La presenza di ospiti legati all'industria dell'animazione giapponese è ormai un elemento fisso delle edizioni di Lucca Comics & Games, grazie alla collaborazione con la casa di produzione Toei Animation e all'appoggio della loro filiale italiana.
Per l'edizione 2025 abbiamo avuto il piacere di incontrare Nobuharu Shinji Takada e Yuko Funakoshi, ovvero i produttori dell'ultima serie di Digimon, Beatbreak, e del nuovissimo film d'animazione dedicato alle maghette combattenti Pretty Cure, You & Idol.
Nonostante siano entrambi in Toei da relativamente pochi anni, sono stati comunque capaci di conseguire risultati importanti con i loro lavori precedenti, e di poter così misurarsi con due dei titoli storici più importanti e famosi, anche nel contesto internazionale, di Toei.
Venticinque anni di Digimon
Nati nel 1999, i mostri digitali Digimon si sono immediatamente imposti come unica alternativa al fenomeno mondiale dei Pokemon (con cui vengono spesso, ed erroneamente, confusi). In realtà il franchise dei Digimon si caratterizza da subito per alcune sostanziali differenze rispetto ai "mostri tascabili". In particolare per storie dal taglio più complesso e strutturato, un parco personaggi più ricco e a una maggiore cura nelle animazioni. La prima serie animata, Digimon Adventure, è un grande successo in tutto il mondo ed una delle poche a potersi fregiare di essere riuscita ad approdare nei palinsesti Rai in un periodo in cui l'animazione giapponese era praticamente off-limits.
Un quarto di secolo dopo, e con decine di incarnazioni diverse tra serie televisive, film cinematografici, manga e videogiochi, il brand si rinnova con Digimon Beatbreak, che rappresenta un vero e proprio reboot dell'universo narrativo.
Ambientata in un prossimo futuro in cui l'umanità in cui tutti hanno il loro personale device di Intelligenza Artificiale, denominato sapotama (crasi di "support" e di "tama", uovo in giapponese), Beatbrek vede come protagonista il giovane e tormentato Tomoro Tenma, che invece ha un rapporto conflittuale con la tecnologia. Tomoro viene avvicinato da uno strano essere che sembra essere stato generato da un bug del suo Sapotama, un mostriciattolo famelico e scatenato di nome Gekkomon. Tomoro sarà così coinvolto negli scontri tra questa nuova forma di vita digitale, che si nutrono dell'E-Pulse, l'energia vitale degli umani, e i Cleaners, gruppi organizzati di cacciatori di Digimon.
Ora e per sempre Pretty Cure
Solo di qualche anno più recente, Pretty Cure è un altro titolo di grandissimo successo del filone delle majokko, le ragazzine dotate di poteri magici accompagnate da dolci animaletti fatati. Pretty Cure, in particolare, è un universo narrativo incredibilmente complesso e ricchissimo di personaggi, dato che ad ogni nuova serie il parterre di eroine in costumi colorati si rinnova, portando il numero di PreCure a quasi un centinaio.
L'ultimo film, presentato in anteprima occidentale al Lucca Comics & Games, è ambientato in un'isola in cui sta per svolgersi un grandioso concerto, il "Super Miracle Idol Festival", e le nuove PreCure sono, in questo caso, un gruppo di giovanissime idol, guidate dall'intrepida Uta/Pretty Cure Idol, che si troveranno coinvolte in una rocambolesca avventura a base di mostri medusa, viaggi nel tempo e tanta, tantissima musica.
Digimon dal riff al beat
Beatbreak, ci racconta Nobuharu Shinji Takada, è stata concepita con l'intento di rinnovare il brand dei Digimon, approfittando del venticinquennale della serie, mantenendo l'eredità spirituale dei titoli precedenti ma provando a spingere il brand in una direzione nuova, con un protagonista più cupo e tormentato, e aumentando l'età media del cast dei personaggi (e, di conseguenza, il target di riferimento). Grande attenzione è stata posta anche nel rapporto tra i protagonisti e i loro Digimon che qui, anche più di prima, ora sono non solo degli yokai (i mostri della tradizione folcloristica giapponese) del mondo digitale, ma anche una sorta di proiezione dell'inconscio dei loro possessori, un vero e proprio "specchio" delle loro personalità.
Quando gli abbiamo chiesto di quale aspetto della serie il produttore fosse più fiero, Takada ci ha risposto di essere rimasto particolarmente soddisfatto del lavoro di Alisa Okehazama, apprezzatissima sound designer che si era già occupata anche delle musiche di Jujutsu Kaisen e de I diari della speziale. In particolate, Takada ha sottolineato quanto abbiano lavorato sul suono delle iconiche scene di evoluzione dei Digimon, con il passaggio dal famoso riff di chitarra all'attuale beat di percussioni (il protagonista è un batterista in erba) simile a un battito cardiaco, più potente e incisivo.
Idol, mascotte e tanta pucciosità
Dal canto suo Yuko Funakoshi ha introdotto il nuovo cast di Precure e l'ambientazione inusuale del nuovo film: un'isola tropicale piena di vita e divertimento che, ci ha detto, è vagamente ispirata ad Ibiza. L'esperienza accumulata nella realizzazione di programmi per bambini, ha aggiunto, è stata poi particolarmente utile nel momento in cui, entrata in Toei, Funakoshi è stata incaricata di seguire la produzione di questo amatissimo brand.
Esperienza che le è stata utile anche per gestire l'aspetto più difficile della lavorazione: la pianificazione dei numerosissimi inserti musicali del film, che è letteralemente costellato da canzoni ed esibizioni delle scatenate idol, un po' come è ormai prassi consolidata dopo il successo di KPop Demon Hunters.
Proprio il rapporto tra le Idol e il loro pubblico di fan e, per traslazione, con i numerosissimi appassionati della serie, che la seguono nelle sue varie incarnazioni ormai da più di venti anni, è stato studiato e valutato con grande attenzione nella fase di realizzazione del film, prendendo come riferimenti vere e famosissime idol del mondo musicale giapponese, come le AKB48 o le Morning Musume.
Infine, Yoko Funakoshi ha presentato la seconda stagione della serie tutta dedicata ai teneri e coccolosi (o, come dicono in Giappone, kawaii) animaletti magici che fanno da mascotte, e guida, delle Pretty Cure. Petit Cure PreCure Fairies, questo il nome della serie, è già disponibile su YouTube (e su altre piattaforme di streaming giapponese). Praticamente senza dialoghi, visivamente accattivante (se un'overdose di pucciosità non vi inquieta, ovviamente), questi mini-episodi da un minuto l'uno incentrati sui morbidissimi personaggi nel loro coloratissimo mondo sono solo l'ultimo, per ora, tassello del longevo universo delle Pretty Cure.