TRL, ancora sotto il palco con Carolina Di Domenico: "Per raccontare la musica ci vuole responsabilità"

I Green Day, il caldo di Roma, l'abbraccio con Federico Russo: torniamo indietro di venticinque anni, quando il palco di Total Request Live era simbolo di una generazione. Mezz'ora di intervista con l'ex VJ di MTV, ora voce e volto Rai. E dice: "La nostalgia è bella, però bisogna guardare avanti".

Una foto di Carolina Di Domenico. Credit: Chiara Stampacchia

Luglio 2005. L'estate in bilico tra santi e falsi dei; l'estate della marmellata numero 25; l'estate del brivido più grande. Era l'estate sotto i platani del Lungotevere di Tor di Nona, con i rami che scendevano giù, quasi a sfiorare un piccolo palco gigante. Venticinque anni fa, lo storico Total Request Live - per brevità chiamato TRL -, format itinerante di MTV, faceva tappa a Roma, ospitando il meglio di una stagione musicale senza eguali. Una storia lunga, quella di TRL. Da Piazza San Babila passando per Napoli, Venezia e, ovviamente, Roma.

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Federico Russo e Carolina Di Domenico. Foto: FEDElissime - la fan base di Federico Russo

Sul palco, tra un ospite e l'altro, c'erano quei conduttori divenuti volti famigliari. Come Carolina Di Domenico, host insieme a Federico Russo, nel biennio 2004/2005. Prima Largo Argentina e poi all'ombra di Castel Sant'Angelo. Nome storico di MTV come VJ, Carolina erediterà "il peso e la responsabilità di due storici conduttori come Marco Maccarini e Giorgia Surina", ci dice al telefono, in un'intervista-amarcord che parte proprio da quella bollente estate. Successivamente, Di Domenico sarebbe poi diventata voce e volto Rai, tra radio e tv (la troviamo nel backstage di Tim Summer Hits, ha appena presentato Musicultura 2025 con Fabrizio Biggio).

Insomma, chi ha avuto la fortuna di vivere certi pomeriggi non immaginava che da lì a poco la musica sarebbe cambiata, che i social avrebbero stravolto il rapporto idealizzato nei confronti degli artisti, e di certo non immaginava che Total Request Live, andato in onda fino al 2010, diventasse solo un frammento di una memoria ingombrante, tornata oggi a chiedere il conto. Del resto, sotto quel palco c'eravamo un po' tutti, figli di MTV e dell'epoca y2k. Un'epoca, che, come cantavano i Negramaro, avremmo voluto non finisse mai.

Intervista a Carolina Di Domenico

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Carolina Di Domenico. Foto di Chiara Stampacchia

Carolina, se le dico estate 2005, qual è il primo ricordo che arriva?
"Ricordo l'affetto. Le tappe estive di TRL erano quelle più entusiasmante, ci portavano fuori dallo studio di Milano. E sì, avevamo un contatto con il pubblico. Poi Roma, per me, aveva un valore diverso. Tornavo a casa. C'era un affezione particolare, nonostante il palco sul Lungotevere fosse strano. Eravamo un po' sacrificati, perché da una parte c'era il fiume, e dall'altra c'era il pubblico. E mi ricordo un caldo infernale".

TRL era uno spazio di condivisione musicale totalmente gratuito, oggi manca una cosa del genere. C'è stata un'evoluzione o un'involuzione?
"Sai, l'evoluzione della tv musicale è cambiata. A quei tempi esistevano i videoclip, oltre la radio, per ascoltare la musica. Tutti aspettavamo davanti Mtv che passasse il video del momento. Ed erano importanti anche i contesti più immediati come TRL, oltre al concerto vero e proprio. Si sapeva poco dell'artista, oggi li conosciamo di più. Stare sotto il palco di TRL per vedere il tuo artista preferito era qualcosa di entusiasmante, e c'era il valore dell'attesa. Oggi non esiste più".

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Carolina e Federico in uno scatto del 2005. Foto: FEDElissime - la fan base di Federico Russo

Resistono, più o meno, i concerti.
"Sono tornati ad essere parte integrante dell'industria musicale, ma tutto il resto è venuto meno. Il videoclip ha perso di valore, per esempio. Torno a parlare dell'attesa: aspettare un'artista era qualcosa che ti spingeva a partecipare a certi eventi. TRL poi era gratuito perché c'era un indotto diverso, oggi magari gli eventi gratis continuano ad esserci, però sono studiati rispetto al brand legato ad un determinato artista musicale".

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Sul palco di TRL con i Green Day

A proposito di artisti. Qual è l'ospite che ricordi con più affetto?
"Per me ci sono stati i Duran Duran, George Michael ed Elton John. La storia della musica. Incredibile".

E quello più complicato?
"I più complicati sono stati i Green Day. Eravamo a Milano, quando il batterista Tré Cool si è seduto a penzoloni sul balcone, sospeso su Piazza Duomo. Abbiamo vissuto attimi di terrore, tant'è che dopo mettemmo una rete protettiva. Poi, ricordo il problema dell'ordine pubblico ogni volta che venivano i Blue. C'era il tema di come gestirli, anche perché erano sempre molto affettuosi con i fan. Ricordo anche che fu difficile gestire Avril Lavigne a TRL, nella tappa di Piazza Dante a Napoli. Una questione logistica importante da affrontare. Così come fu complicato gestire l'arrivo di Vasco Rossi, sempre a Napoli".

Oltre Roma, ricorda la prima trasferta con TRL?
"Certo, a Venezia. Fu la prima insieme a Federico (Russo ndr.), stavamo per subentrare a Marco Maccarini e Giorgia Surina. Era una situazione storica e consolidata, ma il pubblico ci conosceva a malapena. Un test importante. Poi a Venezia faceva freddo e aveva nevicato. Ma fu una trasfera indimenticabile".

L'abbraccio con Federico Russo

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TRL 2025: l'abbraccio con Federico Russo. Foto: FEDElissime - la fan base di Federico Russo

Con Federico Russo ricordate ancora quegli anni?
"Assolutamente. Con Federico ho un rapporto particolare e speciale, e spesso ricordiamo gli aspetti più esilaranti di quei viaggi. Ricordo bene che a Piazza Duca d'Aosta a Milano il pubblico era complicatissimo. Ci siamo ritrovati a gestire persone che non stavano tanto per la quale, ecco. Abbiamo vissuto tanti bei momenti. Con Fede ci siamo conosciuti proprio ad MTV, e prima di iniziare il programma organizzammo un pranzo per conoscerci. Ricordo che entrambi avevamo il peso di un ruolo importante. Come si dice: un periodo segnato da gioia e dolori. Proprio a Castel Sant'Angelo abbiamo saputo che non avremmo più fatto TRL, finendo a settembre. Non potevamo dire nulla, e ricordo ancora bene le emozioni dell'ultima puntata. Ci abbracciammo forte. Un abbraccio che portava dentro tante cose".

A TRL il concetto di partecipazione era importante, oggi si partecipa più per inerzia che per voglia?
"Ci sono talmente tanti eventi che, a volte, il senso si perde. Ma dipende dall'artista che porta la condivisione di un momento. Penso ai Pinguini Tattici Nucleari, oppure ad Ultimo. Al di là dei gusti, ci sono artisti con una fan-base gigante, capaci di tenere vivi certi momenti. Sono in grado di recuperano gesti che hanno ancora un significato".

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Carolina Di Domenico. Foto di Chiara Stampacchia

Manca anche l'educazione all'ascolto?
"È tutto figlio dei nostri tempi. Adesso c'è la ricerca istantanea della musica. Chi la fruisce ha attenzione ridotta, che siano ragazzi o adulti. Su di noi, che certe cose le abbiamo vissute, c'è magari un peso specifico, perché prima fruivi l'arte in modo diverso. Oggi i ragazzi vivono tutto subito, in modo veloce. C'è però una questione del ritorno, come i vinili. Mio figlio ha 17 anni e si ascolta i dischi per intero. Dall'altra parte c'è ovviamente suo padre che lavora tutto il giorno con la musica (Carolina è sposata Pierluigi Ferrantini, leader dei Velvet ndr.), ma molti ragazzi tornano a vivere la musica in modo analogico. Dico che c'è anche una responsabilità da parte nostra: non assecondare un'ascolto rapido e leggero. Dovrebbe essere responsabilità di chi gestisce certi mezzi favorire un artista piuttosto che un altro, magari senza imporre le coreografie su TikTok. Lo vedo con due figli che hanno gusti diversi. Nella sfera dei ragazzi dai 13 ai 18 può esserci un approccio differente al tema, se ben indirizzato".

L'effetto nostalgia

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Carolina e Federico sul palco di TRL Roma. Foto: FEDElissime - la fan base di Federico Russo

TRL, i Green Day, i vinili. Ma lei come vive l'effetto nostalgia?
"Ci sono cose trigger anche per me, se ritrovo certi pensieri rispetto ai tempi di MTV. Accade spesso che se posti una foto di quell'epoca arrivano una valanga di commenti che richiamano a certi programmi. Il pubblico li rivorrebbe. Tuttavia, sono anche per l'evoluzione, ma questo è un tempo che ci impone una ricerca. Dobbiamo cercare le cose che più ci piacciono, invece che recepire solo cose che ci vengono imposte. Mi rendo conto che non è facile, e non è facile nella musica. Proviamo a farlo con Rock and Roll Circus (programma di Radio2 condotto insieme al marito), dove cerchiamo spesso le novità. Gli ascoltatori ci dicono spesso che hanno trovato artisti grazie a noi. Lo spirito è questo, e credo che anche gli addetti ai lavori debbano avere un senso di responsabilità nel raccontare cose nuove. Poi piace a tutti ricordare certe cose, e mi viene in mente Coez con il suo ultimo album, 1998, un disco sugli anni Novanta. Ciononostante, dico che non si può restare attaccati alle cose del passato".

Carolina, per concludere: il videoclip preferito di quegli anni lì?
"Ti voglio bene di Tiziano Ferro. Un video diverso, lui cantava e gli spuntavano le cicatrici. Adoravo i videoclip capaci di cambiare un certo tipo di narrazione, uscendo dal concetto di racconto. Penso anche al lavoro dei Soundgarden con Black Hole Sun. Mi colpivano video in cui accadevano cose inaspettate. E, visto che non lo cito mai, dico anche il video di Funzioni primarie dei Velvet. Così Pierluigi è contento...".