Il primo week-end di un Festival è spesso ricco degli eventi di principale richiamo e quindi non sorprende che la prima domenica dell'edizione 2010 del Festival di Cannes dedichi molto spazio alle produzioni e co-produzioni francesi. Entrambi i film in concorso della giornata portano il marchio locale, a cominciare da La princesse de Montpensier, basato da un racconto di Madame de La Fayette e diretto da Bertrand Tavernier, ancora una volta alle prese con un dramma storico, ritratto di una giovane donna complessa e forte, combattuta tra dovere e passione sullo sfondo della Francia del sedicesimo secolo, e storia romantica e tragica del suo amore proibito. Accanto alla giovane protagonista Mélanie Thierry, recitano nel film Gaspard Ulliel e Lambert Wilson.
Fondi francesi anche per A Screaming Man di Mahamat-Saleh Haroun, dramma ambientato in un Ciad sull'orlo della guerra civile, che segue la storia di Adam, ex nuotatore ora impiegato in un hotel come responsabile della piscina, costretto a cambiare ruolo quando l'albergo viene rilevato da investitori cinesi. A causa della guerra, i cittadini sono invitati a sostenere lo stato con aiuti economici o militari e così Adam non può far altro che lasciar andare suo figlio Abdel al fronte.Ancora Francia tra le proiezioni speciali, con L'Autre Monde di Gilles Marchand, coproduzione franco-belga che racconta di un ragazzo che scopre un videogioco in cui giovani conosciutisi in un ambiente virtuale decidono di suicidarsi di comune accordo, che si ricollega con toni diversi al mondo degli incontri online già affrontato proprio qui al Festival da Hideo Nakata in Chatroom.
L'altra proiezione speciale della giornata è il documentario di Lucy Walker Countdown to Zero, che affronta il complesso tema della corsa agli armamenti nucleari. Il mondo della tecnologia fa da sfondo anche al dramma di David Verbeek R U There, uno dei tre titoli di oggi di Un Certain Regard, in cui un gamer olandese, mentre si trova a Taipei per un torneo di videogiochi, incontra una ragazza e scopre cosa voglia dire essere umani in una società che dà tanta importanza alla virtualità. Gli altri due titoli in programma nella sezione sono l'olandese Pal Adrienn di Agnes Kocsis ed il documentario su Shangai I Wish I Knew, firmato Jia Zhang Ke, già vincitore a Venezia con Still Life.
C'è spazio anche per l'Italia, nella Quinzaine des Réalisateurs, con Le quattro volte di Michelangelo Frammartino: un'atmosfera surreale collega le piccole storie senza tempo raccontate dall'autore nelle quattro storie ambientate in un villaggio delle colline calabresi ancorato alle sue tradizioni. (Leggi la nostra recensione del film)