Un simbolo, e un'occasione per ricordare, ma anche per festeggiare una grande intuizione. Di più, una parte del nostro alfabeto visivo. A partire dal 1975, quando comparve sull'allora punto di riferimento per ragazzi, Il corriere del piccoli. Poi, è divenuta un simbolo capace di tracimare, diventando tanto altro. Il Comicon di Napoli 2025 festeggia i 50 anni della Pimpa, e lo fa attraverso un panel esclusivo con il suo autore, Francesco Tullio Altan.

"Il primo fumetto? Non me lo ricordo. Ma ricordo sia nata con mia figlia sulle mie ginocchia, che voleva un disegno di un cane. Rosso e bianco sono i colori dei segnali stradali, doveva vedersi bene", spiega Altan, dopo la proiezione del primo episodio della famosa serie animata, disponibile su RaiPlay. "All'epoca la Pima era bruttina, però... Non ho mai capito perché venne subito acchiappata dal Corriere dei Piccoli. Da lì è iniziato tutto, e sono cinquant'anni che faccio pallini rossi. Pensate all'inizio aveva anche molti più pois. Ora sto usando meno colori, è tutto abbastanza chiaro. L'eccesso non serve".
Altan: "La Pimpa è curiosa e generosa"
Insieme ad Altan, sul palco, anche Daniele Kong, autore di Bestie in fuga per Cocoino Press, e Pablo Cammello, collettivo di artisti Trincea Ibiza. Entrambi, molto più giovani, si sono sentiti ispirati dalla tenerezza sfrontata della Pimpa. "Mostra anche cosa voglia dire fantasia ai più piccoli: torna alla radice della parola", dice Kong. "Un mondo in cui c'è tanto concetto, perciò il senso grafico racchiude il principio originario della fantasia". Per Cammello, "La Pimpa me l'hanno iniziata a far vedere negli anni Novanta in VHS, ancora prima di aver capito di essere al mondo. Ero appassionato, ed è stato il mio primo approccio al fumetto. Cercavo di replicare quei disegni con i testi poi scritti da mia mamma".

Altan, poi, racconta quanto la sua Pimpa sia un personaggio sì pensato per i più piccoli, ma anche molto sfumato, in costante evoluzione, "Ho disegnato circa 1200 storie. Mi sono legato a molte cose, come le stagioni o i viaggi. Ci sono dei mesi dove accade poco, tipo novembre. Allora che fa, prende il suo aereo e viaggia verso i posti più caldi. È curiosa, viaggia molto, l'importante è che non faccia tardi...". Peculiarità della cagnolina a pois, il fatto che abbia un rapporto e un dialogo con tutti: cose, animali, piante. Un concetto che esplica, appunto, il potere dell'immaginazione, "Ho fatto parlare la Pimpa con gli oggetti perché mia figlia faceva lo stesso. Mi sono allargato agli animali, al sole, al buio. È correlato alla sua indole: è curiosa e generosa, vuole accogliere gli altri. Racconta le sue storie ad Armando, che ci crede o fa finta di credere alle sue imprese. Ma poi tutto finisce bene, e si dorme".
Altri cinquant'anni di avventure
Vero e proprio fenomeno, la Pimpa è attivissima sui social, tanto da essere una sorta di simbolo generazionale. Insomma, la Pimpa è come i plasmon: piace ai grandi e ai piccoli. "Ogni tanto mi mandano dei commenti, ogni tanto, ma cerco di non immergermi troppo. Devo dire che dopo cinquant'anni è passato da madre e padre in figlio. Però non ho mai avuto l'idea di trasmettere qualcosa, né valori né messaggi, perché già sono insiti nel suo personaggio", prosegue Altan, che poi si sofferma su quanto la tecnologia sia un aspetto secondario nel mondo meraviglioso della Pimpa, del suo Armando e tutti gli altri personaggi. "Nel mondo della Pimpa la tecnologia è rimasto indietro. La telefono ha il filo, con la tv ci parla, più che vederla. Il computer lo porta fuori, a fargli vedere i fiori. E questo la tiene a riparo da certe derive".

In chiusura di incontro, con una platea visibilmente emozionata, arriva la rassicurazione di Altan: "Quando incontro i bambini mi accorgo che l'idea dell'autore non esiste, e osservano la Pimpa come una compagna di giochi. Non posso lasciarla andare. E finché posso andare avanti vado avanti. Del resto è la Pimpa che mi dice cosa fare, non è un lavoro complicato".