Il 12 agosto per la sezione "Film per la televisione e cortometraggi" di Welles è stato proiettato Orson Welles on Stage in Dublin, filmato parziale (17') di uno spettacolo organizzato al Gaiety Theatre di Dublino nel 1960. Nei pochi minuti dello spettacolo che si sono salvati, Welles parla degli inizi della sua carriera come attore a Dublino, dicendo di aver raccontato a chi lo doveva assumere di essere già un attore famoso nel suo Paese, parla dell'America, e difende con grande modestia il suo Otello.
Segue Girando Otello (1978) un filmato del regista che analizza una delle sue opere più belle e complesse, pur realizzata con pochissimi soldi. Othello vinse la Palma d'Oro al Festival di Cannes. Quando il produttore romano Scalera commissionò questo film a Welles, il regista era a Parigi per raccogliere materiale per un progetto su Cyrano de Bergerac, che non andò mai in porto perché gli vennero ritirati i finanziamenti. Welles dice di aver voluto con Othello dipingere non solo la gelosia mortale di un uomo, ma farla diventare la metafora di un mondo sull'orlo del crollo, e dare una sensazione di instabilità che preannunci l'inevitabile. In questa vicenda Jago simboleggia l'agente del caos. In immagini questi concetti sono tradotti per esempio con ombre che ingrandiscono e distorcono la figura umana, reti e inferriate a significare intrigo, sotterfugio. Jago è un mistero, "the mistery of Evil": non ha ambizioni, anche la sua invidia per Otello è solo una scusa, perché è la sua stessa natura ad essere fatta di cattiveria. "Jago is pure intellect, and the pure intellect is pure Devil. Pure and cold". Vi sono diversi aneddoti legati a questo film, alcuni dei quali racconta lo stesso Welles. Per esempio, il combattimento nel bagno turco è stato girato soltanto perché non erano ancora arrivati i costumi, e quello di lasciarli seminudi era l'unico modo per far recitare gli attori senza perdere altro tempo. Le armature dei soldati, poi, erano state ricavate da scatole di sardine!