Le pop star, come il resto dei comuni mortali, devono convivere con le conseguenze delle loro azioni per sempre. Per questo motivo, ripercorreremo le 10 peggiori decisioni nella storia della musica. Per essere chiari, abbiamo incluso solamente quelle scelte professionali che hanno impattato sulle carriere degli artisti. Molti rocker hanno avuto a che fare con l'autodistruzione e con le dipendenze di ogni tipo; ma questa che state per leggere è un'altra lista (e non per questo meno catastrofica). Un esempio? Quando Scooter Braun, il manager dei manager, ha fatto arrabbiare Taylor Swift che per fargliela pagare ha ri-registrato tutti i suoi album, condannandolo alla cattiva "reputation".
Andò peggio alla Decca Records quando, sessant'anni prima, prese la pessima decisione di non mettere sotto contratto i Beatles che di lì a poco sarebbero diventati "più famosi di Gesù". Vi ricordate, invece, quel giorno in cui Prince cambiò nome in "Symbol" e nessuno ci capì più niente? O, la volta in cui i Metallica si scontrarono con i fan per via di Napster, il jukebox digitale dei brani illimitati? Dallo scivolone "nazi" di David Bowie al concerto dei Rolling Stones finito in tragedia passando per Britney Spears che rifiutò Umbrella facendo di Rihanna la regina di Mtv. Mettetevi comodi, perché qui è tutta un'altra musica.
1. Prince diventa Symbol
Con la volontà di emanciparsi dall'etichetta Warner Bros, il folletto di Minneapolis (al secolo, Prince Rogers Nelson) il 7 giugno del 1993 cambiò il suo nome in "Symbol". Rolling Stone la definì la "quarta mossa più audace nella storia del rock". Con i fan confusi che non riuscivano né a pronunciare né, tantomeno, a scrivere quel nome, Prince tornò ad essere Prince all'alba del Nuovo Millennio.
2. Britney Spears rifiuta Umbrella
Tricky Stewart scrisse Umbrella nel 2007, immaginandola sulla voce di Britney. Entrambi avevano, già, collaborato insieme per Me Against the Music che la principessa del pop aveva cantato in duetto con Madonna. Il pezzo R&B, tuttavia, non la convinse e scivolò nelle mani di una giovane artista emergente di nome Rihanna che, grazie a questa hit, divenne la nuova regina di Mtv.
3. Justin Timberlake distrugge la carriera di Janet Jackson
Vent'anni fa, la carriera della regina dell'R&B fu stroncata irrimediabilmente quando il suo seno fu mostrato in mondovisione, durante il tradizionale spettacolo del Super Bowl XXXVIII, in quell'incidente definito "Nipplegate". La sorella di Michael Jackson fu al centro di numerose controversie, dopo la sua performance al fianco del principe del pop. Quando, com'è noto a tutti, fu il cantante di Rock Your Body a strapparle parte del corpetto lasciandola per un attimo a seno nudo. Le vere intenzioni dietro alla famigerata mossa di Justin non saranno, mai, rese note. Fatto sta che Timberlake ha avuto il suo Halftime Show nel 2018. Janet lo sta ancora aspettando.
4. L'autosabotaggio dei Mountain
Woodstock - Tre giorni di pace, amore e musica è il documentario vincitore dell'Oscar che racconta il festival più famoso nella storia del rock. Quello della summer of love del 1969 con Hendrix, i Who, Santana e Joe Cocker. Peccato che la band di Mississippi Queen non volle comparire nel film nonostante il set esplosivo. Col senno di poi, si saranno mangiati le mani.
5. Scooter Braun scatena l'ira di Taylor Swift
Il manager di Justin Bieber, Kanye West, Selena Gomez e Ariana Grande compra la Big Machine Records acquistando con ciò tutto il catalogo di Taylor Swift. Ma la regina della musica non ci sta e nel 2019 decide di abbandonare l'etichetta e di ri-registrare i suoi quattro album. Probabilmente, Braun non sapeva con chi stesse giocando. Questo scontro da 300 milioni di dollari è, ora, raccontato nel docu in due episodi di su Discovery+.
6. I Rolling Stones assoldano gli Hells Angels
Doveva essere la "Woodstock del West" ma segnò la fine di un'era. Accadeva il 6 dicembre 1969, al concerto gratuito di Altamont dei Rolling Stones che si concluse in tragedia, con la morte violenta di un fan armato di pistola giocattolo per mano di un Hell's Angel del servizio d'ordine che lo accoltellò di fronte a Mick Jagger e soci, mentre suonavano Simpathy for the Devil. La colpa ricadde sulla band, rea di aver affidato la sicurezza dell'evento a una gang di motociclisti.
7. I Sex Pistols sostituiscono Glen Matlock con Sid Vicious
Chi ha visto la miniserie di Danny Boyle, lo sa bene. Glen Matlock non era solo il bassista dei Sex Pistols, ma anche uno dei fondatori della band. Nonostante ciò, fu licenziato a causa delle tensioni con il frontman Johnny Rotten. Fu sostituito all'unanimità con Sid Vicious, un tossicodipendente senza alcuna competenza nel suonare il basso o talento nel songwriting.
Matlock rimase nella band fino al 1977, pochi mesi prima della pubblicazione del leggendario Never Mind the Bollocks dove co-firma tutti i brani. Vicious divenne un'icona, ma generò un caos che si estese fino allo scioglimento inizial del mitico gruppo punk.
8. David Bowie dice che Hitler è una rockstar
Tra il 1975 e il '76, il Duca Bianco era imbottito di cocaina. Prima, dichiara a Playboy che "Hitler è stato la prima grande rockstar". Successivamente, viene arrestato per possesso di materiale nazista al confine russo-polacco e, una volta tornato in patria, viene immortalato mentre fa il saluto fascista rivolgendosi ai fan accorsi al Victoria Station di Londra.
9. I Metallica contro i fan (per via di Napster)
Nel 2000, Napster era il servizio di file sharing più popolare al mondo, mentre la band heavy metal stava vivendo uno dei periodi più bui della sua carriera. Tuttavia, agli occhi di molti fruitori, i Metallica esagerarono quando consegnarono i nomi di oltre 30 mila fan al jukebox digitale gratuito chiedendo che venissero bannati dall'utilizzo del servizio. Il motivo? La diffusione del leak del loro singolo I Disappear, prima della pubblicazione ufficiale.
10. La Decca scarta i Beatles
Ben prima della Beatlemania, la Decca Records commise un errore imperdonabile scegliendo di non mettere sotto contratto Lennon e soci che, di lì a poco, sarebbero diventati "più famosi di Gesù". Sulla pessima decisione di rifiutare gli emergenti Fab Four, dopo un'audizione nel gennaio 1962, sono stati versati fiumi di inchiostro. Il manager dei Beatles, Brian Epstein, dichiarò che fu il boss della Decca, Dick Rowe, a scartare la band ma quest'ultimo ha sempre smentito.