscar in maniera immeritata non vuole essere un dito d'accusa nei confronti dei risultati, ma un modo giocoso e un po' provocatorio per riscoprire alcune delle vittorie più sorprendenti a scapito di altri film più memorabili. Perché, lo ricordiamo, tra gli errori che facciamo quando parliamo degli Academy Awards, c'è anche quello di non ricordarsi che ogni anno vale come storia a sé, dove non conta solo la qualità dei titoli nominati, ma anche l'attualità del momento. E che alla fine dei conti, che sia il nostro film preferito a vincere il premio massimo o meno, la vittoria è sempre quella del cinema.

1. Gente Comune (Oscar 1981)

Ordinary People 2
Gente comune: un'immagine di Donald Sutherland e Mary Tyler Moore

Non potevamo che iniziare dalla cerimonia degli Oscar 1981 dove vinse Gente comune. Opera prima di Robert Redford in cabina di regia, il film riuscì a portarsi a casa 4 premi Oscar su 6 nomination, tra cui miglior film e miglior regia. Nulla di scandaloso se non che nelle cinquine di queste due categorie, oltre a Tess di Roman Polanski, erano presenti anche The Elephant Man, l'opera di David Lynch che di nomination ne aveva ben 8 (non ne vinse nessuna), e soprattutto Toro scatenato. Il bellissimo film di Martin Scorsese si dovette accontentare di due statuette: quella per il migliore attore a Robert De Niro e quella per il miglior montaggio a Thelma Schoonmaker. A distanza di anni, non abbiamo dubbi che i film di Lynch e Scorsese siano rimasti nella memoria collettiva, al contrario del film vincitore.

2. Gandhi (Oscar 1983)

Ben Kingsley in Gandhi
Ben Kingsley in Gandhi

Quando pensiamo al classico film "da Oscar" abbiamo ben in mente le caratteristiche che questo deve avere: un film drammatico, impegnato, magari biografico, di stampo classico. Le 8 statuette vinte da Gandhi, il film biografico di Richard Attenborough, durante gli Oscar 1983 rispecchiano totalmente l'idea di un film creato per far man bassa di premi. A scapito di un film davvero immortale e indimenticabile come E.T. L'Extraterrestre, forse il film che meglio descrive la poetica di Steven Spielberg. La storia del bambino Elliot e della sua conoscenza con un alieno si dovette accontentare di 4 premi considerati minori, come la miglior colonna sonora di John Williams, gli effetti speciali e i due relativi al sonoro. Dieci anni più tardi, Spielberg si prese la sua rivincita personale facendo recitare sia Ben Kingsley (protagonista di Gandhi) in Schindler's List che Richard Attenborough in Jurassic Park, nei due film che sbancarono gli Oscar 1994.

3. Platoon (Oscar 1987)

Una scena drammatica del film Platoon
Una scena drammatica del film Platoon

Non ce ne voglia Oliver Stone che riuscì a vincere con la doppietta film e regia agli Oscar 1987 grazie a Platoon, ma crediamo che, al confronto con gli altri titoli presenti in cinquina, il film sulla guerra del Vietnam risulti il meno indimenticabile. Platoon riuscì ad avere la meglio contro il vincitore della Palma d'Oro Mission di Roland Joffé (che perse pure il premio alla migliore colonna sonora composta da Ennio Morricone contro Herbie Hancock), il film in costume Camera con vista di James Ivory e uno dei migliori film di Woody Allen, Hannah e le sue sorelle. Non a caso i premi maggiori vennero distribuiti tra i vari film lasciando al film di Oliver Stone solo montaggio e sonoro.

Oliver Stone: da Platoon a Nixon, la coscienza sporca degli USA in 5 grandi film

4. A spasso con Daisy (Oscar 1990)

A spasso con Daisy
A spasso con Daisy

Non era un'annata fortissima, quella degli Oscar 1990, ma poteva contare sulla presenza di alcuni dei film ancora oggi molto amati, come Nato il quattro luglio, ancora Oliver Stone con Tom Cruise come protagonista, e soprattutto L'attimo fuggente di Peter Weir. Il film con protagonista Robin Williams nel ruolo di un atipico insegnante di letteratura è ancora oggi un film amatissimo e che ha tutte le caratteristiche di un grande classico del cinema, ma a spuntarla fu A spasso con Daisy, opera contro il razzismo con Morgan Freeman nei panni di un autista alle prese con la scorbutica Daisy Werthan, interpretata da Jessica Tandy, vincitrice dell'Oscar alla miglior attrice. Il film di Bruce Beresford non è riuscito a rimanere ancorato nella mente degli spettatori e, in tempi recenti, complice la vittoria di Green Book, è ritornato a essere citato in senso dispregiativo da Spike Lee. Inoltre, l'esito di un sondaggio compiuto da The Hollywood Reporter nel 2015 ha riportato che, potendo rivotare, i membri dell'Academy avrebbero preferito la vittoria de Il mio piede sinistro.

5. Shakespeare in love (Oscar 1999)

Gwyneth Paltrow con Joseph Fiennes in Shakespeare in Love
Gwyneth Paltrow con Joseph Fiennes in Shakespeare in Love

Non ha bisogno di presentazioni Shakespeare in love, che fin dall'edizione degli Oscar 1999 è citato come perfetto esempio di film che non doveva vincere la statuetta più importante e che, invece, ha dominato la serata. 7 Oscar su 13 nomination per il film prodotto da Harvey Weinstein che trionfa contro dei veri e propri capolavori della settima arte. Paliamo di Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg (che si dovrà accontentare della seconda vittoria alla regia), de La vita è bella di Roberto Benigni (che, però, a suo modo passerà alla storia lo stesso), ma soprattutto di La sottile linea rossa. Il capolavoro di Terrence Malick, al suo terzo film dopo 25 anni, poco canonico rispetto ai gusti dell'Academy, tornerà a casa a mani vuote con 7 nomination.

6. Crash - Contatto Fisico (Oscar 2006)

Thandie Newton e Matt Dillon in una scena di Crash
Thandie Newton e Matt Dillon in una scena di Crash

Stessa sorte toccò qualche anno più tardi, quando agli Oscar 2006 il grande favorito venne sconfitto da un film che presto scivolò nel dimenticatoio. Stiamo parlando de I segreti di Brokeback Mountain, già vincitore del Festival di Venezia e dei Golden Globe, diretto da Ang Lee che vide mancare la statuetta per il miglior film a favore di Crash - Contatto Fisico di Paul Haggins, ennesimo film che metteva in luce le intolleranze razziali. Al di là della qualità dei film, Crash non riuscì a entrare nell'immaginario collettivo come il film con protagonisti Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, oggetto anche di parodie che ne consacravano l'importanza. E forse, più di ogni altra cosa, la mancata vittoria del film di Ang Lee dimostrava i problemi di un'Academy ancora vetusta e poco incline al cambiamento.

7. Il discorso del re (Oscar 2011)

Colin Firth e Geoffrey Rush nel film The King's Speech
Colin Firth e Geoffrey Rush nel film The King's Speech

Diciamolo subito: Il discorso del re di Tom Hooper è tutto fuorché un brutto film. Ma nella cinquina degli Oscar 2011 era presente un film ben più importante, coraggioso e rappresentativo del decennio in corso. Stiamo parlando di The Social Network, il film di David Fincher scritto da Aaron Sorkin, che si dovette accontentare dei premi alla sceneggiatura, alla colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross e al montaggio. La contemporaneità fu messa ancora una volta in ombra dalla classicità di un film a cavallo tra il costume, la biografia e la Storia senza rendersi conto che il film di Fincher riusciva a mettere in scena gli stessi argomenti in un grande romanzo americano che ancora oggi stiamo vivendo.

8. The Artist (Oscar 2012)

Jean Dujardin e Bérénice Bejo in The Artist
Jean Dujardin e Bérénice Bejo in The Artist

Fu una fiamma che bruciò in fretta, quella di The Artist, primo film muto e in bianco e nero a vincere gli Oscar dopo Ali, nella prima cerimonia del 1927. Il film di Michel Hazanavicius vinse ben 5 statuette agli Oscar 2012 per poi scomparire dall'immaginario collettivo. Un film che celebrava la vecchia Hollywood e che, sulla carta, poteva essere un film immortale, e che ebbe la meglio contro Hugo Cabret, un altro film, stavolta diretto da Martin Scorsese, che celebrava la nascita di un cinema magico come quello di Georges Méliès aiutandosi con la tecnologia del 3D. Ma il 2012 fu anche l'anno dell'ennesimo capolavoro di Terrence Malick, trionfatore a Cannes, The Tree of Life e di Midnight in Paris, ultima grande zampata di un veterano come Woody Allen. Forse The Artist era la scelta che metteva d'accordo tutti, ma anche la meno coraggiosa.

9. Il caso Spotlight (Oscar 2016)

Il caso Spotlight: Rachel McAdams, Mark Ruffalo, Brian d'Arcy James, Michael Keaton e John Slattery in un'immagine del film
Il caso Spotlight: Rachel McAdams, Mark Ruffalo, Brian d'Arcy James, Michael Keaton e John Slattery in un'immagine del film

E se parliamo di mancanza di coraggio o di capacità di premiare con il premio maggiore i film che più spingono a un'idea di cinema nuova e fresca, allora gli Oscar 2016 non possono mancare nella lista. Perché se Il caso Spotlight ha il sapore di un film di altri tempi, di un film di denuncia settantiano. Si tratta di un'opera sicuramente minore rispetto ai due pesi massimi che si divisero i premi più importanti in quella serata, lasciando solo un altro premio al film di Tom McCarthy (record negativo che condivide solo con Il più grande spettacolo del mondo di Cecil B. De Mille). Stiamo parlando di Revenant - Redivivo (che portò Alejandro González Iñarritu a due Oscar alla regia in due anni consecutivi) e, soprattutto, Mad Max: Fury Road di George Miller, vero e proprio vincitore della serata con 6 premi Oscar.

10. Moonlight (Oscar 2017)

Una immagine di Moonlight di Barry Jenkins
Una immagine di Moonlight di Barry Jenkins

Concludiamo con un titolo forse scontato, ma che ha anche regalato un vero e proprio sussulto alla fine della cerimonia degli Oscar 2017. Stiamo parlando di Moonlight di Barry Jenkins che diede vita a uno dei momenti più indimenticabili della storia degli Academy Awards, quando sul palco, per un errore di consegna della busta, venne proclamato per pochi minuti come vincitore La La Land di Damien Chazelle. E, siamo sinceri, per quanto il film di Jenkins sia comunque ottimo, il musical con Ryan Gosling ed Emma Stone fa parte di quei film indimenticabili e memorabili che verranno ricordati negli anni. Uno di quei film capaci di entrare nel cuore dello spettatore e di travolgerlo mantenendo intatta quella magia che solo il cinema è capace di mettere in scena. Un vincitore spirituale che forse non aveva bisogno di una consacrazione nell'albo d'oro per essere riconosciuto.

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