La tragedia del Titanic ha fornito lo spunto narrativo per il debutto di Downton Abbey, ma il vero dramma arriva nella seconda stagione (disponibile dal 17 luglio in versione homevideo su etichetta Universal).
Lo conferma Penelope Wilton: interpreta Mrs. Isobel Crawley, madre di Matthew, erede dell'intero patrimonio di Sir Robert, compresa la tenuta che dà il nome a questo gioiellino seriale made in UK. Attualmente l'attrice si trova con il resto del cast sul set della quarta stagione e, tra un ciak e l'altro, racconta pregi e difetti di una donna fuori dal comune, nel panorama della società dell'epoca. Ai salotti dell'alta società preferisce le corsie d'ospedali e cliniche, dove presta servizio volontario come infermiera. Tanta sollecitudine, però, le attira indistintamente diffidenze e pettegolezzi sia dai piani alti che dai piani bassi di Downton Abbey: la servitù ne considera inaccettabile l'indipendenza, l'aristocrazia invece l'emancipazione. Ecco perché la sua voce fuori dal coro è invece amatissima dal pubblico...
Non so cosa prevedano il galateo e il cerimoniale di Downton Abbey quando si intervista un personaggio della caratura di Mrs. Isobel Crawley, ma se per lei va bene, mi omologherei al costume inglese d'iniziare la conversazione parlando del tempo. Cosa ne dice?
Direi che il modo perfetto per iniziare e quindi la ringrazio, visto che oggi la giornata è deliziosa e il sole splende alto in cielo!
Moltissime volte... e ripeto a me stessa che se la conoscessi allora sarei una milionaria a quest'ora! Credo che di ingredienti vincenti ce ne siano molti, in particolare l'abilità nello sceneggiare un racconto corale con diciotto personaggi principali. Trovare l'equilibrio perfetto di tante voci non è semplice: non puoi saltare di punto in bianco da uno all'altro, ma creare un'armonia. Bisogna rispettare le modalità e le tempistiche dell'epoca, utilizzare in maniera appropriata il protocollo tra i vari protagonisti, con tutte le differenze di classe richieste. Il tutto, poi, inserito in un contesto storico altamente drammatico.
Qual è la peculiarità della seconda stagione?
Il tema principale è la guerra. Niente sarà più come prima: tutto cambia e gli equilibri si infrangono, persino in una bolla di sapone incantata come quella in cui vive l'aristocrazia. Nessuno ne esce indenne e il conflitto livella a tal punto la società che i confini e le differenze tra servi e padroni tendono a diventare labili. Come si può ignorare che i giovani non tornano dal campo di battaglia? A prescindere dal ceto sociale, lasciano un vuoto dietro di sé.
Cosa le piace di Mrs. Isobel Crawley?
Lei è una donna che fa la differenza nell'epoca in cui vive: le interessa la cultura, ha ricevuto una perfetta educazione e non si è sposata per mettere le mani sui soldi di un uomo. Il suo obiettivo nella vita è quello di rendersi utile, soprattutto dopo la vedovanza. È l'esempio di donna forte a cui le ragazze di oggi possono guardare, una boccata di modernità in un contesto storico che non offre tanti spazi alle donne.
La parte migliore di lei è senz'altro il senso dell'umorismo, mentre quella peggiore l'innata impazienza che la contraddistingue. Parla sempre prima di pensare e a volte giudica l'aristocrazia servendosi di una serie di pregiudizi, anche se pensa di farlo in buona fede e alla fine non desidera altro che rende il mondo un posto migliore.
Una curiosità: lei pensa che Matthew e Lady Mary siano fatti l'uomo per l'altra?
Personalmente non avrei mai scelto Lady Mary per Matthew, invece Isobel crede lei vada bene per il figlio. Va detto che nonostante questo il rapporto tra lei e la nuora non sarà mai semplice.
Le sarebbe piaciuto vivere a quell'epoca?
Con il dovuto rispetto... assolutamente no! E non solo perché non esistevano ancora gli antibiotici, ma proprio perché la visione del mondo sembrava alquanto angusta.